TRENTINI FAMOSI, MA NON TROPPO – 41

IGINIO ROGGER

Pergine Valsugana, 20 agosto 1919 – 12 febbraio 2014

Iginio Rogger

Iginio Rogger

a cura di Cornelio Galas

Iginio Antonio Rogger era nato a Pergine Valsugana (provincia e arcidiocesi di Trento) il 20 agosto 1919 da Francesco Rogger e Faustina Persiali. L’anno seguente (1920) la famiglia si trasferì a Levico Terme, la città che fu per tutta la vita la sua vera e propria parrocchia d’origine e di riferimento personale, famigliare, sociale e comunitario.

Iginio Rogger

Iginio Rogger

Entrato nel Seminario minore di Trento nell’ottobre 1931 vi compì gli studi fino alla licenza ginnasiale. Nel 1939 venne inviato a Roma dall’Arcivescovo Celestino Endrici per proseguire negli studi filosofici e teologici presso la Pontificia Università Gregoriana, come ospite del Collegio Germanico – Ungarico (1939-1947) e quindi del Collegio Teutonico in Camposanto nella Città del Vaticano (1947-1951).

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Iginio Rogger

Nella città eterna rimase fino al 1951 dedicandosi in particolare allo studio della storia ecclesiastica. Ottenne la licenza in filosofia e in teologia e conseguì il dottorato presso la facoltà di Storia Ecclesiastica con una dissertazione su Le nazioni al concilio di Trento, sotto la guida del decano P. Pedro de Leturia.

Venne ordinato sacerdote nella chiesa del Gesù il 28 ottobre dell’anno 1945 dall’allora Vicegerente Mons. Luigi Traglia. In quei dodici anni romani il giovane Rogger ebbe modo di accostare grandi personaggi sia della scena politica, come Alcide Degasperi, suo conterraneo, sia religiosa come il grande storico del Concilio di Trento Prof. Hubert Jedin.

Iginio Rogger con don Dante Clauser

Iginio Rogger con don Dante Clauser

Fu un periodo storico speciale, segnato dalla seconda guerra mondiale e quindi dall’Anno Santo del 1950, che plasmò e arricchì la personalità singolare e poliedrica di Iginio Rogger. Uomo dalla profonda e acuta intelligenza, dal cuore capace di amicizia, ma anche di carattere focoso e a volte spietato con chi non condivideva la sua idea e la sua linea d’azione.

Iginio Rogger

Iginio Rogger

Ritornato nella sua terra trentina e nella sua diocesi, don Iginio Rogger fin dall’autunno del 1951 iniziò l’insegnamento presso il Seminario Arcivescovile Maggiore di Trento. La sua carriera di docente riguardò primariamente la storia e quindi anche la liturgia (dal 1955) e si concluse nel 2001: 50 anni di insegnamento, nei quali formò intere generazioni di sacerdoti diocesani e religiosi. Dal 1963 al 2001 fu anche preside degli studi nello stesso Seminario.

Iginio Rogger

Iginio Rogger

Nel 1960 integrò la qualifica accademica col diploma di libera docenza in Storia della Chiesa presso l’Università di Padova. Numerosi sono i testi e gli interventi che, come qualificato storico, dedicò alla storia locale e soprattutto al Concilio di Trento.

Iginio Rogger

Iginio Rogger

Nel periodo della reggenza del Vescovo di Bressanone Josef Gargitter, Amministratore Apostolico “sede plena” di Trento, ai tempi del Vescovo Carlo de Ferrari, fu nominato per un biennio (1961-1963) ispettore nei Seminari, in un periodo non facile per quella Chiesa locale. Dal 1960 al 2003 fu Promotore di giustizia presso 2 il tribunale ecclesiastico diocesano.

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Dagli anni cinquanta esercitò anche compiti amministrativi come la responsabilità del cospicuo Beneficio Priorale dei Santi Martino e Giuliano in San Martino di Castrozza e la sua partecipazione alla finanziaria I.S.A.

Dal 1963 fino al 1996 fu Delegato arcivescovile per il culto e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano promuovendo con energia in svariati modi e con decisione la riforma liturgica post conciliare nella comunità diocesana della regione sia nelle modalità celebrative che nell’adeguamento e ristrutturazione delle innumerevoli chiese parrocchiali.

