TRENTINO, ATTENTI AL LUPO …

IL RITORNO DEL LUPO IN TRENTINO

a cura di Cornelio Galas

Cari amici di Televignole oggi vi parleremo del lupo. Del lupo in Trentino. Prendiamo spunto dalla notizia apparsa, domenica 17 gennaio 2016, sul “Corriere del Trentino”. Titolo: Monti Lessini, i lupi sono saliti a 12. Le paure dei cittadini; proteggeteci.

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I numeri – si legge nell’articolo – fanno paura. Gli esemplari sui monti Lessini sono saliti a 12, nel 2014 ci sono stati 8 attacchi agli allevamenti, sono stati uccisi 15 capi e gli indennizzi pagati dalla Provincia di Trento ammontano a 9.200 euro. In un paio di anni – afferma preoccupato Mario Zomer – presidente degli allevatori della Vallagarina, ci ritroveremo con 50 lupi. Patricia Veronesi, del camping Faggio pensa ai turisti: Come faranno a stare tranquilli?”. E il segretaro della Lega Maurizio Fugatti incalza: Non sia come il Life Ursus, si rischia di spopolare la montagna”.

Ma allora c’è un’emergenza lupo, in Trentino, dopo quella ben nota, in fatto soprattutto di polemiche, che riguarda l’orso introdotto anni fa nei boschi della provincia?

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Per saperne di più siamo andati a rileggere una pubblicazione del marzo 2014, a cura del Servizio Foreste e fauna – Ufficio Faunistico della Provincia. Vediamo allora cosa si scriveva, in epoca recente, di questo nuovo “ospite” dei boschi trentini.

LA STORIA DEL LUPO

In origine il lupo era uno dei mammiferi più diffusi sulla terra. Il suo areale comprendeva il Nord America, l’Europa e l’Asia. Il conflitto creatosi principalmente con le attività legate all’allevamento del bestiame ha causato una forte contrazione del suo areale, rovocandone la scomparsa da gran parte dell’Europa centrale e settentrionale. All’inizio del ‘900 in Italia la specie scompare dalle regioni alpine e progressivamente anche da buona parte di quelle appenniniche. Il minimo storico è da attribuire agli anni ‘70: l’areale di presenza del lupo è ormai rappresentato da nuclei disgiunti tra loro, distribuiti lungo la dorsale appenninica centro-meridionale. In quel periodo in tutta Italia si stimano circa un centinaio di soggetti.

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Da allora si assiste ad un progressivo aumento delle popolazioni di lupo, favorito dalla protezione legale, dall’aumento esponenziale delle specie preda (ungulati selvatici) e da una minore persecuzione da parte dell’uomo. Attualmente la popolazione Italiana di lupi è distribuita lungo la dorsale appen­ninica e su parte dell’arco alpino. A partire dalle aree di presenza storica dell’Appennino centrale, il lupo ha colonizzato dapprima l’Appennino Tosco-Romagnolo ed è quindi arrivato in Liguria. Dalle prime segnalazioni registrate tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90, la specie è giunta in soli dieci anni ad occupare stabilmente le Alpi occidentali; i nuclei famigliari presenti tra Francia e Piemonte attualmente (fine 2013) sono circa una trentina. Da questa popolazione e in parte da quelle di origine dinarica e carpatica, composte da diverse migliaia di individui, provengono i soggetti segnalati negli ultimi anni anche in provincia di Trento e nelle aree ad essa limitrofe. Il ritorno del lupo sull’arco alpino non è dunque frutto di progetti di reintroduzione. Non sono stati rilasciati soggetti provenienti dalle popolazioni vicine, è in atto un ritorno spontaneo.

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La presenza storica del lupo in Trentino è testimoniata da toponimi quali “Valle del lupo” (Pieve di Bono), “Grotta della Lovara” (Spormaggiore), “Cascata del lupo” (Bedollo), ecc. oltre che da fonti bibliografiche. Di fatto però nella seconda metà del 1800 il lupo scompare dalla nostra provincia, a seguito della persecuzione dell’uomo con ogni mezzo (fucile, veleno, trappole).

