IL “CANNONE” RAI

a cura di Cornelio Galas

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Ma guaiapòrcole … dirlo prima no? – Eh ma vàrda che bastéva lèzer meio i giornai neh … “E perché dovrìa lèzer i giornai osc’ia, quando el Renzi en televisiom l’ha dit a so temp che el canone Rai el sarìa stà sbassà e l’avréssem pagà per de pù a rate?

-Eh ma i l’ha spiegà dopo el percome el perché el percòssa … Zerto se ti te vardi sol che zugadòri ha comprà l’Inter …

“Ma diaol de quel porco, dìmelo subit no? Dìmel che l’abonamento ala Rai tut màl el t’arìva adòs da pagar ‘pena tornà de volta da le ferie. ‘pena fat fora anca la quatordicesima, ‘cramento. Nei ani passài, se ‘savéva el tài del prà demò da temp. Perché i seitéva a stomegàrte en televisiom a tute le ore: “Vardè che bisogna pagar el canone, vardè che se no ‘l paghé riscié de pagar la multa …”.

-Dai che tut mal se paga de men adés …

“Ma bàsete el cul valà anca ti. En cont l’è savér che te devi tirar fòr otanta euri da la tredicesima, n’alter l’è pensar che basta pagar comode rate no? Envéze en agost te ariva la bota: te paghi pù per la television che per el climatizator”.

-Mai contént, mai contént …

“Alora t’en conto n’altra … me mama l’è ala casa de riposo zamài da ani. El so sìto, sòra el mio, l’è difati vòt. Gh’è ben denter do televisiom. Ma de quele del dò per capirne. Col schermo ciciòm, de drio. Come i primi compiuter. Co le valvole ensoma. A so temp gavévo scrit a quei de la Rai: “No sté pù mandarghe a me mama el boletim perché, col digitale, chì no và pu gnent, no se vede gnent e po’ l’apartamento l’è piem de ragnatele. Envéze, tèi, i ghe manda sto mès la bolèta,,, coi so bei otanta euri”.

-Ma te pòi far ricorso neh …

“Diaol de quel porco, ma elo posibile che mi deva nar a far la fila a la posta, spender soldi de racomandae per farghe saver a quei de la Rai robe che i sà zà da ani? Ma che i se ciàva … Dìghe al Renzi che ‘l vegna ne la casa de me mama a vardar … se propri. Do euri per farghe en cafè co la moka i gò ancora neh. Ma dopo che ‘l se rangia a tornar a Roma.

Quello che si diceva …

  • A partire da luglio 2016 il Canone di abbonamento alla televisione per uso privato verrà rateizzato nella bolletta elettrica. Paga il canone ciascun cliente intestatario di un’utenza di energia elettrica nell’abitazione di residenza.
  • L’importo del canone annuo è pari a 100€ e viene addebitato per famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti, suddividendolo in 10 rate mensili da gennaio a ottobre.
  • Solo per il 2016, la prima rata avrà un importo pari al totale delle rate mensili già scadute: a luglio i clienti riceveranno una fattura con un importo da pagare di 70€, relativo ai mesi gennaio-luglio.

Canone Rai: ecco come, quando e perché si pagherà

di ALDO FONTANAROSA

2015

Ecco tutti i segreti del nuovo canone della Rai. Ricordiamo che la riforma è al momento scritta solo nella legge di Stabilità del governo (la ex Finanziaria), che potrà essere modificata dal Parlamento. Dopo l’approvazione della legge di Stabilità in Parlamento, il ministero dello Sviluppo Economico avrà 45 giorni di tempo per varare un decreto operativo, che darà attuazione concreta alla riforma.

CHI PAGA. Il canone verrà versato dalle famiglie italiane. L’imposta della tv sarà ricompresa nella nostra bolletta elettrica, dove l’importo del nuovo canone Rai verrà indicato con una voce distinta, separata.

L’IVA. Poiché il canone è una voce separata della bolletta, non verrà ricaricato dall’Iva. La legge di Stabilità parla con chiarezza, a proposito del canone, di “voce non gravata ai fini fiscali”. L’Iva dunque investirà solo il nostro consumo elettrico.

LA BOLLETTA. Pagherà materialmente il canone Rai chi è intestatario dell’utenza elettrica, perché destinatario della bolletta della corrente. Può capitare però che l’intestatario della bolletta elettrica (supponiamo il marito) sia diverso dall’intestatario del vecchio canone televisivo (la moglie).

In questo caso, la moglie riceverà il solito bollettino postale della Rai che le chiederà il pagamento del canone secondo le vecchie modalità. Ecco la norma della legge di Stabilità (come descritta dalla Relazione di accompagnamento): “Resta fermo che, nei casi in cui l’utenza elettrica sia intestata ad un soggetto diverso dal detentore dell’apparecchio, quest’ultimo dovrà effettuare il pagamento secondo le modalità tradizionali del versamento in conto corrente postale”. In ogni caso, la famiglia verserà un solo canone.

