a cura di Cornelio Galas
(da l’Adigetto.it, 6 settembre 2016)
Se ne è andato all’età di 97 anni Ferdinando Mario Tonon, un compagno prestato al mondo vitivinicolo trentino. Con Lui se ne va uno degli ultimi protagonisti/testimoni di una vicenda, quella dell’antifascismo e della Resistenza, che ha segnato profondamente la nostra terra.
Il Suo percorso di vita rappresenta un paradigma di una generazione che, pur minoritaria, seppe riscattare il Trentino da una diffusa acquiescenza verso il regime fascista e che nel dopoguerra, tra non poche difficoltà ed incomprensioni, seppe tenere viva ed operante la memoria e i valori di quanti, non moltissimi, seppero opporsi alle dittatura e, dopo l’occupazione nazista, impugnarono le armi contro l’invasore in nome dell’italianità del Trentino.
Spesso quelle ormai lontane vicende sono avvolte in un nebbia che non fa giustizia del coraggio di quanti affrontarono, spesso in solitudine, la ferocia della repressione totalitaria.
Basti pensare che Tonon quando fu arrestato aveva solo 18 anni (di quel tempo…) e seppe affrontare con dignità e fermezza il carcere e le sevizie fisiche che lasciarono un segno permanente sul suo corpo e, infine, il confino in quella Ventotene destinata a diventare una superba scuola di antifascismo, di libertà, democrazia e giustizia sociale.
Venne poi la lotta di liberazione nella quale Mario volse un ruolo che ancora oggi Lionello Bertoldi ha puntualmente ricordato.
Ma Tonon fu in tutto e per tutto un uomo con la schiena diritta, per usare una efficace espressione del presidente dell’Anpi Sandro Schmid, in ogni giorno della Sua vita, in ogni Sua attività, da quella legata ad un coerente impegno politico/istituzionale e sindacale nei quali seppe sempre meritarsi un rispetto tutt’altro che scontato anche dagli avversari in tempi di forte contrapposizione ideologica, a quello del lavoro nel mondo dell’agricoltura e in particolare nel settore vitivinicolo del quale fu un profondo conoscitore ed innovatore.
L’Anpi, i suoi amici e compagni di una unga vita lo salutano per l’ultima volta, domani, mercoledì 7 settembre, alle ore 15 al cimitero di Trento. Ai suoi familiari il più fraterno affetto di tutti noi. Ciao «Mario».
(da l’Adige, 6 settembre 2016)
Novantasette anni vissuti con intensità, con la schiena sempre dritta, che piegava solo per raccogliere i suoi amati grappoli d’uva. Si è spento Ferdinando «Mario» Tonon, antifascista e un enologo.
Nel 1937 venne arrestato, mentre distribuiva volantini antifascisti tra la piana Rotaliana e la val di Non. I carabinieri lo fermarono mentre andava in bicicletta: lo perquisirono e gli trovarono addosso il materiale, dei fogli con scritte a mano contro Mussolini.
Andò in prigione a Trento, in via Pilati e poi venne condannato a cinque anni di confino sull’isola di Ventotene. Qui conobbe anche Sandro Pertini, poi venne spostato vicino a Matera e, nel 1940, venne rimesso in libertà vigilata.
Tornò in Trentino ma non smise di lottare, di resistere. Si iscrisse al Partito Comunista, divenne consigliere regionale, fu uno stimato sindacalista e mantenne sempre una grande passione (e competenza) per l’enologia. Contribuì a creare la Confraternita della Vite e del Vino e l’Associazione Italiana Sommelier.
Il rito funebre avrà luogo domani, mercoledì 7 settembre, alle ore 15 presso il cimitero di Trento, mentre il compagno Mario verrà poi seppellito a San Michele all’Adige lo stesso giorno intorno alle 16.30.
