di CORNELIO GALAS
Ho avuto la fortuna di conoscere Roberto Turrini, il grande tenore cui Arco ha dato i natali. Ho avuto la sfortuna di conoscerlo troppo tardi. Ma ricorderò sempre l’incontro, per un’intervista, in quella casa nel compendio della Villa Arciducale di via Fossa Grande, ad Arco, all’inizio di Stranfòra, l’antico borgo di Arco. Sul tavolo tante foto, tanti documenti, tante lettere e dediche da parte dei più grandi artisti della lirica mondiale. Lui con le mani grandi. E quel sorriso triste alla Primo Carnera. Custodisco come una reliquia il suo autografo, la sua dedica sul libro “Roberto Turrini tenore”, di Romano Turrini , edito da “Il Sommolago” di Arco nel maggio 1995 per i i tipi della litografia Grafica 5 di Arco. Da questo volume sono tratte le foto della ricca galleria (oltre duecento immagini, fotografie, documenti, ritagli di giornale) che propongo sotto. Prima di dar spazio alla biografia (in sintesi) e ad alcuni video reperiti in Internet, però, due parole per definire meglio Roberto Turrini. Nato ad Arco (Trento) il 26 novembre 1913, settimo di undici figli, da Giuseppe Turrini e Giustina Caresani. Il padre era un contadino senza terra: lavorava i terreni del Capitolo della Collegiata di Arco e gli olivi della famiglia Marchetti. La madre Giustina, originaria Giudicarie, cuoceva la polenta anche due volte al giorno; la sera più abbondante, perchè servisse per la colazione del giorno dopo. La famiglia possedeva unicamente un terreno, sul quale sorgeva una piccola casetta addossata ad un masso, a Laghel. E’ là che Roberto Turrini ha trascorso gli anni della sua infanzia e dell’adolescenza, conducendo al pascolo alcune capre e due mucche, mungendole al mattino presto e portando poi il latte al caseificio di Arco. E cantava, cantava e la sua voce risuonava in tutta l’olivaia …
Ecco, da queste umili origini è partito il grande “viaggio” di Roberto Turrini. Quello che lo ha portato sulle ribalte dei maggiori teatri del mondo. Accanto ad artisti grandissimi. Come Maria Callas ad esempio, per fare solo uno dei nomi di quelle stelle che con Roberto hanno diviso fatiche ed onori nelle maggiori opere liriche. Poi il ritorno ad Arco. E i successi anche nel mondo dell’agricoltura. Con intuizioni (nuovi sistemi di irrigazione, la coltivazione dei kiwi, da lui per primo introdotta nel Basso Sarca) che hanno dato una vivace, positiva “scossa” al settore in Trentino. Roberto Turrini è morto ad Arco, nel 2001. Io la butto lì: perchè non dedicargli un monumento, una via, una piazza come già si è fatto per tanti arcensi che hanno portato il nome di Arco in tutto il mondo? O meglio, perchè non intitolargli una scuola musicale? Non vorrei sembrare polemico ma forse ” tenore Roberto Turrini” starebbe meglio di “Smag”. Che non è un prodotto per smacchiare i tessuti ma sta per Scuola Musicale Alto Garda. Tra l’altro Turrini fu anche presidente dell’azienda autonoma di cura e soggiorno di Arco. E in quella veste (vedi Sat Arco, la storia) lo trovate in questo sito fotografato mentre al rifugio Marchetti, sul Monte Stivo, atterra il primo elicottero.
– BIOGRAFIA 1
E’ scomparso nel 2001 in età assai avanzata, eppure ad Arco, in provincia di Trento, lo ricordano ancora con molto affetto, sia per la sue qualità di tenore e sia per la prestigiosa azienda agricola che riuscì a realizzare dopo il ritiro dalle scene, avvenuto con l’opera Otello di Verdi nel 1962 ad Anversa.
Renato Turrini, nato appunto ad Arco il 26 novembre del 1913, inizialmente fece il muratore per aiutare la numerosa famiglia (otto fratelli) e nel contempo amava a cantare in parrocchia durante le festività.
Il M° Scarpellini di Arco, organista cieco e pianista, conquistato dalla sua voce, gli insegnò le prime romanze. Un giorno venne ascoltato anche dal M° Casiraghi di Milano, in ferie nella località trentina, che viste le notevoli qualità del giovanotto, ne parlò a Pizzetti. Quest’ultimo lo volle ascoltare nel gennaio 1936 e lo ammise subito nel Conservatorio a Milano. Per mantenersi agli studi Turrini fece il Prefetto nell’Istituto Zaccaria dei Padri Bernabiti e successivamente venne promosso insegnante di legatoria. Nel 1942 si sposa e durante la guerra si rifugia nelle Giudicarie. Nel ’47 finalmente debutta grazie all’interessamento di Lucia Minolfi, sua benefattrice. CantaButterfly ad Asola il dì di Pasqua.
Poi passa al San Carlo di Napoli nel luglio di quell’anno con La forza del destino. Alla Scala debutta nel 1950, sempre con La forza del destino. Conosce Toscanini, De Sabata, Serafin, Capuana, la Toti; ha per compagni di palcoscenico la Callas e la Tebaldi.
Canta Fidelio a San Francisco e Turandot a Caracalla. Si esibisce pure in Argentina, a Cuba, in Venezuela, in Turchia.. Alla Scala ritorna con Tosca accanto alla Milanov. Partecipa nelle scene con la marcia trionfale dell’Aida alle riprese del film “Il giro del mondo in 80 giorni” di M. Todd. A Bologna si segnala per aver baciato rumorosamente la Callas nella Tosca.
