LA VITA, LA MORTE
di Cornelio Galas
Si nasce, e da allora, da allora
si comincia a morire.
Anche se nessuno lo vuole,
anche se nessuno ci crede.
Il parto dà lo start della corsa,
vince chi arriva per ultimo,
nel riposo strano della bara,
“resterai sempre con noi”.
Quante falsità, quante ipocrisie
ai funerali, all’ultimo saluto,
non li sopporto, no, no, no ….
Mors tua vita mea, mors tua …
Vanno via, chissà dove, chissà,
quelli con il cuore bloccato,
e comandi cerebrali a zero,
vanno via, via, via …
Di colpo non li senti più,
inutile telefonare,
non possono rispondere
ai tuoi messaggi.
Sono altrove, lontani, soli?
Ci osservano, ora, dall’alto?
Sono angeli, fantasmi, cosa?
Impossibile sentirli ancora?
Nel vuoto di questo mondo,
sempre più caldo e afono,
cerco certezze incerte,
solo per sopravvivere.
E rileggo antichi libri,
riascolto vecchie canzoni,
che parlano, che cantano
cose vere, forse, forse …