Iginio Rogger con Lorenzo Dellai

Iginio Rogger con Lorenzo Dellai

Per anni realizzò il Calendario Liturgico Diocesano e quindi fu anche responsabile della pubblicazione dapprima del Libro della Preghiera (1973) per le diocesi del Triveneto e del Proprio Liturgico della Diocesi Tridentina (1985). Numerosi sono anche i suoi interventi con articoli in materia liturgica.

In occasione delle celebrazioni del IV centenario del Concilio di Trento dell’anno 1963, di cui fu il coordinatore in Diocesi, ebbe la felice intuizione di realizzare come “monumento” celebrativo il Museo Diocesano Tridentino (già iniziato nel 1903) nella superba sede del Palazzo Pretorio e del castelletto dei Vescovi nella piazza del Duomo a Trento.

Laurea Honoris Causa

La consegna della Laurea honoris causa

Di questo Museo, tra i primi in Italia, egli fu direttore dal 1960 fino alla morte nel 2014. In quell’anno “giubilare” ricevette anche la nomina, secondo la dizione di quel tempo, a Cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità. Nel 1964 fu annoverato tra i Consultori del Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia; un lavoro che lo appassionò e che continuò nella collaborazione al dicastero vaticano fino al 1970.

In occasione degli Incontri in Cattedrale per gli 800 anni del duomo di Trento il 14 novembre 2012 egli ricordava quell’esperienza di “lavoro in equipe onesto ed esemplare” e affermava: “Mi resi conto come le vere e proprie Norme di applicazione sono i nuovi libri liturgici”.

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Dal 1964 intraprese con esito felicissimo la campagna di ricerche con importanti ritrovamenti e di scavi archeologici sotto la Cattedrale di Trento e della quale promosse anche un primo adeguamento liturgico; un lavoro che si protrasse fino al 1989. Tutto questo è documentato in numerose pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo.

Nel 1965 l’Arcivescovo di Trento Mons. Alessandro Maria Gottardi (1912- 2001) nominava Iginio Rogger Canonico Teologo del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di San Vigilio in Trento; carica nella quale rimase, secondo il suo stile, con piglio deciso, con caparbietà e ostinazione, fino alla morte.

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Nell’autunno del 1972 venne eletto primo presidente della neo costituita Associazioni Professori di Liturgia (APL); carica che mantenne per due trienni con equilibrio e sagacia in tempi non sempre facili. Nel 1975 insieme all’allora Presidente della Provincia Autonoma di Trento Avv. Bruno Kessler dette avvio presso l’Istituto Trentino di Cultura (poi Fondazione Bruno Kessler, FBK in Trento), accanto al già famoso Istituto Storico Italo-Germanico, all’Istituto di Scienze Religiose (poi Centro per le Scienze Religiose).

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Caso unico in cui la Diocesi lo prese come “suo” Istituto Superiore di Scienze Religiose per la formazione degli insegnati di religione cattolica. Di tale istituto, oltre che ideatore e fondatore, fu direttore fino al 1997 e docente fino oltre l’anno 2000. Non si contano in tale veste i convegni, le iniziative e le pubblicazioni a carattere scientifico con il coinvolgimento di personalità dall’Europa e dal mondo, da lui promosse.

Inoltre dal 1978 al 1998 ricoprì la carica di Presidente della Biblioteca Diocesana “Antonio Rosmini”. Fu anche per oltre quarant’anni attivo e competente in vari organismi amministrativi diocesani e provinciali. Negli anni 1983-1984 con P. Ferdinando Dell’Oro iniziò la pubblicazione dei quattro tomi dal titolo Monumenta Liturgica Ecclesiae tridentinae Saeculo XIII antiquiora (Società Studi Trentini di Scienze Storiche).

Cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Giurisprudenza a Monsignor Iginio Rogge Nella foto: Iginio Rogge - Davide Bassi Universitˆ degli Studi di Trento Facolta di Giurisprudenza Trento 12 aprile 2006 AgF Bernardinatti Foto

Cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Giurisprudenza a Monsignor Iginio Rogge
Nella foto: Iginio Rogge – Davide Bassi Universitˆ degli Studi di Trento
Facolta di Giurisprudenza Trento 12 aprile 2006
AgF Bernardinatti Foto

Nel 1999, in occasione dei suoi 80 anni, venne offerta a Rogger dall’Istituto Trentino di Cultura una miscellanea di studi di carattere storico, liturgico, teologico e artistico, a cura del Prof. Emanuele Curzel, dal titolo In factis mysterium legere (EDB).