Aveva in repertorio 52 opere affrontate con voce notevole, bel timbro, estensione. Forse l’unico neo: una non disinvolta figura scenica.
La sua voce è presente in un LP che riporta una serie di brani registrati per la Cetra ed anche in una bella registrazione di Gioconda assieme alla Milanov e a Bardelli, dal vivo dal Teatro municipale di New Orleans nel 1953.
– BIOGRAFIA 2
Ha studiato a Milano con il tenore Alfredo Cecchi e ha fatto il suo debutto nel mese di aprile 1947 come Pinkerton al Teatro Sociale di Asola di Mantova. Ha seguito con ulteriori apparizioni in ” Madama Butterfly ” di Napoli, e nel 1948 ha continuato a cantare a Torino e Firenze (” Aida ”), a Parma nel 1949 e Milano e Roma nel 1950. Le sue esibizioni a Londra erano in ” Aida ” (Stoll Theatre, 1957), ” La forza del destino ” (Drury Lane, 1958) e ” Aida ” (Covent Garden, il 1958 e il ’59). E’ ‘apparso più ampiamente in Portogallo, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Venezuela, Egitto, Turchia e Iran, e ha concluso la sua carriera nel 1961 cantando Otello ad Anversa. Altri ruoli inclusi Don Carlos, Macduff, Gabriele Adorno, Arrigo, Cavaradossi, Calaf, Dick Johnson, Don Josè, Enzo Grimaldi, Andrea Chenier, Turiddu e Canio. Ha cantato in prima esecuzione moderna di Cherubini ”Lodaska” (Milano, 1950), in una nuova edizione di Alfano ”Sakuntala” (Roma, 1952) e nella prima di Chailly di ”La riva delle Sirti” (Montecarlo, 1959). Era un drammatico tenore di forza con una voce di tono brunito e penetrante che lo ha portato a molti dei principali centri operistici internazionali. Egli è stato sentito al Drury Lane Theatre di Londra nel ”Aida”, sottolineando la sua reputazione come cantante che potrebbe entusiasmare dalla potenza pura della sua voce.
– IL LIBRO “ROBERTO TURRINI TENORE”
– LA CARRIERA: TUTTI I CONCERTI
– FOTO, DOCUMENTI, DIARIO, RASSEGNA STAMPA
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La famiglia di Giuseppe e Giustina Turrini, profughi a Braunau; oltre ai due genitori sono ritratti i figli Vittorio, Speranza, Teresa, Anna (sulle ginocchia della madre) ed il piccolo Roberto accanto al padre. La foto risale al 1917
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La piazzetta nel rione di Stranfora ad Arco. Il contadino con il carro è probabilmente il padre del tenore Turrini. Una ragazza porta i panni appena lavati alla fontana; sullo sfondo la rupe con il Castello. La fotografia è stata realizzata agli inizi del secolo (riprod. da La vita del Kurort Ed. Il Sommolago 1994, p. 119)
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I genitori di Roberto Turrini. Giuseppe e Cristina Caresani. Entrambi erano persone di grande umanità, generose, forti di fronte alle avversità della vita
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Roberto Turrini (il primo a sinistra), giovane muratore, in compagnia di Mario Turrini (padre di Romano, l’autore del libro), del signor Marcello Fiorio e di Gino Tamburini, marito di Teresa Turrini. Si trovavano presso il capitello detto “della Mutter”, alla periferia sud di Arco. la fotografia risale probabilmente al 1933
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Il maestro Roberto Casiraghi (1890 – 1966), direttore del Conservatorio di Bergamo, ed insegnante di composizione e contrappunto al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Ebbe rapporti di profonda amicizia con i maestri Ildebrando Pizzettu e Gianandrea Gavazzeni, entrambi citati più volte nel libro del prof. Romano Turrini (per concessione della figlia del maestro, signora Marcella Casiraghi Perini)
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Ildebrando Pizzetti (1880 – 1968) (ripr. da Enciclopedia Motta)
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Roberto Turrini, prefetto e insegnante di attività manuali e pratiche presso l’istituto Zaccaria dei padri Barnabiti di Milano, circondato da un nutrito gruppo di studenti di scuola media
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Roberto Turrini, studente presso il Conservatorio di Milano, insieme ai due responsabili dell’Istituto Zaccaria, padre Rossi e padre Marinelli, entrambi appartenenti all’ordine religioso dei Barnabiti
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Il Circolo mandolinistico di Arco, fondato nel 1902. Al centro, in seconda fila, Ernesto Emanuelli; a destra sua figlia Anita, futura moglie del tenore Turrini
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Anita e Roberto Turrini, giovani sposi, all’inizio della carriera artistica del tenore
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Anita Turrini con il piccolo Enzo; la foto è stata scattata nel 1944
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Il maestro Alfredo Cecchi. Il testo della dedica: “Al mio caro e valente allievo Roberto Turrini che tante belle soddisfazioni mi ha procurato durante la sua splendida carriera artistica, con sincero affetto e per mio ricordo”
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Lucia Minolfi insieme a Roberto Turrini, con la dedica “Ai miei cari Anita e Roberto perchè mi ricordino sempre”
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Lucia Minolfi con Anita Turrini, in prima fila, al teatro Perini di Riva del Garda, in occasione di un concerto tenuto da Trenti, Martorell e Turrini. Era il 31 ottobre 1951
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Asola (Mantova), 8 aprile 1947. Il tenore Turrini ed il soprano Anita de Alba accanto al manifesto che preannuncia la rappresentazione di “Madama Butterfly”
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Dal “Corriere della Sera” del 14 gennaio 1953. L’articolo, nell’annunciare la morte di Emilio Ferone, ne ricorda le grandi doti professionali e di umanità
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Il soprano Carla Castellani che cantò insieme a Turrini a Trapani nel 1947; la dedica dice: “A Roberto Turrini con l’augurio di una fulgente carriera”
