PERCHE’ L’ISLAM “BUONO”
NON LOTTA
CONTRO QUELLO “CATTIVO”?
di Cornelio Galas
Quanti sono gli uomini arruolabili in un ipotetico esercito islamico contro l’Isis? Stando alle centinaia di migliaia di profughi, rifugiati arrivati in Europa di sicuro – approssimando il tutto per difetto – almeno dieci volte più dei “soldati” del Califfato, foreign fighters (quelli che arrivano in Siria dal resto del mondo) compresi. Perché manca – nel Nord Africa, nei paesi che stanno esportando l’orrore . una “resistenza” ? Si dirà: ma sono proprio le divisioni (in Siria, tra Assad e ribelli. In Iraq tra sunniti e sciiti. In Libia nell’anarchia del dopo Gheddafi) che alimentano da tempo questa guerra senza confini, senza trincee, onnipresente. Dove il nemico potrebbe annidarsi in qualsiasi luogo. Colpire quando vuole. E senza alcuna paura di morire, visto che si fa saltare in aria.
Si dirà, si è detto, si continuerà probabilmente anche a scrivere, dire, commentare che serve unità d’intenti tra Usa, Nato, Russia, Cina in quella che qualcuno ha già definito una “asimmetrica terza guerra mondiale”.
Resta però il fatto che solo quando l’Europa si “svegliò” (comunque tardi) dal torpore, da quello che gli storici definiscono eufemisticamente “equivoco nazional-popolare” – cioè capì cos’era veramente il nazi-fascismo – s’imboccò la strada giusta per fermare la mortale cavalcata delle Valchirie. Solo quando – accanto agli alleati – entrarono in azione i partigiani e parte del disciolto e confuso esercito italiano, solo con la “Resistenza” si riuscì a porre fine alla catastrofe, all’Olocausto, a tutto ciò che forse non conosciamo ancora della seconda guerra mondiale.
Mi chiedo allora – e torno all’interrogativo posto in apertura – come mai la famosa “primavera araba” – con tutte le sue buone prospettive – sia diventata di colpo un autunno nero. E perché, c’è – non solo da ieri – solo un costante “distinguo”, solo a parole – da parte degli Imam europei – quando qualcuno parla genericamente di pericolo islamico. Non si tratta di incitare gli islamici “buoni” alla guerra contro i “cattivi”. Ma servirebbe qualcosa di più, credo, in questo momento, proprio per evitare le accuse generiche,il populismo, il nefasto “dagli all’arabo assassino e bastardo”. Che potrebbe sfociare anche in “ruspe contro le moschee”. E chissà, allo stesso odio che Hitler ha istillato contro gli ebrei. Culminato come ben sappiamo, purtroppo.
So perfettamente che non è facile intervenire, fare i “partigiani”, in quei deserti roventi, dove sono stati bruciati, decapitati, ammazzati in tutte le possibili e orribili maniere migliaia di innocenti. Ma non vedo, purtroppo, più segnali di “reazione” da parte di una cultura, della stessa religione islamica, a quello che la Francia – giustamente, anche se forse con eccesso di emotività, comprensibile dopo i fatti di Parigi – intende ora disintegrare, distruggere, sradicare.
Pioveranno bombe. I russi porranno la questione Assad (o di un fantoccio al suo posto?), la Turchia approfitterà del marasma (dopo la conferma di Erdogan) per regolare ancestrali conti con i curdi, l’Egitto dovrà fare i conti con notevoli perdite economiche (turismo in caduta libera) e soprattutto con una posizione fin qui poco chiara in quel complicato scacchiere del Medio Oriente. Israele non ha digerito l’accordo Usa-Iran sul nucleare. Gli Usa – dopo aver commesso errori imperdonabili in quella regione – forse pensano più a rilanciare la loro economia e ad approfittare del petrolio che hanno scoperto dalle loro parti: quello dell’Iraq, della Libia, dell’Arabia non gli interessa più di tanto.
Ecco che quindi è difficile parlare di unità mondiale contro l’Isis. Ma non si può nemmeno stare fermi, bloccati, chiusi in casa dalla paura. O cambiare marciapiede se c’è un musulmano. O peggio arrivare al coprifuoco, a perquisizioni corporali se si frequentano luoghi pubblici, al divieto delle manifestazioni. Islam e mondo occidentale devono fare quadrato. In una lotta “ecumenica” ai tagliagole. Perché il consiglio europeo straordinario non dovrebbe aver luogo a Damasco? O a Istanbul, o in Iran?
Perché il mondo arabo, musulmano, islamico, coopto, sciita, sunnita, curdo non superare le divisioni in nome della pace? Perché si danno soldi al nemico per mettere su fragili carrette del mare intere famiglie e soprattutto uomini che dovrebbero invece restare là per dire con ogni mezzo “no” a questa infinita mattanza? La pace non può essere ostaggio dei terroristi.