LA MINIERA PIU’ ALTA D’EUROPA

a cura di Cornelio Galas

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Circa 20 km a sud est del Passo Rombo, una cresta di monte divide la Val Ridanna dalla Val Passiria, in Alto Adige (Bolzano). È dal XIII secolo che su Monteneve si narra una storia straordinaria, di cui molti capitoli rimangono tuttora proverbialmente oscuri. Monteneve, la miniera più alta d’Europa (2.000-2.500 metri slm) e luogo di lavoro di circa 1.000 minatori nel periodo di massimo rigoglio (intorno al 1500), giustamente merita, per la sua posizione, l’appellativo di fabbrica di montagna.

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Grazie a un duro ed estenuante lavoro, difficilmente immaginabile, i minatori portavano avanti la loro attività scavando gallerie che ogni giorno, a causa della durezza della pietra, riuscivano a ingrandire mediamente soltanto di mezzo centimetro pro capite, con un profilo di 170 x 45 cm. La galleria Carl ad esempio: iniziata nel XVII secolo, fu portata a compimento dai minatori, che lo si creda o meno, 90 anni dopo.

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Il centro della miniera di Monteneve si trova a 2.354 metri sul livello del mare. L’insediamento minerario di San Martino, oggi fulcro dell’area del museo di Monteneve, per quasi 500 anni ha ospitato i minatori che per tutto l’anno, in condizioni meteorologiche estreme e a temperature fino a -30° C, scavavano alla ricerca di piombo, argento e soprattutto blenda.

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La mattina del 16 giugno 1967 a San Martino, il fuoco distrusse lo spogliatoio dei minatori situato più in alto, radendo al suolo la cucina, la sala da pranzo e la stanza del compressore, a esclusione dei muri in pietra. Le circostanze precise dell’incendio non sono mai state chiarite. Nel 1985 la più alta miniera d’Europa venne chiusa, ma la sua storia continua a vivere.

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Il bacino di estrazione del Monteneve in Alto Adige si trova a una altezza di 2000 fino a 2500 m nella montagna che divide la Val Ridanna dalla Val Passirio. L’epoca esatta dell’inizio delle attività estrattorie si perde negli albori della storia, certa è la prima menzione scritta (“Argentum Bonum De Sneberch”) risalente all’anno 1237.

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L’argento estratto probabilmente servì ai Conti del Tirolo per la coniatura delle monete. Il momento di maggior splendore venne raggiunto intorno al 1500 con l’impiego di 1000 minatori in ca 70 gallerie intenti all’estrazione di argento e galena. Diverse famiglie di commercianti tirolesi ed in primo luogo i Fugger di Ausburgo entrarono in possesso, con l’attività di estrazione, di un enorme ricchezza.

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Anche la vicina cittadina di Vipiteno raggiunse in quel tempo l’apice delle attività commerciali e culturali. Testimonianza e ricordo di quei tempi è anche la cappella dei minatori di S. Maddalena in Ridanna, un vero capolavoro del tardo gotico. Dal 1871 in poi si iniziò l’estrazione dello zinco, presente in grande quantità.

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Il paesino S. Martino sul Monteneve ebbe in quel periodo il momento di maggior espansione, con tanto di scuola ed associazione varie.  Le estreme condizioni clumatiche del vivere a quella quota associato al durissimo lavoro nella montagna, richiesero un notevole contributo di vite umane. il catastrofico rogo nel giugno del 1967 distrusse completamente il paese, segnandone la fine.

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Da quel giorno i minatori vissero a Masseria, dove dal 1871 si trovava anche l’impianto d’arricchimento del minerale. da lì vennero trasportati con una funivia attraverso la Valle di Lazzago fino alla “Poschhaus” per poi raggiungere il loro posto di lavoro con un trenino attraverso i 3,5 km della galleria “Poschhaus”. Solo nel dicembre del 1979 la scarsa rendibilità della miniera Monteneve costrinse i proprietari, dopo 800 lunghi anni di storia mineraria a chiudere la miniera.

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Il trasporto del minerale era da sempre uno dei problemi principali per la miniera. Per centinaia di anni il minerale venne trasportato, chiuso in grandi sacchi, e someggiato con i cavalli verso valle. Da lì il trasporto venne proseguito con carri trainati da cavalli o buoi.

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Nel 1871 venne realizzato il forse più grande impianto di trasporto del minerale al cielo aperto su rotaia del mondo. Questo sistema molto ardito comprendeva “piani inclinati di frenatura” molto ripidi alternati da tratti di “ferrovia a cavalli” quasi pianeggianti.

Tanti tratti di questa via di trasporto sono ancora visibili. Solo nel 1925 si costruì la teleferica per materiali, che rese possibile il trasporto del minerale fino a Masseria durante tutto l’arco dell’anno.

Orario d` apertura 2016 Mondo delle Miniere:

22 marzo – 6 novembre 2016

Martedi – domenica  dalle 9.30 alle 16.30, lunedi giorno di riposo.

Nel mese di agosto e giorni festivi aperto anche di lunedi!

Visite guidate fisse alle ore 9.30, 11.15, 13.30, 15.15

Gruppi possono prenotare le visite anche fuori orario.


Info:
 Tel. 0472/656364
Fax: 0472/656404
ridanna.monteneve@museominiere.it

PER SAPERNE DI PIU’

 

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