E VOLAVA

E VOLAVA

238281

di Cornelio Galas

Lieve, svolazzante, imprendibile,

incosciente, apatica, sola …

Fuggiva, davanti a me,

pochi metri solo più avanti,

ma non riuscivo a raggiungerla.

Chiedevo aiuto, inutilmente,

alle fronde dei salici piangenti,

sempre così abituati,  da soli,

a curvarsi al momento giusto.

La lira gettata per terra,

s’era rotta, s’era rotta …

Il timone della mia barca?

Spezzato: era fatto di legno.

E tu che mi chiedi, adesso,

cosa ho in mente?

E tu che mi chiedi, adesso,

che cosa sono?

Ma la senti la voce del lago?

La musicalità delle sue onde?

Non capisci che io vivo,

solo di questi echi?

Verranno giorni migliori,

fatti di sereno, non variabile.

Ti chiederò: ma tu mi ami?

Mi guarderai, truccata per la cena.

E non risponderai, subito,

nè potrai mai capire,

che proprio quella pausa,

– non è stata colpa tua, si sa –

ha allungato le distanze,

tra la mia voglia di eternità

e il tuo effimero bacio, dopo.

 

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento