a cura di Cornelio Galas
Forniture di oro della Reichsbank alla BNS
La tabella II mostra i dati disponibili sull’oro acquistato dalle banche svizzere e le concordanze o differenze rispetto ai dati derivanti da documenti della Reichsbank.
Riferimenti:
(1) Reichsbankbücher, U.S. National Archives. Forniture alla BNS e a banche commerciali. Le forniture provenienti da Costanza nella primavera 1945, non più conteggiate nei registri della Reichsbank, sono riprese dalla colonna 5. Per il 1939 i registri della Reichsbank finora compulsati non segnalano trasferimenti.
(2) Reichsbankbücher, U.S. National Archives. Forniture solo alla BNS. Per il 1939 e il 1945, vedi la nota alla colonna 1.
(3) Statistica delle dogane (Jahresstatistik des Aussenhandels der Schweiz), con l’aggiunta dell’oro industriale (salvo per il 1944 e il 1945); vedi colonna 4. Sulla confrontabilità, vedi la nota alla colonna 4.
(4) Solo oro per transazioni bancarie. Anni 1940–1945: secondo Rings 1996, p. 197, oppure Fior 1997, p. 24. Fonte di Rings è la statistica interna sull’oro compilata dalla Direzione generale delle dogane. Copia dei dati venne messa a disposizione di Rings, nel 1984, dall’Archivio federale svizzero; la Commissione possiede i dati nell’originale. Anno 1939: secondo la statistica delle dogane (Jahresstatistik des Aussenhandels der Schweiz 1939). Questa statistica riporta solo i prezzi effettivi (il valore dichiarato) e i dati effettivi di peso (lordo e netto); non riporta i dati in chilogrammi d’oro fino, da cui poi, in base al prezzo fisso dell’oro usato dalla Commissione, si potrebbe calcolare un prezzo. In questo senso le cifre della statistica doganale non si possono confrontare con le altre colonne in assoluto, ma solo in via approssimativa e nel loro andamento tendenziale.
(5) Trasferimenti da Berlino stando alla contabilità di magazzino della BNS, vedi tabella IV.
Commento alla tabella II
Le cifre usate finora dagli studiosi (Rings, vedi colonna 4) si basano sulla statistica delle dogane, ma comprendono solo la voce 869a1 (oro per transazioni bancarie). Nel 1939 il dato compariva ancora nella statistica pubblicata; dal 1940 la statistica fu tenuta solo per uso interno. La Commissione ha integrato le cifre con la voce 869a2 (oro industriale), pubblicata nella statistica delle dogane fino al 1943 compreso (vedi colonna 3). Per il 1944 e il 1945 mancano i valori corrispondenti; come negli anni precedenti, però, dovrebbero essere piuttosto modesti.
Il confronto fra la colonna 3 (importazione di oro in Svizzera secondo la statistica svizzera delle dogane) e la colonna 2 (cifre della Reichsbank sulle forniture alla Svizzera) mostra per gli anni 1942–1944 un’approssimativa concordanza, ma per gli anni 1940 e 1941 differenze non trascurabili.
C’è un’ipotesi plausibile per giustificare la differenza tra le cifre della Reichsbank e quelle delle statistiche doganali svizzere. Particolare vistoso, proprio negli anni 1940 e 1941 giunse in Svizzera una quantità eccezionale di oro dall’Unione Sovietica; è attestato che queste importazioni, però, non furono dirette ma passarono per Berlino. I registri della Reichsbank indicano per queste forniture di «oro russo» a banche svizzere nel 1940/41 un valore complessivo di 166,3 milioni di franchi (38,4 milioni di dollari).
