
DIARIO FAMILIARE
Appunti



Il protagonista Luigi Sartori nasce a Ischia, Trentino-Sud Tirolo (Austria) il 28 maggio 1858, e muore all’età di 63 anni, poco chilometri di distanza, a Roncogno (Italia),il 27 gennaio 1921.Luigi secondo i registri d’anagrafe è un “possidente”, cioè è proprietario di campi e di case ed è pure commerciante. In più, dal 1911 diventa proprietario e gestore della Trattoria “Alla Stella” di Roncogno, ricevuta in eredità dallo zio Luigi Zeni. E’ un uomo che sa il fatto suo, è determinato e colto per l’epoca.
Legge tuttii giorni i quotidiani, si muove spesso in provincia per via dei suoi commercie nonostante i numerosi impegni è vice-capocomune e vice-presidente della Cooperativa di Ischia. E ’pure un marito e padre affettuoso di nove figli. Inizia a fare le sue prime annotazioni quasi giornaliere nel 1883, quando ha 25 anni. Non le fa su di un quaderno o su di un’agenda, le fa, invece,sull’Almanacco agrario (edito per la prima volta proprio nel 1883 dal Consiglio provinciale d’agricoltura pel Tirolo). Sull’Almanacco -una pubblicazione corposa di 500-600 pagine -fra varie sezioni che si occupano di temi utili agli agricoltori, quella riservata alle “annotazioni di ogni giorno” metteva a disposizione un calendario giornaliero con spazi bianchi.
E’ qui che Luigi scrive quanto ritiene di appuntare sul suo diario: cose di famiglia, di affari, di campagna, di guerra. E proprio la guerra offre altri argomenti al racconto. Infatti, troveremo nel volume la sintesi dei diari dei due figli soldati al fronte: Vittorio fatto prigioniero dai russi nel 1914, a poco più di un mese dalla sua partenza, e Beppino che morirà in Galizia l’anno dopo. In più, sempre negli stessi anni arriva come ospite della trattoria “Alla Stella” il sergente maggiore Otto Kraliczek, impegnato in lavori di fortificazione in Valsugana e grande appassionato di fotografia. In quegli anni fra Luigi e Otto nascerà un’amiciziache per un certo periodo proseguirà anche dopo la fine della guerra. La partenza precipitosa del sergente austro-ungarico all’arrivo dell’esercito italiano in Valsugana, farà sì che nella cantina dell’osteria rimarranno alcune casse di lastre fotografiche, che ora, a distanza di 100 anni, per la prima volta tornano alla luce e vengono offerte ai lettori in appendice al volume.
La struttura
La narrazione attinge alle scritture di Luigi Sartori ed è realizzata a due mani: quella di Sartori che suggerisce, per così dire,il tema; quella del sottoscritto che lo sviluppa e lo contestualizza nel periodo e nel luogo. Una struttura, a dire la verità, non semplice a causa delle annotazioni piuttosto sintetiche e frammentate del protagonista, e che per questo ha richiesto uno sforzo particolare. Il risultato è un’opera originale, ricca di argomenti e di fotografie (circa 270), interessante e scorrevole anche nel linguaggio e quindia datta a qualsiasi lettore, anche a coloro che non amano particolarmente i libri di storia.
I temi trattati sono molteplici: la famiglia, il matrimonio, la vita e la morte, la comunità di paese, la religione, la costruzione della ferrovia della Valsugana, il Principe Vescovo e l’Imperatore, l’alluvione del 1882, l’emigrazione, l’epopea della seta, il movimento cooperativo, la pellagra, il Manicomio, le Terme, la guerra… Proprio perché sia un testo divulgativo alla portata di tutti, ho preferito tralasciare asterischi e note a piè di pagina per non appesantire il testo.
In compenso, in fondo al libro ho inserito la ricca bibliografia che mi è servita per la ricerca. Del resto, il mio non ha le pretese di un saggio storico -essendo io giornalista escrittore – ma vuole essere un raccontolungo 35 anni con una “sceneggiatura”che si sforza di rendere partecipi i lettori dei sentimenti del protagonista, delle sue lotte giornaliere, delle sue vicissitudini familiari, delle sue speranze, del contesto in cui vive.
La copertina: è una foto composita non casuale. Sono rappresentati tre moderni mezzi di trasporto, un treno, un aeroplano, una nave, a significare un’epoca di relativo progresso. Al contempo gli stessi mezzi sono anche i protagonisti indiretti di alcune fra le tante “storie” contenute nel libro: l’arrivo della ferrovia in Valsugana; l’emigrazione oltre oceano; la guerra con l’utilizzo per la prima volta dell’aviazione nel conflitto.
Ma la vera protagonista è la famiglia Sartori – riportata in foto al centro della copertina – con il capostipite Luigi, la moglie Fany eil figlio Mario, in divisa da soldato austro-ungarico in partenza per la guerra. Al suo fianco la sorella Gennarina che negli anni Venti si farà suora e il fratello più piccolo, Virgilio, padre di Maurizio Sartori, il “custode” dei diari e attuale proprietario della Pizzeria “Alla Stella”, l’antica trattoria del nonno in cui sono ambientati e da cui prendono avvio molte dellevicende raccontate in “Diario familiare”.
Maurizio Panizza
