Ottobre-novembre 1940 – L’Italia attacca la Grecia, che reagisce e blocca l’occupazione;
Marzo-aprile 1941 – Seconda offensiva italiana e attacco tedesco alla Grecia, costretta alla resa
28-30 aprile 1941 – gli italiani occupano le isole Ionie, tra cui Cefalonia, dove si insedia la divisione Acqui, guidata dal gen. Chiminello, quindi dal giugno 1943 dal gen. comando militare di Atene (gen. Vecchiarelli) che dipende a sua volta dal comando tedesco in Grecia.
A Cefalonia si insedia anche un contingente tedesco. Nel periodo successivo non si registrano particolari problemi né tra italiani e tedeschi, né con la popolazione greca.
8 settembre ’43 – mentre gli italiani festeggiano l’armistizio, i tedeschi avviano l’operazione di disarmo e cattura degli ex alleati;
9-14 settembre – gli italiani non accettano di consegnare le armi – si avviano trattative – alcuni scontri tra italiani e tedeschi;
15-22 settembre – fallite le trattative, si apre una vera e propria battaglia tra tedeschi e italiani; pesante intervento dell’aviazione tedesca, impegnativa resistenza, il 22 gli italiani si arrendono alle truppe tedesche;
23-28 settembre 1943: i tedeschi effettuano rastrellamenti e fucilazioni dei soldati e degli ufficiali italiani. Molti vengono avviati su navi, alcune delle quali affondano urtando mine, per essere poi deportati in Germania. Alcuni italiani che riescono a sfuggire al massacro e alla cattura si uniscono alla resistenza greca.
La divisione di fanteria da montagna Acqui, come detto nella prima puntata, viene costituita il 15 dicembre del 1938 a Merano col nome dell’omonima brigata di fanteria nata nel 1821 nell’Esercito piemontese e rimasta nell’Esercito italiano fino al 1926. Nel settembre 1939 è spostata alla frontiera francese, in valle Stura, quindi rimane ad Alba nel corso dell’inverno.
Partecipa all’offensiva contro l’Armée des Alpes e il 24 giugno raggiunge le fortificazioni francesi nel momento in cui entra in vigore l’armistizio; in luglio la divisione è ritirata dal fronte e parzialmente smobilitata. Il 18 novembre giunge però l’ordine di prepararsi a partire per l’Albania, per l’attacco alla Grecia.
I reparti della divisione si imbarcano da Brindisi per l’Albania nella seconda metà di dicembre e subito sono coinvolti nell’emergenza dell’esercito italiano a causa della controffensiva dell’esercito greco, anche se ancora privi di parte dei materiali e dei mezzi di trasporto, in particolare degli automezzi e dei quadrupedi. Le perdite sono molto alte, ma i battaglioni combattono con decisione.
Dopo un periodo di riorganizzazione in febbraio e marzo, il 14 aprile la divisione partecipa all’offensiva finale, coordinata con l’attacco tedesco alla Grecia, quindi giunge l’armistizio.
A fine aprile 1941 la Acqui è impegnata nell’occupazione delle isole Ionie, in particolare di Corfù. Tra il 20 dicembre 1940 e il 23 aprile 1941, la divisione ha 481 morti, 1.163 dispersi,
1.361 feriti e 672 congelati soprattutto tra i due reggimenti di fanteria della divisione, il 17° e il 18°; molto alte sono le perdite tra gli ufficiali.
Le immagini che proponiamo – tratte dal libro “Arrendersi o combattere – storia fotografica della Divisione Acqui” di Carlo Palumbo, presentato nel 2013 in occasione del settantesimo anniversario dei Caduti di Cefalonia – permettono di seguire il percorso degli uomini della divisione Acqui da Alba a Merano, dove sono salutati dal principe ereditario Umberto, quindi a Brindisi, da cui si imbarcano per Valona in Albania.
Vi sono poi le fotografie relative ai durissimi mesi di guerra in Albania, dove, nel marzo 1941, arriva in visita Mussolini, in attesa dell’offensiva che avrebbe dovuto chiudere vittoriosamente la guerra. Le ultime immagini – per ragioni di spazio le pubblicheremo in altre puntate – documentano l’imbarco da Igoumenitza per Corfù.
Le fotografie provengono soprattutto da due archivi: quello di Renzo Apollonio e quello di Luigi Vender. Il primo, già capitano del 33° reggimento artiglieria, è stato, oltre che tra i protagonisti della lotta antitedesca del settembre 1943, presidente dell’associazione Acqui per molti anni. In questo ruolo ha potuto raccogliere un’ampia documentazione oggi conservata ad Arezzo, presso l’Istituto storico autonomo dei militari italiani all’estero.