La grande maggioranza, ossia 22.653 chilogrammi d’oro fino per un valore di 110,3 milioni di franchi, giunse alla Società di Banca Svizzera (SBS), mentre l’Unione di Banche Svizzere (UBS) ricevé oro «di provenienza russa» per 6540 kgf (31,8 milioni di franchi); dai registri della Reichsbank risulta, inoltre, che una fornitura dell’istituto d’emissione tedesco alla BNS per 4956 kgf (24,1 milioni di franchi), in transito per Berlino, fu spedita da Mosca. Non è chiaro se in tutti i casi il metallo fosse oro di proprietà sovietica transitato per Berlino, oppure acquistato in Russia dalla Reichsbank e trasportato in Svizzera.
Non soltanto le autorità doganali svizzere sapevano che queste forniture tedesche venivano dall’Unione Sovietica, allora alleata di Hitler; anche il Ministero pubblico della Confederazione e la polizia cantonale zurighese ne erano al corrente. Provenienza e impiego del metallo erano un segreto di Pulcinella: anche l’ambasciata statunitense a Berna disponeva dei dati statistici sull’import/export di oro e informava Washington sulla situazione.
«There was an opportunity several days ago to mention this traffic in a further conversation on this subject with Mr. Rossy [direttore generale della BNS]», scrisse il ministro Leland Harrison, nell’aprile 1940, al segretario di Stato americano. «The latter [Rossy] appeared to be somewhat embarrassed by the citation of the figures showing the large imports by Switzerland of Russian gold and my assumption that the shipments proceeded almost immediately to the United States.
Mr. Rossy stated that the bulk of the Russian gold was assayed and resmelted at Le Locle, at the branch office in that city of the Swiss Bank Corporation (Schweizerischer Bankverein, Basel) and reshipped to the United States where the exchange value was credited to the account of the «Soviet commercial respresentation in New York at the Swiss Bank Corporation’s office in that city. He admitted also that a large part of the recent shipments of gold from Germany (valued at 35 million francs in March alone) consisted of metal of Russian origin.»
Senza analizzare meglio in questa sede i retroscena delle transazioni, si può osservare che le forniture provenienti dalla Reichsbank ma costituite da oro di origine sovietica erano rilevate come tali dalla statistica doganale svizzera; ciò chiarisce, quindi, perché le cifre indicate nei registri della Reichsbank superino così nettamente, negli anni 1940 e 1941, il valore delle importazioni dalla Germania.
Acquisti di oro proveniente dall’SS-Hauptsturmführer Bruno Melmer
Come già menzionato, a partire dall’agosto 1942 l’SS-Hauptsturmführer Bruno Melmer fornì alla Reichsbank, complessivamente per 76 volte, oggetti di valore provenienti da campi di concentramento e di sterminio dell’Europa orientale. Di queste forniture, comprendenti oro delle vittime per un valore di 2,9 milioni di dollari, al deposito dell’istituto tedesco presso la BNS di Berna giunsero lingotti per un peso totale di 119,4914 kgf, pari a un valore di 134.428 dollari o di 581.899 franchi; bisogna però distinguere fra i lingotti che lasciarono la Reichsbank senza modifiche e quelli che invece passarono per la Preussische Münze e lì vennero rifusi.
La tecnica del processo di fusione non consente di accertare come i lingotti di Melmer, fusi insieme ad altro materiale aureo, si distribuirono nei lingotti di nuova produzione; per ora non si sa come vennero reimpiegati quei lingotti. Senza modifiche, cioè senza essere stati fusi dalla Preussische Münze, in Svizzera giunsero solo tre lingotti forniti da Melmer alla Reichsbank, per un peso complessivo di 37,5411 kgf: quelli provvisti dei numeri 36903, 36904 e 36905, facenti parte della settima consegna di Melmer (27 novembre 1942) e spediti dalla Reichsbank alla BNS di Berna il 5 gennaio 1943.