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Immagine del soprano Augusta Oltrabella nei panni di “Butterfly”, con dedica: “A Roberto Turrini. Ricordo molto vibrante della bellissima recita di Butterfly siciliana, con molti auguri per una brillante carriera”
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Prima pagina del contratto stipulato dal Comitato Cittadino per gli spettacoli lirici all’aperto di Milano con il tenore Turrini per due recite di “Tosca”. Siamo nel giugno del 1948 e quindi nell’immediato dopoguerra; l’organizzazione di spettacoli lirici era segno positivo di volontà di ripresa dopo anni di sofferenze. Per desiderio del tenore Turrini da questo, come dagli altri contratti riprodotti nel libro, è stata cancellata l’entità dell’emolumento percepito
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Da “Il Tempo” di Milano, luglio 1948. La firma è di Giulio Confalonieri
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Da “Candido”, 8 agosto 1948
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Maria Callas. “Ai carissimi Anita e Roberto Turrini con tanta simpatia, Maria Callas
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Manifesto della stagione lirica 1948 – 1949 presso il teatro Lirico di Torino. Turrini cantò in “Aida”insieme a Maria Callas (per concessione dell’Ente Autonomo Teatro Regio di Torino)
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Torino, 18 settembre 1948
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Rovigo, 20 ottobre 1948. Maria Callas e Miriam Pirazzini a cena con Anita e Roberto Turrini. La foto reca gli autografi delle due cantanti
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Manifesto per la rappresentazione de “La forza del destino” di Verdi, a cura dell’Ente Autonomo Teatro Regio di Torino
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Manifesto per la rappresentazione di “Aida” di Verdi, a cura dell’Ente Autonomo Teatro Regio di Torino
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Manifesto teatrale (archivio storico Teatro Regio di Parma)
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Il maestro Capuana, il Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano Ghiringhelli ed il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a colloquio prima dell’inizio della rappresentazione “Ernani” in occasione delle celebrazioni verdiane al Teatro Regio di Parma. Era il 10 ottobre 1951
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Manifesto teatrale (archivio storico Teatro Regio di Parma)
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Manifesto teatrale (archivio storico Teatro Regio di Parma)
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Da “Momento Sera” del 9 luglio 1950
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La fotografia si riferisce alla rappresentazione di “Aida” a Caracalla del 14 luglio 1956. Sono riconoscibili da destra: Turrini, Fedora Barbieri, il maestro Questa, Elisabetta Barbato, Aldo Protti, il regista, un altro artista e Andrea Mongelli
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Turrini col calice levato mentre canta il conosciutissimo “Brindiamo”
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Rappresentazione di “Cavalleria Rustica” alle Terme di Caracalla il 9 luglio del 1953. Il soprano è Fedora Barbieri (Foto Savio Roma)
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Roma, Hotel S. Giorgio, 20 luglio 1958. Nella foto della signora Francesca Finotti, il marito Diego con il tenore Roberto Turrini
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Roma, 27 gennaio 1952. “Pagnottella” al centro dell’allegra brigata che gli ha regalato emozioni indimenticabili (Foto Studio Pino – Roma)
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Caracalla, 19 luglio 1954. Giulietta Simionato è “Carmen”; inginocchiato accanto a lei è “don Josè”, il tenore Turrini
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Caracalla, 19 luglio 1954, Turrini
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Caracalla, 19 luglio 1954. Il cast di “Carmen”: Tomei, Turrini, Simionato, il Maestro Bellezza e Di Marco
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Dal diario di Roberto Turrini
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“Aida” a Caracalla, luglio 1952; il tenore Turrini “Radames” entra in scena sulla quadriga guidata da un cocchiere (Foto E. Reali – Roma)
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Le simpatiche caricature di Giangiacomo Guelfi, Antonietta Stella e Roberto Turrini, protagonisti dei “Vespri siciliani”, rappresentati al Teatro dell’Opera di Roma per quattro recite a partire dal 3 aprile 1956 (da “Momento Sera” del 5 aprile 1956)
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Da “Momento Sera” del 31 gennaio 1956. Titolo dell’articolo, che riporta giudizi più che lusinghieri della recita di “Macbeth” al Teatro dell’Opera di Roma
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Da “L’Osservatore Romano” dell’11 agosto 1957. Su questo giornale sono apparsi nella rubrica riservata alla lirica, diversi articoli in cui si giudicano molto positivamente le performance di Turrini
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“Pagliacci” – Terme di Caracalla 7 luglio 1956. Roberto Turrini e Clara Petrella. Il soprano interpreta il personaggio di “Nedda”, componente di un gruppo di attori girovaghi, che veste i panni di Colombina. Roberto Turrini è “Canio” che interpreta il Pagliaccio. Il momento di maggior lirismo dell’opera è proprio la recita che questi attori compiono nella piazza di un villaggio calabrese; possiamo parlare quindi di recita nella recita. L’opera in due atti di Leoncavallo è una delle più celebri del “verismo” melodrammatico. Il ruolo di “Canio” ha tentato tutti i più grandi tenori e Caruso in particolare vi ha legato il suo nome
