TRENTO, ARTE E STORIA – 1

trento da vedere – 41

Il Palazzo disteso dal duomo fino alla “torre civica” è stato la prima residenza dei principi vescovi tridentini fino al 1255, quando venne trasportata al castello del Manconsej, più tardi detto Buonconsiglio. Dalla metà del Quattrocento fu sede anche della Corte di Giustizia e della prima autorità giudiziaria del Comune tridentino, il Podestà o Pretore, per cui il palazzo vescovile fu chiamato pretorio, attributo che conserva tuttora. Ma il passaggio della residenza principevescovile e dei suoi uffici dal centro cittadino al “dossum Malconsej”, segna per il primitivo palazzo del vescovo di piazza del duomo l’inizio della decadenza. Ad incaute alterazioni si susseguono inadatte opere di restauro, si fa posto negli antichi locali alle prigioni femminili e al Monte di Pietà. Così l’edificio perde sempre più quel dignitoso e solenne aspetto medievale assunto fra i secoli XI e XIII, soprattutto per merito del vescovo Vanga, per assumere uno stile tardo rinascimentale e barocco. Il più grande restauro e la maggior manomissione fu compiuta nel 1676, quando il principe vescovo Sigismondo Alfonso Thun, d’accordo con le autorità laiche della città, sostituì con dei finestroni rettangolari le bifore romaniche, che vennero tolte o murate. In ricordo di questo avvenimento il principe vescovo Sigismondo Alfondo Thun fece applicare sulla parete di Palazzo Pretorio che guarda la piazza una complessa memoria, composta da una epigrafe marmorea ovale e dal suo stemma composito sovrastato dalla mitra con spada e pastorale

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