DICEVA ANNA

Diceva Anna, guardando per terra, che non avrebbe mai visto, da viva, la felicità. Non avrebbe mai toccato, da viva, il cielo. Non avrebbe mai avuto la percezione dell’infinito in un secondo.

Diceva Anna, che non aveva paura della morte. Ricordando qualcosa del liceo, sussurrava che quando la morte fosse arrivata, lei non ci sarebbe stata più. E quindi non avrebbe sofferto, proprio in virtù di quell’assenza.

Diceva Anna, guardandomi negli occhi: che senso ha questo correre tutto il giorno in attesa di un semaforo rosso? Che senso ha che io cerchi l’amore eterno se prima o poi dovrò  lasciarlo?

Non sapevo risponderle. Accesi una sigaretta. E osservai quanto effimero fosse anche quel piacere, mentre le ultime nuvole azzurre di fumo salivano verso il soffitto.

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