CEFALONIA 1943, TANTE “VERITÀ” – 4

a cura di Cornelio Galas

Ancora una serie di immagini tratte dal libro “Arrendersi o combattere – storia fotografica della Divisione Acqui” di Carlo Palumbo, presentato nel 2013 in occasione del settantesimo anniversario dei Caduti di Cefalonia.

Corfù, la Cittadella. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù 1942. Osservatorio campale di un comando di batteria. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù 1942. Archivio Aldo Maioli.

Corfù 1942. Funerale. Archivio Aldo Maioli.

Corfù, luglio 1942. Lo scoppio di una bocca da fuoco provoca 8 morti. Archivio Renzo Apollonio.

Fortezza vecchia di Corfù, 1942. La 33a compagnia TR.T. Archivio Renzo Apollonio.

Il cimitero italiano di Corfù. Archivio Renzo Apollonio.

 

Pantokrator (Corfù), ottobre 1942. Incontro di ufficiali italiani della 7a batteria con i monaci del monastero. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù, 1942. Festa di san Spiridiano. Archivio Renzo Apollonio.

Corfù. Ingresso della Fortezza vecchia. Archivio Renzo Apollonio.

Un gruppo di ufficiali della divisione Acqui in una piazza di Zante. Archivio Renzo Apollonio.

 

Biglietto a corso legale per le Isole Jonie. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia. Panorama della baia di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia. Panorama della baia di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia. Panorama della baia di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, baia di Sami, sullo sfondo l’isola di Itaka. Foto scattata da Apollonio nel luglio 1944. Archivio Renzo Apollonio

Panorama di Argostoli; a destra si intravede Cocolata, sullo sfondo Castro. Archivio Renzo Apollonio.

Veduta di Argostoli, con la zona dei mulini e il caratteristico ponte sulla baia. Spedita il 15 gennaio 1950. Archivio Renzo Apollonio.

Cartolina di Argostoli spedita a Napoli il 25 febbraio 1942. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia. Il ponte nella baia di Argostoli durante la guerra. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, Argostoli. La banchina del porto. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia. Reparto schierato sulla banchina del porto di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

La Casetta rossa. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli 1942. Archivio Renzo Apollonio.

La città di Lixuri, nell’isola di Cefalonia. In questa zona sono dislocati quasi tutti i reparti tedeschi al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Archivio Renzo Apollonio.

Erisos (Cefalonia), 1941. Aerografia. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, la scuola di Agraria, sede del 20° ospedale da campo. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia 1942. La costruzione di una postazione di artiglieria. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia 1942. La costruzione di una postazione di artiglieria. Archivio Renzo Apollonio.

Senza titolo. Archivio Renzo Apollonio.

Senza titolo. Archivio Renzo Apollonio.

Senza titolo. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, Argostoli, piazza Valianos. Messa al campo delle truppe italiane. Sullo sfondo, a sinistra, il palazzo del Tribunale, sede del Presidio militare italiano. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, caserma Mussolini. Reparto autocarrette del 17° reggimento fanteria. Archivio Aldo Maioli.

Argostoli, caserma Mussolini. Reparto autocarrette del 17° reggimento fanteria. Archivio Aldo Maioli.

Argostoli, caserma Mussolini. Reparto autocarrette del 17° reggimento fanteria. Archivio Aldo Maioli.

Veduta aerea del porto di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

rgostoli 1942. Nave che brucia verso il cimitero. Archivio Aldo Maioli.

Gli uomini del Presidio Marina di Argostoli. Archivio Renzo Apollonio.

Faraò, Argostoli. Postazione della batteria contraerea da 76/40 della Marina. Archivio Renzo Apollonio.

Isola di Cefalonia: una postazione della batteria E 208, in località sovrastante il capoluogo Argostoli. In primo piano, al centro, con corpetto bianco ed elmetto, lo spezzino sergente cannoniere puntatore scelto Pasquale Bertolini. Ultimo a destra, il capo della postazione, sergente cannoniere Aldo Scarsella, da Livorno, disperso nel finale della battaglia e della successiva rappresaglia. Probabilmente appartiene al gruppo utilizzato dai tedeschi per disperdere in mare i corpi dei fucilati e poi trucidati anch’essi al termine dell’operazione. Archivio Giuseppe Bertolini.