Gli altri acquirenti dei lingotti residui rivenduti senza modifiche furono la Deutsche Bank, la Dresdner Bank, la Degussa e il Consorzio Italiano Esportazioni Aeronautiche. L’oro in lingotti fornito da Melmer alla Reichsbank, giunto in Svizzera solo dopo essere stato rifuso con altro materiale aureo, si ripartì nelle seguenti spedizioni:
- I lingotti della seconda consegna di Melmer (18 ottobre 1942) coi numeri 36873 e 36874, insieme ad altri due (coi numeri 36902 e 36907) giunti alla Reichsbank l’uno con la settima consegna (27 novembre 1942) e l’altro il 2 dicembre 1942, furono inviati alla Preussische Münze il 25 febbraio 1943. Questi quattro lingotti (del peso complessivo di 30,8914 kgf) vennero aggiunti a fiorini olandesi aventi un peso complessivo di 9049,32 kgf; dalla fusione si ottennero 762 lingotti d’uso commerciale. Già il 4 febbraio 1943, però, la Reichsbank aveva rispedito 515 del totale di 762 lingotti prodotti in questa operazione di fusione. I quattro lingotti citati delle consegne di Melmer, giunti alla Preussische Münze solo il 25 febbraio, vennero aggiunti alla miscela nella produzione degli altri 247. Questi ultimi furono inviati alla BNS il 1° aprile 1943; due ulteriori lingotti leggeri, prodotto residuo di quella fusione, vennero venduti alla Deutsche Bank.
- Il lingotto numero 37198, proveniente dalla 31a consegna di Melmer e pesante 0,9981 kgf, giunse alla Reichsbank l’11 novembre 1943; il 24 gennaio 1944 venne trasferito al conto «Asservat DER» dell’istituto. Lo stesso giorno fu consegnato alla Preussische Münze e fuso insieme alle monete olandesi nei nuovi lingotti coi numeri 26062–26654, inviati alla BNS il 23 febbraio 1944.
- I lingotti coi numeri 37192, 37193, 37194 e 37195, provenienti dalla 25a e 26a consegna di Melmer e pesanti complessivamente 50,0608 kgf, giunsero alla Reichsbank il 1° novembre 1943. Da lì furono inviati alla Preussische Münze il 23 febbraio 1944, nell’ambito di una spedizione di 51 lingotti vari con un peso complessivo di 97,0179 kgf. Questa fornitura, a sua volta, rientrava in una vasta operazione di fusione in cui confluirono, fra l’altro, anche lingotti e monete provenienti dal Belgio e dall’Olanda. Dal 23 febbraio 1944 all’8 giugno 1944 il prodotto di fusione così ottenuto (complessivamente 7975,6656 kgf) venne fatto pervenire alla BNS, salvo per 367,3819 kgf.
Operazioni in oro della BNS
Analogamente alla tabella compilata per la Reichsbank, anche la sottostante tabella III si basa su un confronto fra l’origine e l’impiego dell’oro nella BNS. L’oro giunto in Svizzera fu acquistato in massima parte dalla BNS.
Transazioni in oro compiute dalla BNS
Commento alla tabella III
Osservazioni generali
1. I dati qui riportati per le operazioni in oro compiute dalla Banca nazionale svizzera si basano in massima parte sull’elenco dei singoli acquisti e delle singole vendite allestito nel 1997 dallo stesso istituto. Inoltre sono state usate cinque fonti del suo archivio: due sugli stock e sulle transazioni del fondo monetario di conguaglio, due sulle riserve auree mensili, infine i «rapporti trimestrali».
2. I dati qui riportati si distinguono per due motivi formali da quelli pubblicati dalla BNS nel marzo 1997. Da un lato il periodo considerato dalla Commissione è più breve (1.9.1939–30.6.1945) di quello della BNS (1.1.1939–30.6.1945); dall’altro le cifre della Commissione si basano sempre sul prezzo d’acquisto dell’oro alla BNS valido dalla metà del 1940, mentre il comunicato-stampa della BNS utilizza per il 1939 e per il primo semestre 1940 il prezzo valido fino ad allora (vedi sotto). Sostanzialmente, però, le tabelle della Commissione e della BNS coincidono. La correttezza delle cifre è attestata anche dal fatto che la Commissione, utilizzando la contabilità di magazzino, ha ricostruito le stesse quantità di oro ottenute dalla BNS usando i «rapporti trimestrali».