Il 12 aprile 2006 la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento gli concesse il dottorato “honoris causa” in riferimento alle sue ricerche e in particolare al suo impegno nel chiarire l’annosa vicenda del “Simonino” (un bambino, il cui “martirio” per secoli fu attribuito agi Ebrei), facendone abolire il culto.

Iginio Rogger con il vescovo di Bolzano, mons. Golser

Iginio Rogger con il vescovo di Bolzano, mons. Golser

In quell’occasione il Prof. Diego Quaglioni aveva detto: “Il profilo umano e scientifico di Iginio Rogger è così ricco e vasto, da rendere difficile illustrarne appieno le caratteristiche e i meriti sotto l’unica dimensione del contributo offerto agli studi: lo studioso e l’ecclesiastico, lo storico e il teologo, il religioso profondamente radicato nella comunità locale e l’animatore di istituti di ricerca e di cultura di rango internazionale si fondono, infatti, nel caso di Monsignor Rogger, in una personalità e in un’esperienza nelle quali alla riconosciuta dottrina si unisce un altrettanto palese, umanissima sapientia cordis”.

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Numerosi furono i suoi articoli e le sue pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo, sia in campo storico che liturgico, fin dal primario impegno nella traduzione ed edizione italiana per la editrice Morcelliana di Brescia dei quattro volumi dell’opera tedesca, il manuale di Storia della Chiesa di K. Byhlmeyer – H. Tüchle (1956-1959).

Nel presentare la raccolta delle sue introduzioni al Calendario Liturgico dell’Arcidiocesi di Trento (Santo è il Cinquantesimo anno, Morcelliana, Brescia, 1996) Mons. Rogger così scriveva nel Natale 1995:

“Per uno scherzo della Provvidenza, nel giorno anniversario della mia ordinazione 28 ottobre 1995 mi trovavo in Giordania sulla montagna del Nebo, dove Dio mostrò a Mosè la Terra Promessa, come da una soglia che egli non avrebbe materialmente varcato.

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Si discuteva nel gruppo dei presenti su quello che può essere 4 stato il motivo per cui a Mosè non fu dato il possesso della Terra. I musulmani lo attribuivano al fatto che egli in Egitto era stato omicida. I cristiani invece parlavano di una defezione della sua fede nel deserto davanti alla rupe battuta due volte. A me risultò chiara un’altra spiegazione.

Il museo diocesano di Trento

Il museo diocesano di Trento

Fu una grazia per Mosè l’essere appagato con la visione. La conquista materiale del paese, la storia successiva del popolo con le sue ricorrenti infedeltà e miserie avrebbero solo affaticato e avvilito il resto della sua vita. Dio gli serbava una visione più luminosa, più duratura e più vera.

Così mi sono ricordato di quelli che sono stati anche per me i primi sintomi desideratissimi di una primavera cristiana nel nostro secolo, percepiti da quando fui chiamato a uscire da questa nostra terra e dal suo circoscritto orizzonte spirituale.

E ho ripercorso ancora le grandi tappe della speranza di rinnovamento, che sbocciarono poi nell’impresa conciliare di papa Giovanni, nella Novella Pentecoste del nostro secolo. Risentii al mio fianco il respiro spirituale vigoroso di uomini di chiesa e di teologi insigni, con cui ebbi grazia di condividere e partecipare quello sviluppo allo stato nascente.

Ed ora mi rispecchio ogni giorno, sul grande schermo della grande attualità ecclesiale, come nel microcosmo della mia vita personale, in quel grande mistero di rinnovamento, che ci ha donato altro concetto di Chiesa, vitale esperienza di culto, capacità di ascolto vivo della Parola operante di Dio, simpatia per questo povero mondo umano che è oggetto dell’amore divino. Veramente, come a Mosè, Dio ha dato nella visione la parte migliore”.

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Monsignor Iginio Rogger è morto dopo breve malattia, all’età di 94 anni, mercoledì 12 febbraio 2014 alle ore 8.15 nella sua abitazione di Via Esterle a Trento, a due passi dalla “sua” Cattedrale di San Vigilio. La celebrazione delle esequie è stata presieduta nel duomo di Trento dall’Arcivescovo Luigi Bressan nella mattinata di venerdì 14 febbraio 2014 con la partecipazione di una vasta assemblea di fedeli e di personalità del mondo della cultura, delle istituzioni e della politica insieme a numerosi sacerdoti diocesani di Trento e di Bolzano-Bressanone.

