ROBERTO TURRINI, IL TENORE DI ARCO

di CORNELIO GALAS

Ho avuto la fortuna di conoscere Roberto Turrini, il grande tenore cui Arco ha dato i natali. Ho avuto la sfortuna di conoscerlo troppo tardi. Ma ricorderò sempre l’incontro, per un’intervista, in quella casa nel compendio della Villa Arciducale di via Fossa Grande, ad Arco, all’inizio di Stranfòra, l’antico borgo di Arco. Sul tavolo tante foto, tanti documenti, tante lettere e dediche da parte dei più grandi artisti della lirica mondiale. Lui con le mani grandi. E quel sorriso triste alla Primo Carnera. Custodisco come una reliquia il suo autografo, la sua dedica sul libro “Roberto Turrini tenore”, di Romano Turrini , edito da “Il Sommolago” di Arco nel maggio 1995 per i i tipi della litografia Grafica 5 di Arco. Da questo volume sono tratte le foto della ricca galleria (oltre duecento immagini, fotografie, documenti, ritagli di giornale) che propongo sotto. Prima di dar spazio alla biografia (in sintesi) e ad alcuni video reperiti in Internet, però,  due parole per definire meglio Roberto Turrini. Nato ad Arco (Trento)  il 26 novembre 1913, settimo di undici figli, da Giuseppe Turrini e Giustina Caresani. Il padre era un contadino senza terra: lavorava i terreni del Capitolo della Collegiata di Arco e gli olivi della famiglia Marchetti. La madre Giustina, originaria Giudicarie, cuoceva la polenta anche due volte al giorno; la sera più abbondante, perchè servisse per la colazione del giorno dopo. La famiglia possedeva unicamente un terreno, sul quale sorgeva una piccola casetta addossata ad un masso, a Laghel. E’ là che Roberto Turrini ha trascorso gli anni della sua infanzia e dell’adolescenza, conducendo al pascolo alcune capre e due mucche, mungendole al mattino presto e portando poi il latte al caseificio di Arco. E cantava, cantava e la sua voce risuonava in tutta l’olivaia …

Ecco, da queste umili origini è partito il grande “viaggio” di Roberto Turrini. Quello che lo ha portato sulle ribalte dei maggiori teatri del mondo. Accanto ad artisti grandissimi. Come Maria Callas ad esempio, per fare solo uno dei nomi di quelle stelle che con Roberto hanno diviso fatiche ed onori nelle maggiori opere liriche. Poi il ritorno ad Arco. E i successi anche nel mondo dell’agricoltura. Con intuizioni (nuovi sistemi di irrigazione, la coltivazione dei kiwi, da lui per primo introdotta nel Basso Sarca) che hanno dato una vivace, positiva  “scossa” al settore in Trentino. Roberto Turrini è morto ad Arco, nel 2001. Io la butto lì: perchè non dedicargli un monumento, una via, una piazza come già si è fatto per tanti arcensi che hanno portato il nome di Arco in tutto il mondo? O meglio, perchè non intitolargli una scuola musicale?  Non vorrei sembrare polemico ma forse ” tenore Roberto Turrini” starebbe meglio di “Smag”. Che non è un prodotto per smacchiare i tessuti ma sta per Scuola Musicale Alto Garda. Tra l’altro Turrini fu anche presidente dell’azienda autonoma di cura e soggiorno di Arco. E in quella veste (vedi Sat Arco, la storia) lo trovate in questo sito fotografato mentre al rifugio Marchetti, sul Monte Stivo, atterra il primo elicottero.

– BIOGRAFIA 1

E’ scomparso  nel 2001 in età assai avanzata, eppure ad Arco, in provincia di Trento, lo ricordano ancora con molto affetto, sia per la sue qualità di tenore e sia per la prestigiosa azienda agricola che riuscì a realizzare dopo il ritiro dalle scene, avvenuto con l’opera Otello di Verdi nel 1962 ad Anversa.

Renato Turrini, nato appunto ad Arco il 26 novembre del 1913, inizialmente fece il muratore per aiutare la numerosa famiglia (otto fratelli) e nel contempo amava a cantare in parrocchia durante le festività.

