TRENTINI FAMOSI, MA NON TROPPO – 7

GIOVANNI  CANESTRINI

Revò, 26 dicembre 1835 – Padova, 14 febbraio 1900

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Zoologo, anatomista, fisiologo, uno dei padri dell’evoluzionismo in Italia, Giovanni Canestrini fu soprattutto ittiologo, aracnologo, antropologo, batteriologo e apicologo. Dopo avere svolto le scuole secondarie prima a Gorizia e poi a Merano, si iscrisse all’università di Vienna dove nel 1860 conseguì la laurea in filosofia specializzandosi in scienze naturali.

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Fino al 1861 insegnò storia naturale al liceo di Genova e contemporaneamente fu assistente del medico, insigne zoologo, brillante saggista e senatore piemontese Michele Lessona (1823- 1894) che allora aveva la cattedra di zoologia all’università della Superba.

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Dal 1862 al 1869 fu  docente presso l’università di Modena e alla fine del 1869 passò all’università di Padova come professore di zoologia e di anatomia e fisiologia comparate.

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Fondò la Società dei Naturalisti di Modena (1862), la Società Veneto-Trentina di Scienze Naturali (1871) con sede a Padova, la società Dante Alighieri a Trento e a Pado- va, e nella città patavina tenne per molti anni corsi liberi in antropologia e in batteriologia di cui aveva istituito due laboratori.

Giovanni Canestrini

Giovanni Canestrini

Tra il 1858 e il 1899 scrisse 198 testi scientifici e 18 biografie, ma soprattutto fu uno dei più fecondi divulgatori italiani di scienze naturali, oltre che un fervente seguace e grande paladino del darwinismo.

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Le sue idee liberali gli crearono non poche complicazioni che affrontò e superò con spirito volitivo, battagliero e adamantino. La città di Trento e l’università di Padova, nell’ambito delle onoranze a lui tributate nel 1902, eressero e inaugurarono un busto in suo onore e ricordo.

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Giovanni Canestrini, «nella sua complessa personalità di studioso non poteva essere, come non fu, soltanto lo specialista, il collezionista di alcuni gruppi animali: l’ampio respiro del biologo» scrisse lo zoologo Pasquale Pasquini nel 1936 «ha sempre aleggiato nelle sue ricerche, nell’impostazione vasta dei problemi e, dal suo ingegno vivace, ogni ramo delle scienze biologiche era segnato da personali impronte».

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Infatti, si interessò anche di erpetologia – un hobby, come altri, quasi ignorato dalle sue biografie canoniche – e sebbene non avesse poi più avuto il tempo di coltivare con regolarità questa giovanile passione, il suo interesse in merito non venne quasi mai meno. Copia di alcuni suoi appunti sugli anfibi e i rettili del Modenese, del Veneto, della Valle dell’Isonzo (Friuli e Slovenia) e del Trentino sono presenti in vari archivi.

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