“EL REBALTON” IN TRENTINO – 12 – TELEVIGNOLE
Tonon, 90 anni di libertà
(da “Il Trentino” , 10 settembre 2009)
di Renzo Francescotti
Ha compiuto 90 anni in buona salute Ferdinando Tonon, personaggio che ha attraversato da protagonista il 900 trentino. E’ nato a San Michele all’Adige il 24 agosto 1919, ultimo di sette figli. Il 23 giugno 1938 è condannato a 5 anni di confino.
A 19 anni, si era diplomato all’Istituto agrario di San Michele, iniziando a lavorare come tirocinante nell’istituto. Di educazione familiare socialista, Tonon aveva iniziato l’attività clandestina antifascista ed era stato arrestato il 28 aprile, mentre in bicicletta stava diffondendo manifestini antifascisti.
Dalle carceri di Trento finisce a Ventotene, isola nel golfo di Gaeta. Li Ferdinando è il confinato più giovane e, in una stanzetta di pochi metri quadrati, approfondisce gli studi di agraria. Trasferito a Miglionico, in Basilicata, Tonon viene liberato nel febbraio ’40, ma resta sottoposto a sorveglianza. Viene riassunto all’Istituto agrario e assegnato come collaboratore di Rebo Rigotti.
Nel gennaio 1941, Ferdinando è precettato in un reggimento alpini. Dopo alcune settimane di addestramento, di ritorno da una marcia in montagna tra la neve si ammala.
Gli trovano un’infiltrazione polmonare. Sei mesi di cura e rientra al corpo come «idoneo ai servizi sedentari». Poi, il 25 luglio del 1943, cade il fascismo e il 2 settembre Tonon è con gli alpini che scavano tra le macerie della Portèla per recuperare morti e sopravvissuti.
Con l’8 settembre inizia la Resistenza. La vigilia di Capodanno del 1944, Tonon incontra Mario Pasi e il futuro martire gli dice che è il momento di passare all’azione. Per conto del Partito comunista, Tonon si assume la responsabilità della zona della Rotaliana e della Val di Cembra.
Nasce a San Michele il distaccamento Trento della divisione partigiana Gramsci, formazione di 14 uomini comandata da Pietro Ferrari. La piccola formazione è protagonista di sabotaggi e azioni di guerriglia, come l’attacco al presidio militare di Verla di Giovo in cui cade Rodolfo Degasperi.
Il 13 febbraio 1944, nel primo pomeriggio, Ferdinando sta rientrando in bici da Trento carico di materiale di propaganda, di bombe e pistole. Arrivano gli aerei alleati che bombardano la ferrovia del Brennero. Trento subisce il secondo bombardamento più spaventoso dopo quello della Portèla.
Quando Tonon arriva a casa l’edificio è un mucchio di macerie. Sua madre era morta nel ’40, suo padre qualche settimana prima del bombardamento. Con la sorella e la cognata, Ferdinando finisce sfollato sopra Faedo, a Maso Togn, in un’unica stanza senza focolare, senza acqua, senza bagno. Viene finalmente la Liberazione.
ZUM TODE
Nel dopoguerra, Tonon si trasferisce a Trento, si sposa con Teresa e da lei avrà i figli Giuseppina, Erica e Claudio. Nel 1950 è nominato segretario del Comitato provinciale vitivinicolo, un organismo in cui rimane 16 anni dando un apporto fondamentale al rilancio della viticoltura nel Trentino.
Un altro apporto prezioso lo dà all’Istituito Agrario di san Michele. Poi l’attività che gli ha dato maggior visibilità, quella di consigliere regionale e provinciale eletto nella lista del Pci.
Viaggia in una ventina di Paesi facendo parte di delegazioni che studiano l’agricoltura e mettendo a frutto conoscenze ed esperienze in Trentino.
A 90 anni, lucido e in buona salute, Ferdinando Tonon ha scritto la sua autobiografia, stampata in proprio in una cinquantina di copie. L’ha scritta con la cura, la modestia, l’equilibrio, la saggezza che lo contraddistinguono. Gli amici antifascisti dell’Anppia, i partigiani dell’Anpi festeggiano i suoi 90 anni. Auguri Ferdinando.
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