3. Tutti i dati utilizzano il valore di 4869.80 franchi per chilogrammo d’oro fino. Il quadro statistico presentato dalla Commissione nel dicembre 1997 valutava le operazioni del 1939 e in parte quelle del 1940 utilizzando ancora il prezzo dell’epoca (4639.13 franchi per kgf); proprio per questo motivo operava una correzione (al punto VII/3), divenuta invece superflua nella presente tabella.
4. La panoramica statistica del dicembre 1997 prendeva come base, per ogni singolo dato sugli acquisti e sulle vendite, il prezzo effettivo di vendita o di acquisto. Ma nelle transazioni in monete d’oro – specialmente con il mercato – i prezzi effettivamente raggiunti differivano dai prezzi a peso; in quella sede, perciò, tali scarti (guadagni/perdite) sono stati corretti al punto VII/1 («Korrektur der Goldverkäufe auf dem Markt»). Nella presente tabella queste correzioni sono già state comprese nei singoli punti, quindi la voce non compare più separatamente.
5. Con questi aggiornamenti si possono spiegare le differenze tra la presente tabella e quella del quadro statistico allestito nel dicembre 1997; dai presenti valori in franchi, ora è possibile dedurre il peso (cioè la quantità) dell’oro comprato e venduto.
6. La tabella considera unicamente gli acquisti della BNS presso la Reichsbank e non l’importo complessivo delle forniture della Reichsbank alla Svizzera o al suo deposito di Berna. Il totale delle forniture di oro della Reichsbank alla Svizzera non va identificato con le sue forniture al proprio deposito presso la BNS; il primo importo è più alto del secondo perché certe banche commerciali compravano oro direttamente dalla Germania, senza farlo passare dal deposito bernese della Reichsbank presso la BNS. È importante, inoltre, distinguere le forniture della Reichsbank al suo deposito bernese dalle vendite alla BNS: oro di quel deposito, per un valore di 470 milioni di franchi, in effetti venne venduto dalla Reichsbank a varie banche centrali e commerciali (Portogallo, Svezia, Romania, Slovacchia, Spagna, BRI, banche commerciali svizzere, diversi).
7. Gli importi in tabella comprendono la totalità dell’oro acquistato dalla BNS, quindi anche quello delle partite rivendute regolarmente alla Confederazione (la cui somma è indicata alla voce «Confederazione»).
8. Si è tenuto conto delle operazioni eseguite col fondo monetario di conguaglio.
Commento alle cifre
I. Stock iniziale. Lo stock in oro al 1° settembre 1939 ammontava a 2860 milioni di franchi (compreso il fondo monetario di conguaglio); questo stock rappresentava le riserve valutarie della Svizzera all’inizio della guerra.
II. Potenze dell’Asse. Gli acquisti in oro da potenze dell’Asse ammontarono, al netto, a 1357 milioni di franchi (in maggioranza operazioni compiute con la Germania).
II/1. Germania. Le forniture della Deutsche Reichsbank ai vari depositi gestiti dalla BNS ammontarono complessivamente a 1638 milioni di franchi, di cui 1231 versati dalla BNS. L’importo restante si riferisce a oro venduto dalla Reichsbank a varie altre banche che possedevano un deposito a Berna.
II/2. Italia. Sull’oro per 150 milioni di franchi acquistato all’Italia, un quantitativo pari a 52 milioni rientrava in un credito garantito di 125 milioni di franchi, concesso nel 1940 da un consorzio di banche commerciali svizzere. Poiché l’Italia non restituì l’intero prestito, il 20 aprile 1944 la Banca d’Italia, allora sotto l’influsso delle autorità d’occupazione tedesche, trasferì quell’importo in oro alla BNS. Il restante oro per 98 milioni di franchi fu acquistato dalla BNS in cinque transazioni, di cui due avvennero nel settembre 1939, una nel marzo 1942, una nel maggio 1942 e l’ultima nell’aprile 1943.
