In fondo a via Grazioli sta alto sulle balze del declivio a sinitra il convento dei Francescani, costruito fra il 1691 e il 1698 per ospitare i frati che avevano abbandonato il loro vecchio convento di S. Bernardino in località “alle giare”, una zona troppo infida perché esposta alle ricorrenti piene del Fersina. I frati ripararono su una posizione più sicura presso la vicina “torricella madruzziana”, in località, come riferisce il Mariani, situata “in eminenza di un colle o promontorio bagnato ai piedi dal torrente Fersina” e “favorito al tempo de’ principi Madruzi, che la tenevano per loro deliciosa e ritirata e religiosa, essendovi la chiesa o sacello per la messa”. La “torricella madruzziana” è ancora ricordata da un portale con lo stemma dei Madruzzo, all’inizio della scalinata che porta al sagrato del convento. I frati trasportarono con sè dal convento demolito di S. Bernardino vecchio le cose più antiche e i pezzi di maggior pregio artistico. Nella nuova chiesa, nei locali adiacenti e nei due chiostri spiccano qua e là artistiche pietre tombali, diverse di epoca e di stile, appartenenti a personaggi di chiesa e d’arme, desiderosi di riposare consolati dalla pietà dei poverelli di S. Francesco