Il M° Scarpellini di Arco, organista cieco e pianista, conquistato dalla sua voce, gli insegnò le  prime romanze. Un giorno venne ascoltato anche dal M° Casiraghi di Milano, in ferie nella località trentina, che viste le notevoli qualità del giovanotto, ne parlò a Pizzetti. Quest’ultimo lo volle ascoltare nel gennaio 1936 e lo ammise subito nel Conservatorio a Milano. Per mantenersi agli studi Turrini fece il Prefetto nell’Istituto Zaccaria dei Padri Bernabiti e successivamente venne promosso insegnante di legatoria. Nel 1942 si sposa e durante la guerra si rifugia  nelle Giudicarie. Nel ’47 finalmente debutta grazie all’interessamento di Lucia Minolfi, sua benefattrice. CantaButterfly ad Asola il dì di Pasqua.

Poi passa al San Carlo di Napoli nel luglio di quell’anno con La forza del destino. Alla Scala debutta nel 1950, sempre con La forza del destino. Conosce Toscanini, De Sabata, Serafin, Capuana, la Toti; ha per compagni di palcoscenico la Callas e la Tebaldi.

Canta Fidelio a San Francisco e Turandot a Caracalla. Si esibisce pure in Argentina, a Cuba, in Venezuela, in Turchia.. Alla Scala ritorna con Tosca accanto alla Milanov. Partecipa nelle scene con la marcia trionfale dell’Aida alle riprese del film “Il giro del mondo in 80 giorni” di M. Todd.  A Bologna si segnala per aver baciato rumorosamente la Callas nella Tosca.

Aveva in repertorio 52 opere affrontate con voce notevole, bel timbro, estensione. Forse l’unico neo: una non disinvolta figura scenica.

La sua voce è presente in un LP che riporta una serie di brani registrati per la Cetra  ed anche in una bella registrazione di Gioconda assieme alla Milanov e a Bardelli, dal vivo dal Teatro municipale di New Orleans nel 1953.

– BIOGRAFIA 2

Ha studiato a Milano con il tenore Alfredo Cecchi e ha fatto il suo debutto nel mese di aprile 1947 come Pinkerton al Teatro Sociale di Asola di Mantova. Ha seguito con ulteriori apparizioni in ” Madama Butterfly ” di Napoli, e nel 1948 ha continuato a cantare a Torino e Firenze (” Aida ”), a Parma nel 1949 e Milano e Roma nel 1950. Le sue esibizioni a Londra erano in ” Aida ” (Stoll Theatre, 1957), ” La forza del destino ” (Drury Lane, 1958) e ” Aida ” (Covent Garden, il 1958 e il ’59). E’ ‘apparso più ampiamente in Portogallo, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Venezuela, Egitto, Turchia e Iran, e ha concluso la sua carriera nel 1961 cantando Otello ad Anversa. Altri ruoli inclusi Don Carlos, Macduff, Gabriele Adorno, Arrigo, Cavaradossi, Calaf, Dick Johnson, Don Josè, Enzo Grimaldi, Andrea Chenier, Turiddu e Canio. Ha cantato in prima esecuzione moderna di Cherubini ”Lodaska” (Milano, 1950), in una nuova edizione di Alfano ”Sakuntala” (Roma, 1952) e nella prima di Chailly di ”La riva delle Sirti” (Montecarlo, 1959). Era un drammatico tenore di forza con una voce di tono brunito e penetrante che lo ha portato a molti dei principali centri operistici internazionali. Egli è stato sentito al Drury Lane Theatre di Londra nel ”Aida”, sottolineando la sua reputazione come cantante che potrebbe entusiasmare dalla potenza pura della sua voce.

– IL LIBRO  “ROBERTO TURRINI TENORE”

– LA CARRIERA: TUTTI I CONCERTI

VIDEO 1

VIDEO 2

 

SOLO AUDIO

 

– FOTO, DOCUMENTI, DIARIO, RASSEGNA STAMPA

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