a cura di Cornelio Galas
La scoperta l’ho fatta involontariamente. Visitando il sito del museo delle miniere della Val Ridanna, del quale parlerò nei prossimi giorni. Insomma, ero alla ricerca di informazioni sulla miniera più alta d’Europa ed ecco che salta fuori invece la donna più alta del mondo, almeno a quell’epoca (primi del Novecento).
Si tratta di Maria Fassnauer (Faßnauer) nata il 28 febbraio 1879 a Ridanna (in provincia di Bolzano) e morta il 4 dicembre 1917.
Maria Faßnauer, figlia di contadini sudtirolesi, era una bambina normale, fino ai tre anni. Poi però iniziò a crescere a dismisura fino a raggiungere, appena quindicenne, l’incredibile altezza di 2 metri e 27 centimetri.
Mariedl era affetta, probabilmente, da acromegalia, malattia che le fece raggiungere l’altezza di due metri e ventisette centimetri per un peso di 172 chili.
I giornali tirolesi non tardarono a scoprire la notizia e a darla all’opinione pubblica.
La “donna più alta di tutto il Tirolo” divenne così – scrive Barbara Stocker – diffuso argomento di conversazione. Finiti gli studi, Maria Faßnauer iniziò a lavorare come contadina.
I genitori subivano costanti pressioni da parte di agenti dello spettacolo ansiosi di esporre la giovane ragazza come attrazione nelle sagre e nelle fiere paesane. Non cedettero tuttavia mai alle lusinghe finanziarie degli agenti dello spettacolo, anche se la famiglia era povera e avrebbe avuto assoluto bisogno di soldi.
Nel 1906 fu Maria Faßnauer stessa a farsi convincere, e così iniziò , accompagnata da sua sorella , un tour di ben sette anni attraverso l’intero continente europeo. Vienna, Berlino, Amburgo, Londra, Manchester.
La donna gigante posò come attrazione in ogni genere di fiera e mercato, dal Kohlmarkt di Vienna all’Oktoberfest di Monaco. Partecipò come “oggetto d’esposizione” anche alla Mostra Universale di Bruxelles.
I giornali preannunciavano l’imminente arrivo della “femmina più alta che sia mai esistita”, per stuzzicare la curiosità dei lettori e far accorrere il pubblico. Maria intanto risparmiava sui suoi guadagni per aiutare i genitori.
Per il vestiario spendeva molto poco, visto che durante le sue esibizioni portava sempre un costume tirolese abbinato al tradizionale cappello maschile che doveva farla apparire ancora più alta e grottesca.
Nonostante fosse sempre sotto le luci dei riflettori, Maria conduceva una vita molto solitaria e isolata. I suoi agenti non le permettevano di farsi vedere in pubblico se non durante gli spettacoli.
Alla giovane e religiosa donna, che nelle sue lettere ai genitori confessava di sentirsi sola e provare un’immensa nostalgia di casa, era soltanto concesso recarsi ogni tanto in chiesa a pregare.
Ogni volta che il banditore con abile voce da mercante intonava la rituale formula “Venghino signori, venghino! Vedano con i propri occhi Mariedl, la gigantessa del Tirolo!”, Maria stringeva i denti ed entrava in scena. Faceva fatica a stare in piedi per ore e ore, le sue gambe erano devastate dalle ulcere. Ma chi avrebbe mai pagato per vedere una gigantessa seduta?”
Nel 1913 Maria Faßnauer decise di interrompere la sua carriera di “Donna gigante sudtirolese” fenomeno da baraccone e fece ritorno a Ridanna. Estremamente provata sia nel corpo che nell’anima, trascorse i suoi ultimi anni di vita nel maso dei genitori, dove morì il 4 dicembre del 1917. Aveva solo 38 anni.
L’usanza di presentare persone con caratteristiche fisiche inusuali come attrazione per un pubblico sempre in cerca di sensazioni forti non appartiene solo al passato. Ancora oggi – annota Barbara Stocker – le persone “diverse” vengono spesso messe in mostra all’interno di talk shows e su internet, come animali da zoo.