CEFALONIA 1943, TANTE “VERITÀ” – 3

a cura di Cornelio Galas

Altre immagini tratte dal libro “Arrendersi o combattere – storia fotografica della Divisione Acqui” di Carlo Palumbo, presentato nel 2013 in occasione del settantesimo anniversario dei Caduti di Cefalonia. Sono foto che, per certi versi, non avrebbero nemmeno bisogno della didascalia, anche se in realtà questa è essenziale per inquadrare meglio tempi e luoghi di una delle peggiori vicende militari della seconda guerra mondiale.

Bratay 10 marzo 1941. «… era l’angolo consolatore». Archivio Luigi Vender.

Bratay. Il comandante del reggimento in raccoglimento. Archivio Luigi Vender.

Cimitero di guerra di Bratay (Albania). Benedizione delle salme prima della sepoltura. Archivio Renzo Apollonio.

Albania. Un picchetto d’onore. Archivio Luigi Vender.

Fronte greco-albanese 1941. Si celebra la messa. Archivio Renzo Apollonio.

Val Shushica, Bratay. Cimitero di guerra italiano. Archivio Renzo Apollonio.

Val Shushica, 18 aprile 1941. In avanzata da Kuc a San Basilio, verso Santi Quaranta. Archivio Renzo Apollonio.

Castello di Borsh (Albania), 19 aprile 1941. Il sottocomandante di una batteria someggiata invoca dall’alto di un minareto la benedizione di Allah sui suoi colleghi. Archivio Renzo Apollonio.

Castello di Borsh (Albania), 19 aprile 1941. Moschea. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Un momento di spensierata allegria. Guido Paris è il quarto da destra. Archivio Luigi Vender.

Albania, aprile 1941. «In gita o in marcia?». Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Un alpino del 33° reggimento col suo fedele mulo. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Il sergente Luigi Vender è il quinto da sinistra. Nato nel 1915, è arrivato a Valona il 20 dicembre 1940 sul piroscafo Città di Agrigento. Archivio Luigi Vender.

Alpini guardano stupiti la donna albanese con un grosso carico sulle spalle. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Trasmissioni del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Si smobilita il campo. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Sotto la foto: «Villini dei guerrieri in Hundetshova». Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. «Anche al fronte ci si sbarba». Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Casa distrutta. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Una batteria mimetizzata. Vender è il primo da destra. Archivio Luigi Vender.

Hundetshova (Albania), 20 aprile 1941. «Si canta pensando a…». Archivio Luigi Vender.

Hundetshova (Albania), 25 aprile 1941. Il comandante Bonaccorsi. Archivio Luigi Vender.

Hundetshova (Albania), 27 aprile 1941. Messa al campo per un reparto del 33° reggimento artiglieria. Archivio Renzo Apollonio.

Albania 1941. Ufficiali del 33° reggimento. A destra il colonnello Bonaccorsi. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Guado di un fiume con un carriaggio. Archivio Luigi Vender.

Albania 1941. Guado di un fiume con un carriaggio. Archivio Luigi Vender.

Silandro, Merano 1941. Il campo di addestramento del 17° reggimento fanteria. Archivio Mario Gelera.

Silandro, Merano 1941. Il campo di addestramento del 17° reggimento fanteria. Archivio Mario Gelera.

Silandro, Merano 1941. Il campo di addestramento del 17° reggimento fanteria. Archivio Mario Gelera.

Porto Edda/Santi Quaranta, 29 aprile 1941. Sosta in attesa di imbarco per Igoumenitsa. Archivio Renzo Apollonio.

Maggio 1941. Inaugurazione del ponte sul basso Kalamas, costruito dal genio militare in sostituzione di quello di barche. Archivio Renzo Apollonio.

Maggio 1941. Un reparto di artiglieria attraversa il ponte sul basso Kalamas. Archivio Renzo Apollonio.

Data e luogo non indicati. Un reparto del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Porto Edda/Santi Quaranta, 9 maggio 1941. La bandiera del 18° reggimento fanteria. Archivio Renzo Apollonio.

Porto Edda/Santi Quaranta, 9 maggio 1941. Sfilata dei reparti del 17° reggimento fanteria in occasione della Festa dell’Impero. Archivio Renzo Apollonio.