Dopo circa 150 anni di assenza, il lupo torna in provincia di Trento nel 2008; lo testimoniano i resti di un soggetto deceduto in Val di Fiemme nei pressi del passo degli Oclini. Il ritrovamento conferma alcune segnalazioni registrate in zona nel 2006 e 2007, che sino a quel momento non avevano trovato riscontro. Successivamente, nel 2010, un lupo maschio migra spontaneamente dalla popo­lazione delle Alpi occidentali e si stabilisce in alta Val di Non. Un terzo soggetto arriva dalla Slovenia nella primavera del 2012 dopo aver compiuto un formidabile spostamento di oltre 1.000 km. Attualmente questo lupo frequenta i monti Lessini, nella zona a confine tra la provincia di Verona e il comune di Ala, in compagnia di una femmina appartenente alla popolazione italiana proveniente dalle Alpi Occi­dentali. La coppia si è riprodotta nella primavera del 2013, dando vita al primo branco nelle Alpi orientali dopo oltre 150 anni.

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LA SCHEDA

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Altezza al garrese: 60-70 cm

Lunghezza: 110-140 cm

Lunghezza della coda: 30-35 cm

Peso: nella popolazione italiana i pesi medi sono 28 kg per le femmine e 34 kg per i maschi

Distinzione tra i sessi: difficile se non si osserva il comportamento del singolo soggetto o entrambi gli individui della coppia

Distinzione con il cane: coda generalmente più corta e con apice nero, orecchio breve e a base larga, mascherina chiara sul muso, bande scure sulle zampe anteriori, forma della testa larga, massiccia e robusta. Orme indistinguibili da quella di un cane.

Il lupo vive in branco costituito dal gruppo famigliare. La vita di branco è vantag­giosa per gli aspetti legati alla riproduzione, all’allevamento della prole, alla caccia e alla difesa del territorio. La dimensione del branco varia in funzione delle disponi­bilità alimentari e spaziali. Ogni componente del branco ha uno specifico ruolo; al vertice del branco c’è la coppia alfa formata da maschio e femmina dominanti che restano monogami fino alla morte di uno dei due e sono gli unici a riprodursi, salvo rare eccezioni.

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Il branco costituisce una complessa struttura sociale che occupa una porzione di territorio in maniera stabile ed esclusiva dove la caccia, l’accoppiamento, l’alleva-mento della prole ed il controllo del territorio sono svolti in maniera cooperativa ed integrata. La sopravvivenza al di fuori del branco è difficile. I rapporti tra gli indivi­dui del branco sono garantiti attraverso una comunicazione di tipo visivo, olfattivo ed acustico. La media dei soggetti che costituiscono un branco nel territorio alpino (Piemonte) è di 4-5 animali, mentre la superficie che occupano è un territorio medio di circa 250 kmq.

Il lupo raggiunge la maturità sessuale al secondo anno di vita. Il periodo riprodut­tivo coincide con la metà di febbraio. La gestazione dura circa due mesi e in media nascono 3-4 cuccioli del peso di circa mezzo chilo ciascuno. Gli altri componenti del branco collaborano alla cura e allevamento della prole, focalizzando così tutte le energie del branco alla crescita di una sola cucciolata per la quale aumentano le possibilità di sopravvivenza.

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A circa 40 giorni di vita i cuccioli cominciano a nutrirsi autonomamente e ad esplorare il territorio che li circonda. La dispersione alla qua-le vanno incontro i giovani di 1-3 anni di età è fondamentale per la dinamica della vita di branco del lupo: previene l’eccessivo sfruttamento delle risorse e l’incrocio tra consanguinei, favorendo quello tra soggetti geneticamente non imparentati. L’età che un lupo può raggiungere in libertà è di circa 10 anni, quasi il doppio se l’individuo è in cattività, ma la mortalità è particolarmente alta nei giovani (70-80 % dei lupi nel 1° anno).

