TRENTINI FAMOSI, MA NON TROPPO – 22

REMO WOLF

Trento, 29 febbraio 1912 – Trento, 27 gennaio 2009

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a cura di Cornelio Galas

Remo Wolf, pittore e incisore, nasce il 29 febbraio 1912 a Trento. Nel 1928 frequenta l’istituto d’arte a Parma, nel 1929 l’Istituto di Magistero d’arte a Firenze. Ritornato a Parma nel 1930, conclude gli studi, dando poi gli esami a Roma. Insegna a Bolzano e a Merano, dove nel 1935 tiene la sua prima mostra personale. Nel 1936 viene chiamato sotto le armi. Nel 1939 l’ultimo richiamo lo costringerà lontano da casa fino al 1946.

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Partecipa alla guerra nel deserto libico e viene decorato al valor militare sul campo; dopo la sconfitta inflitta da Montgomery a Rommel rimane in Egitto prigioniero degli inglesi.

Ritornato a Trento nel 1946 riprende l’insegnamento seguendo nel contempo i corsi dell’Accademia d’arte di Venezia, allievo del pittore Guido Cadorin e dello storico dell’arte Giuseppe De Logu. Dal 1962 al 1976 insegna disegno e storia dell’arte al Liceo scientifico di Trento.

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Wolf ha partecipato a numerose rassegne nazionali e internazionali e ad oltre centoventi esposizioni organizzate, in Italia e all’estero, dall’Associazione Incisori Veneti, della quale è stato uno dei soci fondatori.

È stato presente alle Biennali veneziane del 1942, 1950, 1954 e 1956 e alle Biennali dell’Incisione di Reggio Emilia, di Cittadella, Oderzo e di Carpi, al Premio Suzzara, al Premio Biella e alle rassegne della Calcografia Nazionale di Roma svoltesi in Italia e all’estero.

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Collaterale ma non per questo meno interessante il corpus di opere exlibristiche che accompagna la produzione maggiore dell’artista, composto all’incirca da 750 soggetti commissionati da noti collezionisti italiani e stranieri: come non ricordare i foglietti dedicati a Mario de Filippis o le primissime opere degli anni ’30 dedicate a Gianni Mantero, con forti influenze belliche.

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Tratto nordico e quasi espressionistico, con cenni che riportano al Dürer, egli si distingue per l’originalità e la vena ironica, mentre nella produzione ad olio pare quasi volersi distaccare con violenza avvicinandosi al gusto mediterraneo per i colori caldi e materici.

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Direttore della sezione artistica del Centro Culturale Fratelli Bronzetti di Trento, ha organizzato oltre cento mostre di incisione di artisti italiani e stranieri.

Negli anni trenta arrivano i primi riconoscimenti alla sua attività artistica, conosce Luigi Servolini, promotore della rinascita della xilografia in Italia e fondatore del Museo della Xilografia di Carpi, per il quale Wolf realizza il logo. Richiamato alle armi nel 1939, viene inviato prima sul fronte francese e poi in Africa settentrionale, l’artista cerca comunque di non abbandonare la sua arte.

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Nel 1942 partecipa alla XXIII Biennale di Venezia dove sarà invitato anche nelle edizioni 1950, 1954, 1956. Nella battaglia di El Alamein cade prigioniero degli inglesi e rientra a Trento solo nel 1946. Tre anni dopo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove frequenta il corso di pittura di Guido Cadorin. Nel 1952 con Giovanni Giuliani, Virgilio Tramontin e Tranquillo Marangoni fonda l’Associazione Incisori Veneti.

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Nello stesso periodo Wolf diviene direttore artistico del Centro Culturale “Fratelli Bronzetti” di Trento. Nel 1964 trasferisce lo studio dalla soffitta di via Grazioli alla via Santa Margherita, dove lavora ininterrottamente fino al 2002.

Nel 1982, a cura della Biblioteca di Stato di Kronach (Germania Federale) è stata allestita una sua mostra antologica di oltre quattrocento opere xilografiche.

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Nel 1985 espone a Campione d’Italia e a Vittorio Veneto, nel 1987 la Galleria di Stato di Jaroslawl ospita un’importante personale. Nel 1988 espone a Milano, a Palazzo Sorniani e nel 1989 nella Galleria di Stato di Salikjn è presente con una grande mostra di incisioni. Nel 1990 viene invitato ad esporre le sue opere a Charlottenburg e a Torino.

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Nel 1991 l’amico Giorgio Trentin lo presenta a Rovereto, alla Galleria “Le due Spine”. Ricordiamo infine la grande mostra personale di Oderzo, nell’ambito della IV Biennale nazionale di grafica “A. Martini”. Numerosi sono stati i riconoscimenti, fra i quali la Medaglia d’oro del Ministro della Pubblica Istruzione per la cultura e l’arte.

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E’stato membro dell’Accademia delle arti e del disegno di Firenze, dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, dell’Accademia del Buon-consiglio di Trento. Sue opere figurano in numerose collezioni private e pubbliche, fra le quali quella del Castello Sforzesco a Milano, del Museo Puskin a Mosca, del Gabinetto delle Stampe di Pisa, Carpi, Catania, del Museo di Arte Moderna della Città del Vaticano.

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Passano più o meno settantadue anni quindi dai suoi esordi alla sua ultima opera, nell’agosto del 2002, quando decide di posare i ferri del mestiere. La qualità della sua arte è dai più conosciuta e apprezzata, ma fa un certo effetto conoscerne i numeri: il corpus completo delle incisioni conta infatti circa 3800 grafiche libere (2700 xilografie e 1100 calcografie), circa 900 ex libris e 320 grafiche d’occasione, a questo si aggiungono le opere pittoriche e i disegni. Sono numeri stupefacenti.

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Nella sua lunga vita d’artista partecipa a numerosissime esposizioni e ottiene significativi riconoscimenti. Muore a Trento il 27 gennaio 2009 all’età di quasi 97 anni.

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