Capo San Teodoro. Un aereo nemico abbattuto. Sullo sfondo la Casetta rossa. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, nei pressi della caserma Mussolini. Un aereo nemico abbattuto. Archivio Aldo Maioli.

Argostoli, nei pressi della caserma Mussolini. Un aereo nemico abbattuto. Archivio Aldo Maioli.

Il capitano Pampaloni nella Casa del soldato. Sopra la botte della birra e lo scaffale dei vini, dipinti sul muro, la svastica e il fascio littorio (Argostoli, primavera 1943). Archivio Amos Pampaloni.

Cefalonia 1942. Mitraglieri del 1° battaglione 17° reggimento. A destra Egidio Gelera. Archivio Mario Gelera.

Cefalonia 1942. Il plotone mitraglieri del 1° battaglione 17° reggimento. In basso a destra Egidio Gelera. Archivio Mario Gelera.

Cefalonia 1942. Il mitragliere Egidio Gelera. Archivio Mario Gelera.

Cefalonia 1942. Un gruppo di soldati cremonesi del 17° reggimento fanteria. Archivio Mario Gelera.

Argostoli 1942. La costruzione del cimitero di guerra di Drapano. Archivio Mario Gelera.

Argostoli 1942. La costruzione del cimitero di guerra di Drapano. Archivio Mario Gelera.

Senza titolo.

Cefalonia, 22 agosto 1943, «Alla mia cara sorella». Archivio Donatello Viglongo.

La struttura e gli uomini della divisione Acqui

di Carlo Palumbo

La 33a divisione di fanteria da montagna Acqui viene costituita con due reggimenti di anteria, il 17° e il 18°, e uno di artiglieria, il 33°. Nel 1942 si aggiunge un terzo reggimento di fanteria, il 317°. Ogni reggimento di fanteria ha tre battaglioni, una compagnia mortai e una batteria di accompagnamento da 65/17; il reggimento di artiglieria è armato con due gruppi di obici da montagna da 75/13 someggiati (in totale 24 pezzi) e un gruppo da 100/17 someggiato con 12 pezzi, armi che erano state in servizio nell’esercito austro-ungarico nella Prima guerra mondiale, oltre a una batteria antiaerea da 20.

A questi reparti vanno aggiunti un battaglione mortai, una compagnia anticarro, una compagnia genio autieri e una telefonisti e radiotelegrafisti, oltre ad una sezione fotoelettricisti, i reparti servizi (sanità, sussistenza, salmerie, autoreparto e due sezioni carabinieri).

Gli ultimi dati certi sulle forze della divisione risalgono al 15 novembre 1942: in totale 708 ufficiali, tra presenti e in licenza, 15.759 sottufficiali e truppa, tra presenti e in licenza. A questi numeri dovrebbero aggiungersi quelli della Marina e dell’Aeronautica, su cui non vi sono dati.

L’occupazione delle Isole Ionie dura 28 mesi. Le perdite subite in Albania vengono compensate dai nuovi arrivi di soldati con scarso addestramento e di ufficiali in genere di prima nomina e perciò inesperti. I soldati hanno in maggioranza tra i venticinque e i trent’anni; la distribuzione geografica riguarda un po’ tutto il Paese, con una prevalenza dell’Italia settentrionale e di quelli che provengono dalla campagna.

In certi reparti anche il 90% degli effettivi viene colpita dalla malaria e la media giornaliera dei ricoverati negli ospedali supera i 2.000 casi. L’alimentazione non è adeguata all’impiego nei lavori pesanti; mentre i soldati consumano il rancio nelle gavette all’aperto, ufficiali e sottufficiali dispongono di mense separate.