L’archivio di Luigi Vender è oggi proprietà privata della famiglia, a Lovere in provincia di Bergamo. Anche Vender, allora sergente, poi sergente maggiore, apparteneva al 33° reggimento. Questo spiega il carattere della documentazione, che rappresenta soprattutto l’artiglieria. Da notare che nelle due serie di fotografie sono documentate le operazioni di imbarco a Brindisi nelle motonavi Viminale e Città di Agrigento.
Alcune altre foto provengono dall’Archivio personale di Amos Pampaloni, anche lui capitano del 33° reggimento come Apollonio. Le fotografie sono state pubblicate in varie opere a cui Pampaloni ha collaborato come testimone e attivo commentatore di quelle vicende fino a pochi anni fa. Altre foto provengono infine dall’archivio privato di Mario Gelera.
Italia 1940. Un reparto della Acqui sfila in una località non indicata. Archivio Renzo Apollonio.
Italia 1940. Un gruppo di soldati della Acqui in una località imprecisata. Archivio Renzo Apollonio.
Zogno (Val Brembana), maggio 1940. Si abbeverano i cavalli. Archivio Luigi Vender.
Alba (Cn), autunno 1940. Sfila la batteria di Amos Pampaloni. Dopo il fronte occidentale è in partenza per l’Albania. Archivio Amos Pampaloni.
Alba (Cn). Rapporto degli ufficiali durante la sfilata. Pampaloni è il secondo da destra. Archivio Amos Pampaloni.
Alba (Cn), autunno 1940. «Questi uomini, dopo tanto tempo, sono come una famiglia». La batteria di Pampaloni in attesa della sfilata. Archivio Amos Pampaloni.
Silandro (Bz), autunno 1940. Schieramento di un reparto della divisione Acqui prima della partenza per l’Albania. Archivio Renzo Apollonio.
Italia, zona di Merano, 15 agosto 1940. Schieramento della 44a sezione Sanità della divisione Acqui. Archivio Renzo Apollonio.
Merano, dicembre 1940. Il Principe ereditario Umberto di Savoia saluta la Acqui in partenza per il fronte greco-albanese. A destra il generale di corpo d’armata Camillo Mercalli, a sinistra il generale di brigata Adamo Mariotti, comandante della Acqui. Archivio Renzo Apollonio.
Merano, dicembre 1940. Il Principe ereditario Umberto di Savoia saluta la Acqui in partenza per il fronte greco-albanese. Archivio Renzo Apollonio.
Gennaio 1942. «L’aria sottile di Merano stuzzica l’appetito». Archivio Renzo Apollonio.
Ufficiali della Acqui. Archivio Renzo Apollonio.
Porto di Brindisi, metà dicembre 1940. In attesa della partenza per l’Albania. Archivio Luigi Vender.
Porto di Brindisi, metà dicembre 1940. In attesa della partenza per l’Albania. Archivio Luigi Vender.
Porto di Brindisi, metà dicembre 1940. In attesa della partenza per l’Albania. Archivio Luigi Vender.
Brindisi, metà dicembre 1940. Fervono i preparativi per l’imbarco. Archivio Luigi Vender.
Brindisi, metà dicembre 1940. Fervono i preparativi per l’imbarco. Archivio Luigi Vender.
Brindisi, metà dicembre 1940. Caricamento di automezzi di una batteria sul piroscafo Viminale. Archivio Renzo Apollonio.
Brindisi 16 dicembre 1940. Un rimorchiatore guida il Viminale fuori del porto. Archivio Renzo Apollonio.
Metà dicembre 1940. Sulla motonave Città di Agrigento durante la traversata Brindisi-Valona. Archivio Luigi Vender.
Metà dicembre 1940, traversata Brindisi-Valona. Un gruppo di alpini. Archivio Luigi Vender.
Metà dicembre 1940. «Dove sono gli alpini? Nascosti per non vedere il mare!» Archivio Luigi Vender.
Canale d’Otranto, 16 dicembre 1940. La fanfara del 33° reggimento artiglieria suona durante la traversata. Archivio Renzo Apollonio.
Canale d’Otranto, 16 dicembre 1940. Il Viminale in navigazione verso Valona. Archivio Renzo Apollonio.
Valona, 17 dicembre 1940. Accatastamento di materiali appena sbarcati sul pontile. Archivio Renzo Apollonio.
Valona, 18 dicembre 1940. Archivio Renzo Apollonio.
Valona, lo sbarco dei muli. Archivio Luigi Vender.