II/3. Giappone. Oro per un valore di quasi 5 milioni di franchi fu venduto al Giappone il 9 aprile 1945 (deposito della Yokohama Specie Bank presso la BNS).
III. Alleati. Gli acquisti lordi di oro alleato ammontarono a 2977 milioni di franchi. Queste operazioni dipesero dal fatto che gli Alleati avevano bisogno di franchi (spese per diplomatici e per attività dei servizi segreti, rappresentanza d’interessi, spese per aiuti umanitari); gli acquisti della BNS, perciò, furono cospicui fin dall’estate 1941 e aumentarono ulteriormente all’inizio del 1944.
III/1. USA. Solo dagli Stati Uniti la BNS acquistò oro per un importo lordo di 2243 milioni di franchi.
III/2. Gran Bretagna. La BNS acquistò oro britannico per 669 milioni di franchi.
III/3. Canadà. Dalla banca centrale canadese la BNS acquistò oro per 65 milioni di franchi.
IV. Altri acquirenti netti. La BNS compì cospicue operazioni in oro con vari paesi europei come Portogallo, Spagna e Romania. Il compratore più importante, il Portogallo, acquistò oro (al netto) per 452 milioni di franchi, soprattutto verso la fine del 1942. La Spagna effettuò, dall’inizio del 1942, acquisti per 185 milioni, mentre quelli della Romania ammontarono (al netto) a 102 milioni di franchi. Altri paesi compirono transazioni analoghe, ma in misura più modesta. L’Ungheria comprò oro per 16 milioni di franchi, la Slovacchia per 11 milioni e la Turchia per 15 milioni.
V. Altri venditori netti. Con l’Argentina ebbero luogo transazioni per un valore complessivo di 33 milioni di franchi negli anni 1941, 1943 e 1944. Gli acquisti dalla Francia, per un totale di 193 milioni di franchi svizzeri, si distribuirono soprattutto nel periodo tra l’inizio del 1941 e la fine del 1942; le operazioni del 1942 riguardarono varie monete (marenghi, napoleoni, sovrane, aquile), per un valore di 30 milioni di franchi. Le transazioni con la Grecia (monete d’oro per 0,5 milioni di franchi) si svolsero all’inizio del 1941. Con la Svezia la BNS effettuò varie operazioni d’acquisto (fine 1941 – inizio 1942, fine 1944 – prima metà del 1945), ma il 24 febbraio 1942 vendette a Stoccolma 50 lingotti d’oro; in totale i suoi acquisti dalla Svezia ammontarono a 75 milioni di franchi.
VI. Diversi.
VI/1. BRI. Con la Banca dei regolamenti internazionali ebbero luogo vari acquisti e vendite per tutta la durata della guerra; la BNS comprò oro, soprattutto tra la fine del 1940 e il 1941, per un importo netto di 43 milioni di franchi.
VI/2. Mercato. Nelle operazioni in oro della BNS rientrarono anche le vendite al mercato svizzero tramite banche commerciali (516 milioni di franchi), vendite destinate a togliere dalla circolazione mezzi di pagamento e a stabilizzare il corso del franco. Data la forte domanda del mercato svizzero, la BNS rifornì direttamente di oro anche l’industria, per un valore complessivo di 80 milioni di franchi. Quanto alle monete d’oro, per il 1939 si è tenuto conto soltanto del quarto trimestre.
VI/3. Confederazione. Questa voce si riferisce alle quantità di oro vendute dalla BNS alle autorità federali, soprattutto nell’ambito della politica di «sterilizzazione»; alla fine del periodo qui preso in esame, gli acquisti della Confederazione ammontavano a un importo netto di 819 milioni di franchi.
VI/4. Zecca federale. Questa voce segnò, salvo per un acquisto di oro compiuto alla fine del 1939 (323.000 franchi), soprattutto movimenti relativi alla coniazione di marenghi d’oro (dall’inizio del 1945).