Le licenze per i soldati sono rare, metà della truppa non ne ha da due o da tre anni, perché i comandi non tengono in conto le esigenze della truppa; le licenze sono sicuramente garantite agli ufficiali superiori, sono più irregolari per quelli inferiori. Nel corso del 1943 viene imposto ai reparti un clima di guerra che comporta il divieto di libera uscita, la rinuncia al riposo periodico, festivo e domenicale, la rinuncia alla messa.

Questa sezione integra quella precedente, presentando alcuni tra gli ufficiali superiori della divisione e raccontando con le immagini momenti della presenza delle truppe italiane a Cefalonia negli anni 1942 e 1943.

La maggior parte delle fotografie è stata raccolta da Renzo Apollonio tra quelle realizzate dai militari presenti sull’isola. Non sono note le origini di queste immagini e le modalità della loro acquisizione. I soldati e gli ufficiali sono spesso colti in momenti di svago e comunque non formali. Ma vi sono anche fotografie di reparti schierati o impegnati in qualche attività militare.

Nell’insieme forniscono una rappresentazione della vita quotidiana di uomini normali impegnati in un’occupazione militare che poteva, se vista al di fuori del drammatico contesto della guerra, quasi sembrare una vacanza. Gli archivi di don Formato e di don Ghilardini forniscono le immagini di alcuni degli ufficiali superiori della divisione e dei reparti collegati.

Tra queste lo schieramento della 44a sezione sanità, la cui sorte si conclude tragicamente a Valsamata alla fine dei combattimenti. Quando possibile, le didascalie riportano alcune informazioni sulla sorte dei militari rappresentati. La raccolta è integrata con fotografie provenienti dagli archivi privati Maioli, Sfiligoi, Vender e Viglongo.

Il generale di divisione Antonio Gandin, medaglia d’Oro, comandante la divisione Acqui, fucilato a Cefalonia il 24 settembre. Sostituisce il generale Arduino Garelli dal 16 giugno 1943. Tratto da R. Formato, L’eccidio di Cefalonia.

Il generale Luigi Edoardo Gherzi, medaglia d’Oro, fucilato a Cocolata il 22 settembre. È il comandante della fanteria divisionale. Tratto da L. Ghilardini, I martiri di Cefalonia.

Il colonnello Mario Romagnoli, medaglia d’Oro, fucilato alla Casetta rossa il 24 settembre. Comanda il 33° reggimento artiglieria ed è tra i principali sostenitori della resistenza ai tedeschi. Tratto da L. Ghilardini, I martiri di Cefalonia.

Il colonnello Luigi Lusignani, medaglia d’Oro, comandante del presidio di Corfù, col 18° reggimento fanteria. Respinge da subito le richieste tedesche e guida la resistenza fino alla resa finale, fucilato a Corfù il 25 settembre. Archivio Renzo Apollonio.

Il capitano di fregata Mario Mastrangelo, medaglia d’Oro, fucilato alla Casetta rossa il 24 settembre. Comanda Marina Argostoli ed è tra i principali fautori della lotta antitedesca. Tratto da L. Ghilardini, I martiri di Cefalonia.

Il capitano di fregata Mario Mastrangelo. Archivio Renzo Apollonio.

11 aprile 1943 a Cefalonia – Casetta rossa. Il colonnello Enzo Ricci, comandante del 317° reggimento fanteria e il capitano Nereo Neri, suo aiutante maggiore. Archivio Renzo Apollonio.

Tutte le squadre del Comando del 33° reggimento. Archivio Luigi Vender.

Settembre 1942. Il sottotenente Andrea Viglongo «La motocicletta Bianchi. Lilo». Archivio Donatello Viglongo.

Il generale Antonio Gandin e (a destra) il tenente colonnello Ernesto Cessari, comandante del 17° reggimento fanteria. Archivio Renzo Apollonio.

Da sinistra a destra: il generale Antonio Gandin, il colonnello Ernesto Cessari, comandante del 17° reggimento fanteria, fucilati a Cefalonia, in visita alla caserma Mussolini, accompagnati dal tenente colonnello Antonio Briganti, capo Ufficio Sanità della divisione Acqui. Tratto da L. Ghilardini, Sull’arma si cade ma non si cede.