Porto Edda/Santi Quaranta, 9 maggio 1941. Sfilata del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Porto Edda/Santi Quaranta, 9 maggio 1941. Sfilata del 33° reggimento. In testa il capitano Renzo Apollonio. Archivio Renzo Apollonio.

Santi Quaranta/Porto Edda, 9 maggio 1941. Sfilata di una batteria someggiata per la Festa dell’Impero. Archivio Luigi Vender.

Porto Edda/Santi Quaranta, 9 maggio 1941. Sfilata del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Maggio 1941. In attesa dell’imbarco per Corfù. Archivio Luigi Vender.

Igoumenitsa, maggio 1941. I terribili segni delle distruzioni subìte nel primo periodo della guerra. Archivio Renzo Apollonio.

12 maggio 1941. Plotone schierato per la partenza per Corfù. Archivio Luigi Vender.

12 Maggio 1941. Sul mare, in vista di Corfù. Archivio Luigi Vender.

L’occupazione della Grecia e delle Isole Ionie 1941-1943ù

di Carlo Palumbo

Le Isole Ioniche avevano subito una lunga dominazione veneziana fino al 1797. Dopo il protettorato inglese, nel 1864 erano state annesse al regno di Grecia. Mussolini pensava a una vera e propria annessione all’Italia, anche se la popolazione era di etnia greca.

Le cinque isole principali sono Kerkira (Corfù), Léfkadi, Santa Maura sotto Venezia, Cefalonia e la vicina Itaca, Zacinto o Zante. L’unica cittadina significativa dell’arcipelago è Corfù, mentre il capoluogo di Cefalonia, Argostoli, è più un grosso paese. L’occupazione italiana è affidata ai reparti della Acqui per l’aspetto militare. Vi sono anche un centinaio di dirigenti e funzionari civili.

Dal febbraio del 1942 è in uso la dracma ionica, sotto il controllo dell’autorità italiana. Nei primi mesi le isole non hanno grande rilevanza strategica, ma alla fine del 1942 esse possono costituire la linea di difesa contro una possibile invasione della Grecia, soprattutto Cefalonia, che chiude il golfo di Patrasso.

All’inizio la divisione era concentrata a Corfù col 17° reggimento fanteria, mentre il 18° rimaneva sulla costa greca; nel corso del 1942, mentre il 17° reggimento passa a occupare le isole di Cefalonia, Santa Maura e Zacinto, a Corfù viene trasferito il 18° reggimento e vi rimane il Comando di divisione.

I reparti sono impegnati in attività di routine, nonostante i numerosi allarmi per l’attività degli inglesi contro i convogli. Gli attacchi contro le istallazioni militari delle isole sono invece abbastanza rari. Quello italiano è comunque un esercito di occupazione e risultano particolarmente impegnative le attività per il controllo della vita civile: a Corfù e ad Argostoli vi sono centinaia di prigionieri greci, sia civili sia militari, tuttavia non vi sono azioni armate contro gli italiani.

Accanto ai compiti repressivi vi sono anche molti esempi di fraternizzazione tra soldati italiani e popolazione locale. Alla fine del 1942 la Acqui si concentra a Cefalonia, dove si trasferisce il Comando della divisione e il grosso del 33° reggimento artiglieria, mentre da Santa Maura e da Zacinto arriva il 317° reggimento fanteria.

Altri reparti, soprattutto artiglieria, giungono sull’isola poco prima dell’8 settembre 1943, tra questi un reggimento di granatieri tedeschi e una batteria di semoventi.

La documentazione fotografica che presentiamo è frammentaria. È documentato l’arrivo italiano nelle isole di Corfù e di Cefalonia. Le truppe italiane giungono a Corfù alla fine di aprile 1941, dopo avere attraversato il breve tragitto di mare che separa l’isola dall’imbarco di Igoumenitza.

Seguono le immagini della cittadina, del porto e della fortezza nuova, a volte con i segni dell’attacco italiano, della vita civile. A Cefalonia invece gli italiani arrivano dal cielo con truppe aviotrasportate, lanciate agli inizi di maggio 1941, come si può vedere da alcune delle immagini.