VII. Totale acquisti/vendite. Sommatoria degli acquisti o delle vendite. In totale la BNS comprò oro per 5202 milioni di franchi e ne vendé per 3438 milioni; i suoi acquisti corrispondono, quindi, a un importo netto di 1764 milioni di franchi.
VIII. Differenze. Differenza fra gli acquisti netti calcolati (voce VII) e la contabilità dello stock (riserve finali meno riserve iniziali); tale differenza, dovuta a differenze di peso e di corso nonché ad arrotondamenti, rispetto al volume complessivo delle vendite e degli acquisti effettuati è estremamente piccola.
IX. Stock finale. Il 30 giugno 1945 le riserve auree della BNS corrispondevano a 4623 milioni di franchi.
Transazioni in oro compiute dalla Reichsbank tramite la BNS
Dalla tabella I risulta quanto oro la Reichsbank spedì alla BNS durante la guerra, sul proprio conto a Berna o sui depositi di altre banche centrali o della BRI. Secondo i registri dell’istituto tedesco, il valore di questi trasferimenti fisici da Berlino (comprese le spedizioni compiute da Costanza nell’aprile 1945) fu di 1678,5 milioni di franchi; la BNS acquistò oro per 1231,1 milioni di franchi, pari circa ai tre quarti di tutte le forniture della Reichsbank durante il conflitto.
Come si sa da più studi, nel deposito bernese della Reichsbank avvennero movimenti notevoli di oro senza che la BNS intervenisse in funzione di acquirente: quantità piuttosto cospicue di oro tedesco affluirono ai depositi bernesi di altre banche centrali (soprattutto quelle del Portogallo e della Svezia) nonché a quello della BRI. Queste operazioni compiute a Berna sono riassunte nella tabella IV.
Commento alle tabelle V/1 e V/2
Per le forniture di oro alle banche commerciali va notata la differenza tra la spedizione del metallo e il suo acquisto da parte del destinatario. I dati in tabella riguardano il trasferimento fisico (la fornitura) di oro agli acquirenti in Svizzera, ma non danno ragguagli sul cambio di proprietà (acquisto/vendita) eventualmente connesso con l’operazione; non indicano chi fossero gli acquirenti effettivi dell’oro preso in consegna da banche svizzere.
Subito dopo la guerra, le autorità d’occupazione americane sequestrarono e compulsarono i registri della Reichsbank. I dati ivi contenuti sulle spedizioni di oro a banche commerciali svizzere, utilizzati nel 1946 durante i negoziati per l’accordo di Washington, sono documentati nelle opere uscite sull’argomento.
Per quanto riguarda i trasferimenti agli istituti finanziari svizzeri, anche lo studio pubblicato da Sidney Zabludoff nell’ottobre 1997 si basa su fonti americane e ripete le stesse cifre: stando ai calcoli del 1946, durante la guerra (dalla metà del 1940) venne fornito oro a banche commerciali svizzere per un valore di 20,3 milioni di dollari, corrispondenti a 87,3 milioni di franchi.
Benché sia le autorità d’occupazione americane (1946) sia la Commissione abbiano utilizzato copie dei registri della Reichsbank, il confronto fra i risultati delle due analisi mostra nette differenze: secondo i calcoli della Commissione le forniture di oro a grandi banche svizzere negli anni 1940 e 1941 furono molto più cospicue di quanto si pensasse finora. Mentre i dati americani indicano forniture per un valore complessivo di circa 20 milioni di dollari, l’importo determinato dalla Commissione corrisponde a 56,3 milioni di dollari (vedi tabella V/1).
Se si considera il suddetto periodo di studio degli Alleati (solo dalla metà del 1940 al 1946), lo scarto si può parzialmente spiegare: secondo le analisi della Commissione, una buona parte delle forniture a grandi banche svizzere ebbe luogo nei primi mesi del 1940. Proprio questa fase di forniture intense della Reichsbank, tuttavia, non venne presa in considerazione nel 1946 (o lo fu soltanto in parte) nei rilevamenti della forza alleata d’occupazione.