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Da “L’Arena” di Verona, 15 agosto 1950
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Dal “Corriere del Mattino”, 15 agosto 1950
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Caracas (Venezuela), maggio 1949. Roberto Turrini con la moglie Anita ed il soprano Magda Piccarolo che canterà insieme al tenore in “Lucia di Lammermoor”
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Caracas (Venezuela) 23 novembre 1951 – Arriva domani il tenore Turrini. “Roberto Turini è un giovane tenore che sta avendo una carriera vertiginosa. Lo abbiamo ascoltato a Caracas due anni fa, dove dimostrò – fu in Aida – di possedere condizioni vocali per essere un buon cantante”. L’estensore dell’articolo ritiene che quella prima esperienza venezuelana abbia portato fortuna a Turrini che subito dopo ha richiamato su di sè l’attenzione dei critici ed i favori del pubblico
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“El Heraldo” Caracas. 25 novembre 1951 – “Inaugurata la stagione ufficiale, nota risaltante è il tenore Turrini”. L’articolo segnala la bellissima recita di Turrini che, dopo un errore nel primo atto, aveva saputo superarsi in modo più che brillante. La performance di Turrini era culminata con un terzo atto straordinario, salvando così uno spettacolo che si stava delineando come il più grande “fracasos” mai verificatosi in nessuna stagione. Buona era stata anche la direzione del maestro Zamboni, mentre era risultata chiara la decadenza vocale dell’anziano baritono Carlo Galeffi
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Milano, gennaio 1950. Manifesto della rappresentazione di “Boheme” al Teatro alla Scala; Roberto Turrini cantò nella parte di “Rodolfo”
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9 marzo 1950. Teatro alla Scala: “Tosca” di Puccini. Il Tenore Turrini impersona il pittore Cavarodossi innamorato di Floria Tosca. (il soprano Zinka Milanova). La storia d’amore dei due personaggi si conclude tragicamente con la fucilazione di Cavarodossi ed il suicidio di Tosca
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Turrini nella parte del pittore Cavarodossi
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18 marzo 1950 – Teatro alla Scala. “Lodoiska” di Cherubini. Il tenore Turrini è sulla sinistra con accanto il soprano; nell’angolo a destra vi è il baritono Taddei
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Milano, Teatro alla Scala, 6 aprile 1957. “La Fanciulla del West”; Turrini è “Dick Johnson”
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26 maggio 1955. Aeroporto di Buenos Aires: festosa accoglienza degli emigrati trentini in Argentina al tenore Turrini che giungeva dall’Italia per la rappresentazione de “La forza del destino”
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Dal diario di Roberto Turrini
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Buenos Aires; da “La Epoca”, organo de la Revolucion nacional, 1 giugno 1955
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Da “Il Piccolo” di Trieste dell’8 luglio 1957- Il quotidiano informa i propri lettori sull’avventura vissuta da Roberto Turrini in Argentina, spettatore del tentativo di “putsch” contro Peron
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L’abbraccio fra il Presidente del Circolo Trentino Bernabè ed il tenore Turrini che viene nominato membro onorario del Circolo
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Ritaglio di un giornale di Buenos Aires, stampato in lingua italiana
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Anita e Roberto in partenza dall’Argentina: uno dei tanti viaggi che hanno compiuto insieme
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Trieste, Teatro Comunale. 25 novembre 1954. Arrivo del generale De Renzi, salutato dai carabinieri in alta uniforme, alla serata di gala che inaugurava la stagione lirica con la rappresentazione di “Aroldo” di Giuseppe Verdi
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Trieste, 25 novembre 1954. Roberto Turrini è “Aroldo”, cavaliere sassone, sposo di Mina, figlia di Egberto, vecchio cavaliere vassallo di Kenth
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Il Maestro F. Capuana (1894 – 1969). La dedica dice: “A Roberto Turrini in ricordo delle sue splendide uscite dell’Aroldo e della Forza del Destino a Trieste e con cordiale ammirazione
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Roberto Turrini nei panni di “Don Carlos” (o don Carlo), Infante di Spagna. La vicenda, che ha come protagonisti Filippo II Re di Spagna, Elisabetta di Valois e la Principessa Eboli, si svolge in Spagna verso il 1560
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Da “Il Piccolo” di Trieste, 20 dicembre 1958
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Trieste, 25 novembre 1954. Turrini, Novelli, il Maestro Capuana, Savarese e Anna Maria Rovere
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Trieste, 7 luglio 1955; “Carmen”. Da sinistra, Piero Guelfi, Pia Tassinari (moglie di Tagliavini), il Maestro Parenti, Turrini, un sostituto ed il regista Vassallo
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Palermo, 16 agosto 1947. A pochi mesi dal debutto di Asola, Turrini riceve i complimenti di un collega più esperto, Gino Vanelli: “Al bravissimo collega tenore Roberto Turrini sicuro di trovarlo presto fra le alte vette artistiche”
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Palermo, 8 febbraio 1952. Le caricature dei protagonisti di “Aida” pubblicate sul giornale (o rubrica) “Giufà”
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Palermo, 3 aprile 1952; “La fanciulla del West”. Al centro del gruppo è Maria Caniglia nei panni di “Minnie”, la protagonista dell’opera. Le è accanto Roberto Turrini – “Dick Johnson”
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Da “Il Corriere dell’isola”, Catania 22 aprile 1953
