I TRENTINI E GLI ALTRI
Non è un caso che a Trento ci sia la facoltà universitaria di sociologia. I trentini infatti costituiscono un caso interessante per chi studia soprattutto i comportamenti in pubblico. Facciamo alcuni esempi. Un operaio di Bedollo entra nel tabacchino, acquista un gratta e vinci e scopre di aver vinto 10 mila euro. Reazione: “Sì, va bem, però en sto paes no se vinze mai de pù… i li manda sempre en zò i biglietti da zentomili”. Questo è niente. La tendenza del trentino è quella di stare sempre sul chi vive. Classica scena in un villaggio per vacanze. “Scusi, lei partecipa al gioco dell’aperitivo?” -Perchè se deve? “No, però è divertente, si vince appunto un aperitivo…” -E che aperitivo se vinzeria, nel caso? “Quello che vuole” – Ah, ma elo complicà sto gioco? “No, il solito gioco da spiaggia” -Ah, no, mi de solit en spiaggia fago le parole incrociate sala…e dopo con tut quel gazèr…no, grazie.
Quando c’è da acquistare qualcosa il trentino tira sempre fuori la sua innaturata diffidenza. “Desidera?” -Voleria comprar en divano. “In pelle, similpelle, stoffa…” – En divano grant, che se poda dormirghe su, che ‘l costa poc. “Guardi, questo è quello che fa per lei…scontato del 50%” – Perché quant costevel senza sconto? “Mille euro” – E come mai ades el vendè per la metà? Elo difettà?
C’è poi la reazione, diversa, del trentino di fronte a manifestazioni collettive. Ad esempio, se ad un concerto rock c’è chi canta la canzone insieme all’artista che sta sul palco il trentino s’infastidisce: “Ma lassa che ‘l canta lù da sol con tuti i soldi che ‘l ciapa”.
O ancora, nella strenua difesa del dialetto. Con scene alla Totò quando un turista straniero chiede informazioni. “Bitte, wo ist Rosministrasse?” – La varda che per le strazze bisogna aspetar el mercà del zobia. “Ich habe nicht vesrtanden” – No, alora la Standa l’è dozento metri pu ‘n vanti.
Ma è l’invidia il sentimento che rode di più i trentini. Lo si nota quando in un condominio arriva ad esempio la cucina nuova dei vicini. “Con quel che i se fa da magnar a casa l’è soldi butai via: i è sempre en pizzeria…”
Oppure il classico arrivo dell’amico con l’auto nuova. “Quant gat dat per sto rotame?” – Guarda che è appena uscita dalla concessionaria, costa 30 mila euro. “I soldi butai nele machine l’è sempre quei pu mal envestidi. Come i te dà le ciavi la val zà la metà”.
E poi il trentino in televisione: inarrivabile. -Ci può dire quali sono gli ingredienti dei canederli lei che vive in questo meraviglioso posto? “Entant i canederli i li fà i crucchi de l’alto adige. E a parte el speck vanzà e el pan vecio no se sa cossa i cghe mete dentro. Quanto al posto meraviglioso, vedelo quel fum lazò? L’è dove i fa la polenta pronta. El vaga lì a domandarghe come l’è fata che i è pu lezui de mi”
Infine gli incontri occasionali. Permeati da grandi silenzi e lunghe pause. Ad esempio nell’attesa all’ufficio postale. “Si perde sempre del tempo prezioso in questi uffici, non trova?” – Sì, anca a parlar de gnente con zent che no te conossi.
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