Come risulta da varie fonti, i calcoli americani poi utilizzati durante le trattative per l’accordo di Washington si riferivano solo al periodo cominciato all’inizio del maggio 1940; molto probabilmente tennero conto, anzi, solo delle spedizioni compiute dalla Reichsbank a partire dal 30 giugno 1940.
Nella tabella V/1 i trasferimenti tedeschi di oro alla Svizzera sono suddivisi per semestri. I dati mostrano che, sul valore totale di tutte le forniture alle grandi banche, ricadde nel periodo anteriore alla fine del giugno 1940 un importo di 26,6 milioni di dollari (115,2 milioni di franchi), corrispondente a 23,7 tonnellate di oro. Tale importo comprende oro di provenienza sovietica (circa 1 tonnellata) consegnato dalla Reichsbank all’UBS, nonché tutti i trasferimenti di «oro russo» effettuati durante la guerra da Berlino alla filiale di Le Locle della SBS (vedi il commento alla tabella II).
Togliendo queste forniture della Reichsbank relative al primo semestre 1940 dal totale dell’oro spedito da Berlino, in base al corso del dollaro qui utilizzato (quello del 1945) si ottiene un importo residuo di 29,7 milioni di dollari. Questo valore è comunque di circa 9,4 milioni di dollari superiore rispetto al totale calcolato dagli Alleati, subito dopo la guerra, per le transazioni della Reichsbank con le banche commerciali svizzere. La differenza residua si può spiegare in ampia misura come segue.
Come esposto nel commento alla tabella II, l’ente d’emissione tedesco fornì oro di provenienza sovietica anche dopo il primo semestre 1940. Stando ai suoi registri, oltre che alla BNS il metallo andò, dalla metà del 1940, soltanto all’UBS di Zurigo; quest’ultima ricevette, oltre alla citata fornitura di 1 tonnellata, oro di origine sovietica per 5,5 tonnellate, corrispondenti a 6,2 milioni di dollari (27 milioni di franchi).
Uno studio interno dell’UBS, sottoposto alla Commissione nel marzo 1998, analizza i retroscena storici di ognuna di quelle spedizioni, concludendo che i trasferimenti dell’«oro russo» via Berlino dalla metà del 1940 servirono, in massima parte, a pagare merci svizzere spedite in Unione Sovietica.Stando alle indicazioni di tale studio, l’istituto avrebbe rivenduto diverse delle partite ricevute di lingotti alla BNS, che pagò l’oro in franchi oppure acquistando dollari a New York per conto della stessa UBS; il fatto è confermato da verifiche della Commissione.
Transazioni simili non restarono nascoste alle autorità americane (vedi il commento alla tabella II); poiché però evidentemente non si trattava di acquisti di oro dalla Reichsbank ma di traffici di transito con partner contrattuali sovietici via Berlino, dopo la guerra queste operazioni non vennero considerate forniture tedesche.
Nell’elenco degli Alleati (tabella V/3) il nome dell’UBS, in effetti, non figura neppure; le autorità americane, quindi, non considerarono la banca come acquirente di oro della Germania. Se i trasferimenti di «oro russo» via Berlino all’UBS dopo la metà del 1940, pari a 6,2 milioni di dollari, vengono sottratti all’intero volume delle spedizioni della Reichsbank a banche commerciali svizzere, la differenza fra i calcoli alleati del 1946 e quelli della Commissione si riduce a 3,2 milioni di dollari; forse con ulteriori sforzi questa lacuna della ricerca si potrebbe colmare.
La Commissione sapeva dell’esistenza, presso la SBS, di uno studio interno che avrebbe potuto dare ulteriori contributi in questa direzione; non l’aveva ricevuto, tuttavia, alla data in cui concluse le sue ricerche per il rapporto intermedio che stiamo analizzando.