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Dal diario di Roberto Turrini
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Altra immagine riguardante “La fanciulla del West” palermitana. I coloni stanno impiccando Dick Johnson (Turrini); arriverà Minnie (Caniglia) a liberarlo
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Gli entusiastici commenti dei quotidiani siciliani alla rappresentazione di “Francesca da Rimini”, tenuta a Catania il 21 aprile 1954
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Gli entusiastici commenti dei quotidiani siciliani alla rappresentazione di “Francesca da Rimini”, tenuta a Catania il 21 aprile 1954
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Roberto Turrini è “Andrea Chenier”; al centro della scena è il soprano Gigliola Frazzoni
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Il maestro Franco Alfano (1876 – 1954) “A Roberto Turrini, magnifico Re in Sakuntala, graditissimo !”. Il maestro regalò questa sua immagine con dedica a Roberto Turrini in occasione della rappresentazione della sua opera “Sakuntala” a Napoli, il 22 gennaio 1954. Morirà a San Remo, nell’ottobre dello stesso anno
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Questa immagine si riferisce alla rappresentazione di “Sakuntala” al San Carlo di Napoli. Protagonisti della recita furono oltre a Turrini, Dolores Perez e Giulio Neri
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Il Maestro Luciano Chailly (Ferrara 1920) compositore di ben tredici opere liriche con la dedica “al tenore Roberto Turrini, mio primo Aldo con riconoscenza e ammirazione”. “Aldo” è uno dei protagonisti de “La riva delle Sirti”, impersonato nel debutto di Montecarlo da Roberto Turrini
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Articolo del quotidiano “Nice-Matin” (28 febbraio 1959) che annuncia la rappresentazione de “La riva delle Sirti” nel Teatro dell’Opera di Montecarlo
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Da “Il Secolo XIX” del 3 marzo 1959
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Napoli – Anita Turrini davanti al manifesto che annuncia la rappresentazione di “Beatrice Cenci” per il 27 marzo del 1948. Accanto a lei, affissi al muro, si possono scorgere alcuni manifesti elettorali; fa spicco quello del “Movimento Qualunquista Indipendente”, che ebbe come ideologo ed ispiratore Guglielmo Giannini
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Napoli 27 marzo 1948. Foto del baritono Antenore Reali con dedica: “Al tenore Roberto Turrini, magnifico “Orsino” in Beatrice Cenci al S. Carlo di Napoli con molti auguri e molta simpatia”
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Teatro San Carlo di Napoli, 4 aprile 1951. A ricevere gli applausi del pubblico sono gli interpreti di “Gloria” di F. Cilea: Lucia Kelston, Turrini, Piccinni e Romani
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Teatro San Carlo di Napoli, 22 gennaio 1954, “Sakuntala” di F. Alfano. Roberto Turrini nella parte del Re; gli è accanto Dolores Perez che impersona Sakuntala
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Teatro San Carlo di Napoli, 26 gennaio 1954, La Forza del Destino. In primo piano Turrini (Don Alvaro), sullo sfondo Renata Tebaldi (Leonora) che indossa il saio, Giulio Neri (Padre Guardiano) che la consola
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La Forza del Destino: il tenore Turrini ed il baritono Tagliabue, nei panni di “Carlos”, fratello di Leonora
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Teatro San Carlo di Napoli, “Wally”, 7 febbraio 1954. Turrini con la Micheluzzi e la Pini
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Teatro Carlo Felice di Genova, 20 marzo 1954, La Forza del Destino, in scena, accanto a Turrini con il saio, è Ettore Bastianini (1922 – 1967) che è stato uno dei più rinomati baritoni verdiani
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Dal diario di Roberto Turrini
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Venezia, 15 febbraio 1957
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Il soprano Laura Carol: sul retro della fotografia vi è la seguente dedica: “Un ricordo di “Liù” alla simpaticissima Anita, Bologna 18 dicembre 1950 (Studio E. Pedrotti – Bolzano)
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Manifesti di rappresentazioni teatrali presso il Teatro Comunale di Bologna. Tra gli interpreti principali, il tenore Roberto Turrini. In questo manifesto (Turandot, 1950) la serata a prezzi popolari registra un automatico esaurito in ogni ordine di posti
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Si presti attenzione al valore artistico dei cantanti che recitarono accanto al tenore trentino
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Roberto Turrini nei panni di “Don Alvaro”, uno dei protagonisti de “La forza del destino”. Questa ed altre fotografie, particolarmente curate nei dettagli tecnici, erano destinate dal tenore in omaggio agli estimatori ed agli appassionati di lirica (foto Villani – Bologna)
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Pili Martorell, soprano di origine argentina, con la dedica “Para Anita Turrini con todo carino y amistad”. La Martorell fu collega di Turrini in molte recite
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Cesy Broggini: cantò con Turrini in “Turandot”. la dedica dice: “Al collega Turrini, grande Principe Calaf, sinceramente offro”
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Livorno, 20 giugno 1951; “Iris” di Mascagni. da destra Roberto Turrini, Giulio Neri, Magda Olivero, Il Maestro Gianandrea Gavazzeni, Mafalda Micheluzzi, Saturno Meletti
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Livorno, 20 giugno 1951. I protagonisti dell'”Iris” a Livorno ritratti dall’abile matita di Roberto Bertini. Il caricaturista ha tratteggiato anche il volto di Rosanna Pacciarelli, mentre nella rappresentazione il secondo ruolo femminile fu intepretato da Mafalda Micheluzzi. Da “Il Tirreno” del 21 giugno 1951