Albania, dicembre 1940. Elementi di retrovia di un reparto del 17° reggimento schierati in difesa di un passo. Archivio Renzo Apollonio.
Trasferimento dal porto di Valona, 23 dicembre 1940. Archivio Luigi Vender.
Albania, in posa. Archivio Luigi Vender.
Valona, 23 dicembre 1940. Archivio Luigi Vender.
Albania, Passo Logora, 25 dicembre 1940. Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, 28 dicembre 1940. La mulattiera del Pellumbit denominata «della morte», perché costantemente battuta dall’artiglieria ellenica. Archivio Renzo Apollonio.
Val Shushica, gennaio 1941. Profughi albanesi rimasti tra lo schieramento ellenico e quello italiano, in attesa di smistamento nelle retrovie. Archivio Renzo Apollonio.
Dermy (Albania), 15 gennaio 1943. Famiglia albanese. Archivio Luigi Vender.
Dermy (Albania), gennaio 1941. I primi caduti a pochi giorni dallo sbarco. Archivio Luigi Vender.
Dermy (Albania), gennaio 1941. Veglia in armi per un caduto. Archivio Luigi Vender.
Dermy (Albania), gennaio 1941. Un reparto della Acqui accompagna un compagno caduto. Archivio Luigi Vender.
Dermy (Albania), gennaio 1941. Osservatorio avanzato, quota 594. Archivio Luigi Vender.
Albania 1941. In colonna durante un trasferimento. Archivio Luigi Vender.
Albania, gennaio 1941. Nel fango albanese. Archivio Luigi Vender.
Albania 1941. Si costruisce una strada per evitare di affondare nel fango. Archivio Luigi Vender.
Albania. In marcia. Archivio Luigi Vender.
Albania. In sosta. Archivio Luigi Vender.
Albania. Val Shushica, 25 gennaio 1941. Pezzo della 7a batteria del 3° gruppo del 33° reggimento artiglieria colpito e reso inutilizzabile dall’azione di controbatteria ellenica. Archivio Renzo Apollonio.
Val Shushica, febbraio 1941. Il cappellano del 33° reggimento artiglieria, padre Romualdo Formato, sulla linea dei pezzi degli artiglieri della 7a batteria. Archivio Renzo Apollonio.
Val Shushica, febbraio 1941. Artiglieri della 7a batteria del 3° gruppo del 33° reggimento artiglieria impegnati in lavori di fortificazioni campali. Archivio Renzo Apollonio.
Il rancio è servito. Il caporale Guido Paris in piedi a sinistra. Nato nel 1918, giunge a Valona il 20 dicembre 1940 col 33° reggimento artiglieria sul piroscafo Città di Agrigento.Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, febbraio 1941. Adunata per il rancio per la 7a batteria del 33° reggimento. Archivio Renzo Apollonio.
Val Shushica, 4 marzo 1941. Azione di fuoco della 7a batteria sulle posizioni elleniche. Archivio Renzo Apollonio.
Albania 1941. Il colonnello Bonaccorsi, comandante del 33° reggimento artiglieria. Archivio Luigi Vender.
Albania 1941. Padre Formato celebra la messa. Archivio Luigi Vender.
Albania 1941. Una batteria del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, Bratay, febbraio 1941. Il colonnello Bonaccorsi. Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, Bratay. Cappella dedicata al 33° reggimento artiglieria in fase di costruzione. Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, Bratay. Padre Formato benedice la cappella del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.
Val Shushica, Bratay. Padre Formato celebra la messa per il 33° reggimento. Archivio Luigi Vender
Val Shushica, Bratay. Archivio Luigi Vender.
Albania. Una batteria d’artiglieria del 33° reggimento in azione. Archivio Luigi Vender.
Bratay, 8-9 marzo 1941. Mussolini visita il fronte greco-albanese, in attesa dell’offensiva italiana che si spera decisiva per le sorti della guerra. Archivio Renzo Apollonio.
Bratay, 8-9 marzo 1941. Mussolini visita il fronte greco-albanese. Archivio Renzo Apollonio.
Bratay, 8-9 marzo 1941. Mussolini visita il fronte greco-albanese. Archivio Renzo Apollonio.
Bratay, 8-9 marzo 1941. Mussolini visita il fronte greco-albanese. Archivio Renzo Apollonio.
Bratay, 8-9 marzo 1941. Mussolini visita il fronte greco-albanese. Archivio Renzo Apollonio.
Bratay, 9 marzo 1941. È riconoscibile il maresciallo Ugo Cavallero, morirà in circostanze misteriose il 13 settembre 1943 nella sede del comando tedesco di Frascati. Archivio Renzo Apollonio.