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Era presente anche il Segretario dell’APL, P. Filippo Resta, OSB. L’omelia è stata tenuta del Decano del Capitolo della Cattedrale, Mons. Lodovico Maule, mentre l’Arcivescovo ha rivolto il suo saluto al momento della ultima commendatio ed valedictio, ricordando, oltre a tutte le sue benemerenze, mons. Rogger anche come uomo e sacerdote fedele alla preghiera, soprattutto alla Liturgia delle Ore, fino agli ultimi momenti.

Quindi è intervenuta la sua stretta collaboratrice da oltre trent’anni, la vice Direttrice del Museo Diocesano Tridentino, Dott. Domenica Primerano. Nel pomeriggio la salma è stata deposta, secondo il suo desiderio, dopo una breve celebrazione nella chiesa parrocchiale, presieduta dal Vicario Generale della diocesi, nella tomba di famiglia nel cimitero di Levico Terme.

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Aveva scritto in quell’occasione sul settimanale diocesano Vita Trentina lo storico e discepolo di Rogger, Emanuele Curzel: “In questi giorni molti hanno ricordato quanto vasta e poliedrica sia stata l’attività di monsignor Iginio Rogger, che per più di sessant’anni è stato un motore di iniziative e un punto di riferimento della città e della diocesi nell’ambito ecclesiale, in quello culturale, persino in quello politico.

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Si è parlato delle sue ricerche storiche, del Museo Diocesano, dell’Istituto di Scienze Religiose, degli scavi archeologici da lui promossi, dell’instancabile opera di promozione di una liturgia viva e capace di parlare di Dio agli uomini e alle donne del nostro tempo. Se mi permetto di aggiungere qualche riga è per sottolineare un aspetto che è stato solo episodicamente ricordato nelle cronache di questi giorni: la profonda unitarietà del suo impegno.

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Capita infatti che chi si trova a giocare ruoli diversi in contesti diversi si debba adattare a tali ruoli, al punto da dare l’idea che si tratti dell’attività di persone diverse, che danno risultati nettamente distinguibili. Ho invece sempre colto, in monsignor Rogger, una sostanziale unità: in tutto ciò che faceva egli esprimeva sempre il suo modo di essere profondamente, intimamente, perdutamente innamorato di Cristo. Innamorato di Cristo morto, risorto e nostro contemporaneo.

Di quel Cristo che è Signore della Storia, per cui non c’è alcun motivo di temerla: anzi, può essere investigata nella convinzione che lì lo incontreremo, purché abbiamo il coraggio di leggerla come il luogo in cui il mistero si rivela (in factis mysterium legere, come aveva scritto Vigilio e come volle che fosse intitolata nel 1999 la miscellanea di studi in suo onore).

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Di quel Cristo che è l’Agnello che si consegna per noi e si fa continuamente presente a chi vuole partecipare al momento in cui la comunità ne fa memoria. Di quella Parola che crea l’eterna bellezza capace di riflettersi nelle creazioni umane di ogni tempo. Per un amore così vale la pena di spendersi per tutta la vita.

Domenica Primerano

Domenica Primerano

Ed egli si spese, fino all’ultimo, nei modi che gli sembrarono possibili, come fa un innamorato che brucia tutto se stesso, con le sue potenzialità e i suoi limiti”. Nel mese di maggio 2014, è uscito, ormai postumo, un libro dedicato a lui, alla sua storia e alla sua personalità: “Iginio Rogger” di Mauro Marcantoni (Trento, 2014).

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Scompare con lui una delle personalità che è stata tra i maggiori protagonisti della storia trentina, ecclesiastica e civile, di quest’ultimo secolo. La sua figura ci appare descritta secondo la definizione, pronunciata in modo simpatico e icastico, tanti anni fa in un convegno di studi a Trento, dal teologo e suo grande amico, Monsignor Luigi Sartori, “il laico monsignor Rogger”: “L’immagine più cara di Monsignor Iginio Rogger che porto con me è quella di un incontro casuale con lui alla stazione di Bologna.

L'ultimo saluto a Iginio Rogger nel Duomo di Trento

L’ultimo saluto a Iginio Rogger nel Duomo di Trento

Aveva allora già più di ottant’anni e stava salendo sul treno per Trento con uno zainetto pieno di libri come uno studente; era il suo stile la sua identità: un viaggiatore sempre in cammino, mai pago e sempre in ricerca, nello studio e nell’analisi dei tempi, delle persone e delle situazioni; sempre in mezzo alla gente con animo giovanile, indomito e battagliero”.

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