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Roberto Turrini con Silvio Trenti sul palcoscenico del Salone Municipale di Arco
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Il Maestro Patuzzi, al Casinò di Arco, dirige il complesso vocale e strumentale “Silvio Pozzini” davanti ad un pubblico attento. Era il 20 maggio 1951
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Teatro Perini di Riva del Garda, 31 ottobre 1951. Il complesso corale e strumentale “Silvio Pozzini” guidato dal Maestro Patuzzi, il baritono Silvio Trenti, il Soprano Pili Martorell e Roberto Turrini
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Da “La Montanara” – Trento, Pubblicazione annuale a cura di Angelo de Gentilotti – Anno IV – 1949
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Da l’Adige del 4 maggio 1952. Titolo dell’articolo che commenta la recita di Turrini al Teatro Sociale di Trento
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Da l’Adige del 5 settembre 1954. Nel sottotiltolo si fa cenno ad un “basso … alto”; si tratta di Livio Pombeni, un giovane alto di statura e con una splendida voce da basso che diventerà corista alla Scala di Milano
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ll pubblico del teatro dei Mille
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Roberto Turrini con l’anziano padre Giuseppe, il soprano Silvana Bazzan ed il baritono Silvio Trenti
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Palazzo del ghiaccio di Bolzano; “Turandot”, 10 ottobre 1958. Con Turrini “Calaf” sono la De Cavalieri ed il Maestro Morelli
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Da l’Adige del 26 maggio 1961
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Da l’Adige del 21 novembre 1959. L’articolo commenta la rappresentazione di “Un ballo in maschera” al teatro Zandonai di Rovereto
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Da l’Alto Adige del 27 maggio 1961
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Dal diario di Roberto Turrini
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Rio de Janeiro – 23 agosto 1952. Roberto Turrini con Giulio Vinante e le rispettive consorti. Il signor Vinante, trentino di origine, risiedeva da più di trent’anni a Rio
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Renata Tebaldi. Soprano di fama mondiale cantò in molte recite con Roberto Turrini. A commento di questa foto che la grande artista ha voluto cortesemente far pervenire, una frase scritta dal critico Francois Baguer: “Renata Tebaldi non canta bene una romanza e meglio un’altra: semplicemente le canta tutte meglio”
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Lettera spedita a Turrini dalla Presidentessa della Società per l’Arte musicale di Cuba, signora Concita Giberga de Ona. La signora si congratula con il tenore per i successi riportati nelle recite a Cincinnati e gli fa pervenire, in allegato, alcune critiche giornalistiche pubblicate dopo la rappresentazione di “Aida” cui Turrini aveva partecipato
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Insieme a Roberto Turrini posano per il fotografo de “El Mundo” il soprano Eleanor Steber ed il baritono Leonard Warren. Quest’ultimo fu un artista di indiscusso valore; morì nel 1960 sul palcoscenico del Metropolitan di New York mentre cantava ne “La forza del destino”
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L’articolo che parla della disavventura vissuta da Turrini al suo primo ingresso negli USA, è tratto da “Il Giornale degli artisti” del 24 settembre 1952
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San Francisco, ottobre 1954. Le prove di “Aida”. Dietro i tre personaggi in primo piano si intravede infatti il regista che dirige i movimenti di scena. Turrini è in piedi a sinistra (Foto di R. Lackenbach, San Francisco)
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Nell’articolo del “New York Times” si valuta la rappresentazione di “Aida” diretta dal Maestro Serafin, Il critico definisce Turrini un artista esperto e ben preparato, ne ammira le grandi capacità vocali affermando che “i suoi acuti si sono librati sopra l’orchestra”, anche se gli rimprovera di ispirarsi al modo classico di cantare dei tenori italiani e di essere un po’ impacciato in scena. Nell’innagine il soprano Mc Knight, il Maestro Serafin e Turrini
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Il Maestro Tullio Serafin. Nella sua dedica egli dimostra di aver compreso pienamente il ruolo importante che Anita Turrini aveva nella carriera artistica del marito tenore: “Alla gentile e cara signora Anita Turrini. A ricordo del nostri primo soggiorno negli Stati Uniti e con i migliori auguri per Lei e per il suo Roberto del quale Ella è una vera “Fata Benigna” (Foto Sais Napoli)
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Roberto Turrini all’ingresso dell’Opera House di San Francisco (ottobre 1956). Il tenore era in quella città per la rappresentazione di “Simon Boccanegra”; cantò con Renata Tebaldi, Leonard Warren e Boris Christoff
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San Francisco, 1 ottobre 1954. Turrini è in compagnia del signor Weber, console onoraio d’Austria, di Carla Martinis, di Rosanna Carteri (accompagnata dalla madre) e del signor De Bellis, della comunità italiana a San Francisco (Foto V. M. Hanks Jr. San Francisco)
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Dal diario di Roberto Turrini
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Da “New Orleans States” del 4 novembre 1953
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Il soprano statunitense Claramae Turner. Cantò con Turrini in diverse rappresentazioni negli USA. Dice la dedica: “Al mio caro amico Roberto-Enzo ! Auguri sempre ! E’ un gran piacere di cantare con te ! Sinceramente”. La fotografia fu donata a Turrini alla Turner nel novembre del 1953 in occasione della rappresentazione di “Gioconda”; “Enzo” infatti è uno dei protagonisti dell’opera di Ponchielli