Da sinistra: il tenente colonnello Cesare Fiandini, responsabile dell’artiglieria divisionale, il capitano Amedeo Arpaia che comanda la 2a batteria contraerea del 3° gruppo, quella di capo San Teodoro, il suo secondo, tenente Dante Villella, un giovane avvocato nella vita civile, il sottotenente Polidori. La batteria di Arpaia è chiamata «batteria dei filosofi». Archivio Renzo Apollonio.

Un gruppo di ufficiali del 17° reggimento fanteria. Si riconoscono, seduti al centro, il maggiore medico De Troia, il tenente colonnello Schicchi e il maggiore Oscar Altavilla, comandante del 2° battaglione del 17° reggimento fanteria, amatissimo dai suoi uomini. Archivio Renzo Apollonio.

Il tenente colonnello Sebastiano Sebastiani, aiutante in campo del generale Gherzi. Sarà fucilato nel corso dei combattimenti subito dopo la cattura, nonostante le sue simpatie filotedesche. Archivio Renzo Apollonio

Il colonnello Mario Romagnoli, comandante del 33° reggimento artiglieria. Tra gli ufficiali superiori quello più deciso a combattere i tedeschi. Archivio Renzo Apollonio.

Ufficiali del Comando 33° reggimento artiglieria. In primo piano il capitano Italo Postal, aiutante maggiore del colonnello Romagnoli; sarà lui a seppellire la bandiera del reggimento perché non cada in mano tedesca al termine dei combattimenti. Archivio Renzo Apollonio.

 

Da destra: il tenente Giuseppe Bottico, comanda la 1a compagnia del 317° di stanza a Sami, il colonnello Ezio Ricci, a capo del 317° reggimento fanteria, il maggiore Italo Galli, volontario del ’99, calabrese, rientrato durante l’estate da una licenza per malattia. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, 21 aprile 1943. Al centro, sopra l’asinello il capitano Nereo Neri, comandante del 1° battaglione del 317° reggimento, a sinistra il tenente Guido Farina, del 2° battaglione, caduto il 21 settembre con gli uomini del maggiore Fanucchi, a destra un subalterno non identificato. Neri riesce a sopravvivere alla fucilazione al bivio di Lardigò, il 22 settembre, ferito è portato al 37° ospedale da campo, dove il 25 settembre sono prelevati sette ufficiali, fucilati per rappresaglia dai tedeschi; lo salva l’intervento del console Seganti e di padre Ghilardini. Archivio Apollonio.

Il tenente colonnello Cesare Fiandini, comandante del 3° gruppo artiglieria contraerea da 75/27. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 20 luglio 1943. Il tenente Bernardo Lorenzon, 10a compagnia del 17° reggimento fanteria. Guida l’ultimo assalto alla postazione tedesca di capo Munta. Archivio Renzo Apollonio.

Foto inviata il 14 gennaio 1943 al tenente Bertò del 17° reggimento fanteria da un ufficiale dell’Ufficio imbarchi e sbarchi di Cefalonia. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, piazza Valianos. Senza nomi. Archivio Renzo Apollonio.

Senza nomi. Archivio Renzo Apollonio.

Alcuni ufficiali del 17° reggimento fanteria. Da sinistra: il sottotenente Enea Zambraello, il capitano Rinaldo Benigni, ucciso nel vallone di santa Barbara il 22 settembre, il capitano Giorgio Balbi, comandante della 7a compagnia del 2° battaglione, il sottotenente Lazzaro, il tenente Ugo Zamparo, il tenente Morelli. Archivio Renzo Apollonio.

Gruppo di ufficiali del 17° reggimento fanteria fucilati a Cefalonia. Da sinistra: il tenente Plinio Petroni, il capitano Giuseppe Canesi, il tenente Antonio Paternò, il sottotenente Lunghi, il sottotenente Gardone. Appartengono al comando del reggimento e sono fatti prigionieri il 22 settembre a Lakytra e subito fucilati. Tratto da L. Ghilardini, Sull’arma si cade ma non si cede.

Soldati con ramazza. Archivio Donatello Viglongo.

 

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