Triste e felice

di Cornelio Galas

Putridi rivoli di ricordi

scorrono come la vita

verso un delta sconosciuto

ed il fruscìo è sordo

come il nulla mai visto.

 

Piangono, ridono, pensano

l’altro ed altri intorno

mentre la tua solitudine

afferra l’ultimo appiglio

sopra il vuoto indesiderato.

 

E’ quello che non credevi

nel quale ora devi credere

per non cadere per sempre

(e la colpa sarà solo tua)

nei postulati irredenti.

 

Cerca una voce flebile

di attivare un allarme

una richiesta di aiuto.

Resterai solo nel fosso

e arriverà freddo, fame

la sete dell’inascoltato.

 

Come conchiglia rotta

sotto i piedi distratti,

come vigna malpotata

rinuncerai al futuro

per una vita che sia.

 

Non avrai altro all’infuori

di te che stai morendo,

di quello che ora lasci,

di amori abbandonati

quando ne avevi bisogno.

 

La penombra odia la luce

e tu le accordi affitto,

fino al prossimo tramonto

quando guardi e non vedi

tutta la tua triste gioia.

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