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Prima pagina del contratto stipulato da Turrini con la “San Francisco Opera Association”. In esso si stabilisce, fra l’altro, la recita di “Fidelio” in tedesco
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Da “L’Italia e la voce del popolo” del 2 ottobre 1954, giornale quotidiano di San Francisco, pubblicato in lingua italiana
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“Simon Boccanegra” di Verdi; S. Francisco, 1956. Roberto Turrini è nei panni di “Gabriele Adorno”, membro della fazione dei nobili ostili al doge Boccanegra. La vicenda, intricata e ricca di colpi di scena, è ambientata a Genova nel quattordicesimo secolo
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Roberto Turrini con alcuni missionari comboniani a Cincinnati. Estate 1957
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“L’esotica “Turandot” è all’altezza del costo del biglietto”. Il critico Alfred Frankenstein afferma nel suo articolo che le aspettative del pubblico per una volta non sono andate deluse, ma anzi hanno superato ogni ottimistica previsione, merito soprattutto dell’insuperabile direzione del Maestro Fausto Cleva. Il critico definisce poi superba l’interpretazione di Roberto Turrini che, per la sua voce e lo stile virile, ricordava il grande Martinelli. “Turrini è sicuramente il miglior tenore italiano drammatico che sia venuto da noi negli ultimi anni e speriamo che rimanga tale per questo e per altri ruoli
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“Un tenore sensazionale nella replica di Verdi”. Il critico R. H. Hagan si riferisce alla rappresentazione de “la Forza del destino” dove Turrini aveva sostituito Richard Tucker nel ruolo di “Don Alvaro”. “Turrini – scrive il critico – si distingue dagli altri tenori italiani contemporanei per la sua robusta voce tenorile, per l’altezza delle note e la potenza della sua estensione. Ci sono stati momenti in cui questa potenza è stata troppo enfatizzata a scapito di altre sottili modulazioni di tono, ma ci sono stati anche momenti, come il duetto di “Solenne in quest’ora”, nei quali il tenore ha dato prova di essere un perfetto compagno per l’imponente baritono Leonard Warren, che interpretava Don Carlos, e nella scena finale in cui ha dato un sincero stile epico ai deliri di Alvaro”
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Montreux (Svizzera), “Aida” – 14 giugno 1952
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Dal diario di Roberto Turrini
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Dal “Nürnberger Zeitung” del 16 novembre 1953
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Concerto a Norimberga; 13 novembre 1953. Con Roberto Turrini sono Silvana Bazzan e Silvio Trenti
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Anita e Roberto Turrini sorpresi dal fotografo a fine spettacolo
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Il quotidiano tedesco “8 Uhr blatt” con un articolo di colore illustra il grande successo ottenuto da Turrini con la recita di “Turandot” a Norimberga, tenutasi il 15 novembre 1953
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La traduzione riportata nell’articolo de l’Adige in cronaca di Arco
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Wiesbaden, 22 maggio 1954, “La forza del destino”; Maria Caniglia con Roberto Turrini. Il grande soprano (1906 – 1979) aveva esordito al teatro Regio di Torino nel 1930; raggiunse la celebrità nella stagione 1934-35 della Scala. Cantò nei principali teatri del mondo cogliendo i maggiori successi nei ruoli di soprano lirico spinto. Si ritirò dalle scene nel 1959
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Wiesbaden, 22 maggio 1954. Roberto Turrini nei panni di “Don Alvaro”, uno dei protagonisti de “La forza del destino”
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Il contratto di ingaggio di Turrini per ricoprire il ruolo di “Radames” in “Aida” presso il Covent Garden di Londra. Il signor Julius Finzi era l’impresario che fungeva da intermediario fra l’Opera Royal House ed il tenore
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Dal diario di Roberto Turrini
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Caricature pubblicate sul giornale “La Resistance” in occasione della rappresentazione di “Norma” a Nantes il 19 febbraio 1958
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“Le Soir” del 25 ottobre 1958. Il titolo si riferisce alla trionfale prima rappresentazione di “Manon Lescaut” al teatro municipale dell’Opera. L’articolo parla diffusamente di Turrini definendo la sua voce “bella, ampia, omogenea”. Il successo ottenuto dai due protagonisti Petrella e Turrini era stato travolgente: “dopo l’ultimo atto ci fu un delirio nella sala”
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Il soprano Giulietta Simionato; artista di grande valore, recitò insieme a Turrini in tante rappresentazioni. La dedica dice: “Ai coniugi Turrini con cordiale simpatia”
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Titolo di un articolo del giornale “El Correo-el Pueblo vasco” che riporta una lunga intervista a Turrini. Il giornalista mette simpaticamente in evidenza che “Turrini sarà il miglior tenore del mondo però non sa rinunciare a fumare una sigaretta”
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Bilbao, 22 agosto 1954; Turrini con la moglie Anita ed il figlio Enzo, mentre ripassa, in camerino, lo spartito di”Norma”
