CIMITERO
κοιμητήριον (koimētḕrion, “luogo di riposo”: il verbo κοιμᾶν (“koimân”) significa “fare addormentare”), attraverso il tardo latino coemeterium, archivio.

di Cornelio Galas
Quanti addormentati, in questo posto,
eterni riposi, donati a loro … requiem,
finiremo (pagare la concessione),
tutti qui, in fila, accanto, vicini.
Sepolti in sepolcri, guarda la foto,
contornata d’ottone,
cambia quei fiori ormai appassiti,
guarda come ti assomigliava,
tantisssimo, il nonno.
Ho paura se penso a te, sotto terra,
senza possibilità di respirare,
prigioniero in una bara di legno,
preda di vermi che ti mangeranno,
o cenere, solo cenere, solo cenere,
quel che rimane del tuo rogo.
Il tuo ultimo sorriso, formato tessera,
sarà un giorno anche il mio,
perché qui si arriverà, un giorno,
qui avremo tutti le visite
nel giorno dei morti, dei morti.
Non so cosa scriveranno, di me,
oltre a quelle date alfa e omega,
a cosa servono i necrologi?
Non fiori, ma opere di bene,
lasciatemi perdere, sono perso
per il mondo dei viventi.
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