Fotografie e cartoline illustrano il movimentato paesaggio che circonda Argostoli, il capoluogo, col porticciolo, l’insenatura chiusa dal capo San Teodoro, il paese di Lixuri sulla penisola di Paliki, le montagne dell’interno e le colline costiere.

Nella prima parte della sezione prevalgono le immagini di Corfù, poi quelle di Cefalonia, a ricordare i due differenti momenti della presenza della divisione nelle due isole. Anche nella seconda sezione gran parte delle immagini proviene dal Fondo Apollonio, mancano però le lunghe sequenze omogenee. Le fotografie e più raramente le cartoline sono state raccolte in occasioni assai diverse e provengono dai reduci e dalle famiglie incontrate dall’ufficiale dopo il rientro in Italia e negli anni del suo impegno all’interno dell’Associazione.

L’arrivo a Corfù è documentato dall’archivio Vender: queste fotografie costituiscono il seguito di quelle scattate in Albania. Vi sono alcune immagini sparse provenienti dagli archivi Bertolini, Pampaloni e Viglongo, oltre a due piccole serie degli archivi privati di Mario Gelera e di Aldo Maioli, autiere del 17° reggimento e «fotografo militare a Corfù e a Cefalonia», secondo quanto è stampato sul retro delle fotografie.

29 aprile 1941. Ingresso a Corfù delle truppe di occupazione italiane. Archivio Renzo Apollonio.

Maggio 1941. Reparti del 33° reggimento appena sbarcati a Corfù. Archivio Luigi Vender.

Corfù, maggio 1941. Un plotone del reparto Comando del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Corfù, maggio 1941. Veduta del porto con i segni della guerra. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù, maggio 1941. Veduta del porto con i segni della guerra. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù. Le antiche mura. Archivio Luigi Vender.

Corfù. La città vecchia, in primo piano le mura della fortezza. Archivio Luigi Vender.

Corfù. L’isoletta di Ponticonissi. Archivio Luigi Vender.

Corfù. La vecchia cittadella. Archivio Luigi Vender.

Corfù, 25 maggio 1941. La fortezza vecchia. Archivio Luigi Vender.

Maggio 1941. Lancio di viveri per la popolazione dell’isola di Cefalonia. Archivio Renzo Apollonio.

11. Maggio 1941. Lancio di viveri per la popolazione dell’isola di Cefalonia. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, maggio 1941. I paracadutisti italiani iniziano l’occupazione dell’isola. Archivio Renzo Apollonio

Cefalonia, maggio 1941. I paracadutisti italiani iniziano l’occupazione dell’isola. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, maggio 1941. I paracadutisti italiani iniziano l’occupazione dell’isola. Archivio Renzo Apollonio.

Maggio 1941. Occupazione di Cefalonia. Reparti divisionali ad Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, maggio 1941. Ammaraggio di idrovolanti italiani ad Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, maggio 1941. Ammaraggio di idrovolanti italiani ad Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù, maggio 1941. Il parco con le armi preda di guerra. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù, giugno 1941. I pezzi sui bastioni della fortezza veneziana. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù 1941. Il reparto autocarrette del 17° reggimento fanteria. Archivio Aldo Maioli.

Plesivitsa, Corfù, giugno 1941. Riunione con il sindaco, con il Papàs e con altri notabili per organizzare il ritorno alla vita civile dopo le operazioni di guerra. Archivio Renzo Apollonio.

Pampaloni nel porto di Corfù davanti a una nave ausiliaria della Marina Militare (luglio 1941). Archivio Amos Pampaloni.

Benitsa (Corfù), gennaio 1942. Il comandante di un gruppo di artiglieria parla agli uomini di una batteria. Archivio Renzo Apollonio.

Porto di Fiskardo, Cefalonia 1942. Alzabandiera. Archivio Mario Gelera.

Guvino (Corfù), luglio 1942. Ammaraggio di un idrovolante in arrivo dall’Italia. Archivio Renzo Apollonio.

Un gruppo di ufficiali della Acqui a Corfù. Archivio Renzo Apollonio.

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