LE RIGHE SULLA PORTIERA
di Cornelio Galas
Gianni sì che sa vivere. Ha studiato. Per anni. Ha immagazzinato tanti dati. Mai una parola fuori posto. La sicurezza delle nozioni. Il bilancino del farmacista per pesare anche emozioni impercettibili. Mi ha prestato la sua auto. Le chiavi me le ha buttate con un gesto che sembrava spontaneo. L’aveva acquistata da pochi mesi quella macchina. Bellissima.
“Sono sicuro che me la riporterai a casa sana e salva” diceva la sua faccia. Avevo paura a guidarla. Non sono riuscito a portarla al massimo dei giri. Qualcosa mi diceva che avrei fatto dei danni. Gianni non me l’avrebbe mai perdonato.
Gli riportai l’auto pochi minuti dopo. Con l’ansia di chi vuol levarsi subito un pensiero. Lui sorrise: “Tanto è assicurata su tutto, anche su quello che avresti potuto combinare”.
Ecco, è questa maledetta, ipocrita sicurezza che non sopporto di lui.
(“Sei di plastica, Gianni, di plastica. Diventi diossina se prendi fuoco”).
Scesi dall’auto impugnando le chiavi come un temperino. Con le mani nascoste dietro la schiena rigai la portiera. Una doppia, irregolare, riga bianca in campo rosso. Era una riga selvatica. Come una scritta spray. Con un suo rumore soffocato dai miei finti colpi di tosse. Un rumore di metallo che violenta un altro metallo impotente. Il tutto tra le mie dita e il mare di vernice rossa. Gianni non poteva vedere: si stava facendo buio.
Se ne sarebbe accorto la mattina dopo. Avrebbe dato la colpa ai ragazzini. E si sarebbe certamente infuriato per quello sgarbo commesso da ignoti. Di notte.
Gli consegnai le chiavi rimanendo ancora appoggiato alla portiera. Lui sorrise: “Sentito che ripresa?”
Qualche giorno dopo mi fermò in centro, Era agitato. Non lo avevo mai visto così.
-Che ti succede?
“Non ho ancora le prove. Ma credo che Silvia abbia un altro uomo”.
-Cosa te lo fa pensare?
“La macchina…la macchina. Ti ricordi quella sera che sei venuto a casa, che l’hai provata? Beh, quella stessa sera Silvia mi chiede le chiavi per andare a trovare un’amica che sta lì vicino. La mattina ho trovato la portiera rigata. Sai quelle righe che si fanno quando vai con l’auto in mezzo ai boschi? Non le ho detto niente. Aspetto un suo passo falso. Tu che mi consigli di fare?”