COSA DICONO GLI ALBERI?
di Cornelio Galas
Esitano, a seconda della brezza,
non sono mai prolissi,
né tediano chi ascolta: mai.
Hanno tradizioni, radicate,
anche secoli di storia,
fino all’ultima potatura.
Spettatori silenti, calmi,
di quello che passa e va,
tra linfe vive e morenti.
Sanno tutto, di tutti,
viandanti andati …
anche senza un cenno.
Metamorfosi naturali,
ed egoismi dell’uomo,
quando si crede in Dio.
Creazione e ricreazioni,
il niente nel tutto,
il tutto nella nullità.
Piangono resine inutili,
gomme per pneumatici,
gocce di rugiada.
Parlano senza le sillabe,
senza la grammatica,
inascoltati, irreali.
Succhiano dalla terra,
i nostri veleni …
non vanno dai giudici.
Ci amano, ci guardano,
sono poco amati,
pochi li osservano,
Sono verde pubblico,
sono verde privato,
non sono mai loro.
Quando muoiono,
sì muoiono, muoiono …
non hanno necrologi.
La loro tomba si trova
nei rifiuti, nel di più,
che va eliminato.
Guarda dov’è il muschio,
saprai dov’è il Nord,
anche senza bussola.
L’albero lascerà …
si farà toccare,
riderà (tra sé) di te.