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Ankara – Teatro dell’Opera “Turandot”; aprile 1959. Turrini nei panni del principe Calaf, sostiene Liù, interpretata da un’artista turca. In estrema sintesi, la trama di quest’opera pucciniana si fonda sulla conquista dell’amore della superba Turandot, figlia dell’imperatore della Cina, da parte di Calaf, che riesce a risolvere i tre enigmi proposti a tutti i pretendenti. Liù è una giovane schiava del re di Tartaria Timur, spodestato e cieco, e padre di questo principe di cui nessuno conosce il nome. Calaf offre un rinvio a Turandot che non vuole rispettare la parola data: se scoprirà chi egli sia prima dell’alba, egli accetterà di morire come gli altri pretendenti. Nella notte in cui tutti hanno l’obbligo a Pechino di scoprire il nome del principe, Calaf veglia, sicuro della sua prossima vittoria (Nessun dorma). Liù, innamorata di Calaf, non rivela il nome del suo principe e per non cedere alle torture si uccide. La vicenda infine si conclude felicemente con lo sbocciare dell’amore fra Turandot e Calaf
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L’articolo raffigura il tenore Turrini – “Otello” – ed illustra gli esiti favorevoli della sua torurnèe in Turchia. Non è dato di sapere con certezza quale sia la fonte giornalistica ma si ritiene che l’articolo sia stato pubblicato su una rivista specializzata
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Primo piano di Roberto Turrini nei panni del principe Calaf, protagonista di “Turandot”
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Il contratto stipulato dall’Ente Autonomo Teatro della Scala di Milano con Turrini per la seconda tournèe in Turchia
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Interessanti le condizioni stabilite dall’Ente e che l’artista doveva rispettare
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La splendida scena di “Turandot” al Teatro di Stato di Ankara. Al centro del palcoscenico vi è il principe Calaf (Turrini), dietro a lui Ping, Pang, Pong (gli autori degli enigmi); dalla scalinata sta scendendo la superba Turandot, mentre l’imperatore della Cina seduto sul trono domina i suoi sudditi dall’alto. Nell’angolo a sinistra la dolce Liù sorregge il padre cieco
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Da “La Domenica del Corriere” del 12 giugno 1960
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L’orchestra dell’Opera di Ankara al gran completo; sul retro della fotografia vi sono le firme di tutti gli orchestrali
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Anita e Roberto Turrini fotografati ai piedi di una piramide durante una delle tournèe in Egitto
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Riscontri più che lusinghieri sulla stampa egiziana per l’interpretazione di Turrini ne “la forza del destino”, recita tenutasi al Cairo l’11 marzo 1955. Nella foto il soprano Simona Dell’Argine che ha cantato in molte opere accanto a Turrini ottenendo sempre i consensi del pubblico e della critica
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Un primo piano di rara intensità di Roberto Turrini nell’interpretazione di Otello. Nella carriera del tenore quest’opera ha rappresentato il “canto del cigno”, l’addio al palcoscenico
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Roberto Turrini nella pace della sua campagna. I filari di kiwi disegnano lunghi palcoscenici entro cui il tenore rivive intensamente i suoi ricordi di artista
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Diploma concesso al tenore Roberto Turrini dall’assessorato per l’agricoltura ed il commercio della Regione Trentino Alto Adige nel 1966, per le sue iniziative pionieristiche nel mondo agricolo del Basso Sarca. Il presidente della giunta era il dott. Luigi Dalvit, l’assessore all’agricoltura era il dott. Remo Segnana
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Da l’Alto Adige del 22 giugno 1960. Il tenore Turrini mentre è ancora impegnato nell’attività artistica, inaugura il nuovo impianto di irrigazione nei suoi frutteti. Sono le premesse per una nuova attività, l’agricoltura
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Anita e Roberto Turrini. Nel cuore di Anita sono ancora le ansie sofferte, il ricordo delle attese in camerino aspettando che passassero i momenti cruciali delle romanze, i lunghi viaggi, le ovazioni fragorose, le critiche severe, i colleghi e le colleghe di Roberto, le stelle e i comprimari, la frenesia della vita dietro le quinte, il silenzio della sala gremita di gente, insomma il mondo affascinante della lirica
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Il soprano Mafalda Favero (“A Roberto Turrini, augurando una grande carriera”)
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Il soprano Maria Caniglia (“Alla signora Anita Turrini, per cordiale ricordo”)
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Giuseppe Di Stefano, tenore di fama internazionale (“A Turrini Roberto augurandogli molta fortuna nella carriera artistica, amichevolmente”)
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Una cantante lirica americana (“Al gentile collega signor Roberto Turrini, con sincera ammirazione”)
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Il soprano Renata Scotto (“Al carissimo e bravo collega Roberto Turrini con amicizia e simpatia”)
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Il soprano Magda Olivero (“Alla signora Anita Turrini con affettuosi auguri”)
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Torino, maggio 1992. Il tenore Roberto Turrini insieme al signor Rolando Piromalli Rubichesu, proprietario di un ristorante di Torino frequentato assiduamente da amici della lirica. All’età di nove anni il signor Rolando aveva assistito al “Lirico” di Torino alla rappresentazione di “Aida” con Turrini nel ruolo di Radames. Dopo tanti anni si sono ritrovati. Il tenore era stato invitato a Torino per ricevere una targa d’oro e per ricordare le tappe della sua carriera agli appassionati della lirica. Fu in quell’occasione che venne registrata una video cassetta, reperibile oggi anche in Internet
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