LA BANCA. Se abbiamo autorizzato la banca a pagare in automatico la bolletta elettrica attraverso il nostro conto (Rid), questa autorizzazione si estende anche al canone. La banca, dunque, pagherà sia il consumo elettrico sia il canone televisivo. Resta salvo il nostro diritto a revocare l’autorizzazione alla banca che – in caso di revoca – non pagherà più niente.

LA SECONDA CASA. Chi possiede due case, ed ha intestate entrambe le utenze elettriche a suo nome, dovrà pagare un solo canone. Può capitare che il signor Rossi abbia intestato la seconda casa alla moglie o a un figlio (ad esempio per risparmiare sulla tassa che colpisce le abitazioni). In questo caso, la moglie o il figlio dovranno pagare un secondo canone se intestatari della seconda casa, della relativa utenza elettrica e se possessori di un secondo apparecchio tv che è nella seconda abitazione. L’unico modo per evitare il versamento di un secondo canone sarà autocertificare che la seconda abitazione manca di un televisore.

QUANTO PAGHEREMO. L’importo del canone per il 2016 sarà di 100 euro, con un risparmio di 13,5 euro rispetto al 2015 quando abbiamo pagato 113,5 euro.

QUANDO PAGHEREMO. Il nuovo sistema sarà operativo a metà del 2016 perché richiede grandi sforzi tecnici e organizzativi. Dunque la prima bolletta elettrica gravata dal canone Rai sarà quella di giugno 2016, al più tardi quella di agosto 2016.

LE RATE. Resta in piedi l’ipotesi di far pagare l’intero canone Rai (pari a 100 euro) con la bolletta elettrica di giugno o al più tardi di agosto 2016. Ma le società elettriche temono che la super bolletta provochi un’impennata dei morosi. I morosi della corrente, che vorrebbero pagare ma non ce la fanno e rinviano, sono oggi tra il 5 e il 7%.

L’Agenzia delle Entrate preme perché il canone della tv sia pagato al massimo in due rate di 50 euro (supponiamo a giugno e poi ad agosto 2016). L’ultima strada – di più difficile gestione – prevede che il canone Rai sia spalmato in tre rate da 33,33 euro (nelle bollette supponiamo di giugno, agosto e ottobre).

TV, PC, TABLET. Il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli ha chiarito che condizione per il pagamento del canone Rai è il possesso di un televisore. Avere un personal computer, un tablet, uno smartphone non implica il versamento dell’imposta televisiva.

CHI NON HA LA TV. Dovrà fare una autocertificazione ai sensi del Dpr 445 del 2000. Questa nostra lettera dovrà essere indirizzata – con raccomandata ricevuta di ritorno – all’Agenzia delle Entrate territoriale che è incaricata di riscuotere il canone della tv (in quanto imposta di scopo). Nella lettera bisognerà precisare di non avere un televisore, dunque di non essere tenuti al pagamento del canone televisivo.

IL BOLLETTINO. La persona che non ha il televisore potrebbe comunque ricevere la bolletta elettrica gravata anche dal canone tv. Poiché il canone è indicato con una voce distinta, questa persona avrà tutto il diritto di compilare un bollettino postale in bianco e di versare alla società della corrente il solo importo del consumo elettrico.

DISTACCO DELLA LUCE. In nessun modo, dunque, il mancato versamento del canone della Rai può portare con se il distacco della corrente. Solo chi non pagherà il consumo elettrico rischierà di restare al buio.

LE SANZIONI. Il dpr 445 del 2000 sull’autocertificazione (oggi Testo unico della documentazione amministrativa), richiamato dalla legge di Stabilità del governo Renzi, prevede conseguenze penali per chi dichiara il falso. Dice in particolare l’articolo 76: “Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente Testo unico, è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia”.

Oltre al processo penale, si rischia una sanzione amministrativa fino a 500 euro (le sanzioni amministrative non sono una novità ed esistevano anche in passato).

Non ci sono scappatoie, il Tar spegne definitivamente le speranze di quei contribuenti che non lo volevano versare: va pagato. Nessuna speranza, quindi, di vedere il canone Rai eliminato dalla bolletta dell’energia elettrica.

Il ricorso, presentato da Altrocosumo e da Codacons, è stato respinto perchè il Tar “ha ritenuto che il ricorso non presentasse profili di fondatezza in relazione alla questione di costituzionalità”.

Il decreto attuativo del canone Rai era stato impugnato dalle due associazioni che lo avevano ritenuto illegittimo “pieno di incongruenze con ulteriori rinvii a nuovi provvedimenti e arischio di errori negli addebiti”.

Il Tar ha però affermato che “l’Avvocatura dello Stato ha dichiarato che l’Agenzia delle Entrate sta accettando tutte le dichiarazioni di non detenzione anche presentate entro il termine ultimo, anche se non redatte sul modulo predisposto, purché conformi nella sostanza alle indicazioni che il modulo prescrive”.

Il canone Rai in bolletta va, quindi, pagato nonostante i clamorosi intoppi burocratici e nonostante le numerose fatture sbagliate. L’unica nota positiva per i contribuenti è che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato modello e istruzioni per ottenere il rimborso qualora il canone Rai non dovuto fosse stato già pagato.

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