ALIMENTAZIONE

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Il fabbisogno di un lupo è di circa 2 kg di cibo al giorno. La specie predilige il più delle volte cibarsi di animali selvatici, meno frequentemente di domestici. Cervi, caprioli, camosci, mufloni e cinghiali costituiscono la principale fonte alimentare del lupo; in ambiente alpino raramente si ciba anche di frutta, lepri, piccoli mam­miferi e uccelli. Il lupo ha un importante ruolo di selezionatore nelle popolazioni di ungulati, in quanto la caccia con inseguimento comporta spesso la predazione degli individui più deboli. A completare una dieta variegata c’è la preziosa risorsa rap­presentata dalle carcasse degli animali rinvenuti morti. Infine, il lupo può predare anche bestiame domestico, soprattutto se non opportunamente custodito, per lo più di media taglia (pecore, capre e più raramente giovani bovini ed equini).

CARATTERISTICHE

– Velocità massima: fino a 50 km/h

– Può percorrere sino a 60 km per notte

– Pressione della mascella: 150 kg/cm2lup8888

– Ottimo nuotatore

– Visione notturna eccezionale

– Angolo visuale: 250° (l’uomo 180°)

– Percepisce suoni sino a 40 kHz (l’uomo 20 kHz)

– Può udire l’ululato di altri lupi a una distanza di 6,4 – 9,6 km

– Frequenza cardiaca: 90 battiti/minuto, nel caso di grossi sforzi fisici può raggiungere i 200 battiti/minuto

IMPRONTE

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L’impronta anteriore del lupo adulto misura 10-12 cm di lunghezza x 8-10 cm di larghezza. Differentemente dal cane, la pianta del piede del lupo spesso presenta la fusione dei cuscinetti plantari del terzo e quarto dito (ponte carnoso) oltre ad un allineamento del bordo inferiore dei cuscinetti digitali centrali rispetto ai due esterni. In ogni caso singole impronte non sono distinguibili da quelle di un cane di simili dimensioni.

ESCREMENTI

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Gli escrementi sono composti da corpi cilindrici di 3-4 cm di diametro lunghi fino a 15 cm circa. Solitamente vengono deposti in punti strategici quali linee di confi­ne tra branchi, siti di passaggio, incroci o valichi per marcare il territorio. È possibi­le la confusione con gli escrementi di cane, specialmente se questo si è alimentato su carcasse di ungulati selvatici.

L’INDENNIZZO E LA PREVENZIONE DEI DANNI

La Provincia Autonoma di Trento provvede all’indennizzo totale di eventuali danni da lupo al bestiame domestico, se denunciati al Servizio Foreste e fauna entro 24 ore dalla loro constatazione. È possibile denunciare il danno al coordinatore della reperibilità faunistica al n. 335.7705966. Entro 30 giorni dalla denuncia del danno, va inoltrata al Servizio Foreste e fauna la domanda di indennizzo. Una corretta predisposizione di opere di prevenzione dei danni (recinzioni elettriche) è necessaria per ridurre le predazioni a carico del bestiame. Lasciare animali di media taglia (esempio pecore e capre) al pascolo senza alcuna forma di custodia la notte, non è compatibile con la presenza del lupo (e degli altri due grandi carnivori delle Alpi, orso e lince). Il Servizio Foreste e fauna fornisce a titolo gratuito le recinzioni che però poi devono essere opportunamente gestite e controllate per garantirne il corretto funzionamento. La modulistica per la richiesta di opere di prevenzione è reperibile presso gli uffici distrettuali forestali, le stazioni forestali, oppure scaricabile dal sito www.orso.provincia.tn.it.

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Nelle zone in cui la presenza del lupo è affermata, un altro strumento efficace per prevenire le predazioni a carico del bestiame domestico sono i cani da guardiania (“pastore maremmano” o “abruzzese”). In futuro questo supporto potrebbe risultare fondamentale anche in provincia di Trento.

LA PUBBLICAZIONE “IL LUPO IN TRENTINO”

Provincia Autonoma di Trento – Servizio Foreste e fauna – Ufficio Faunistico

38121 Trento – Via G. B. Trener, 3 tel. 0461 495940 – fax 0461 494972

E-mail: mailorso@provincia.tn.it

 sito internet: www.orso.provincia.tn.it

testi a cura del Servizio Foreste e fauna (N. Bragalanti, C. Groff) foto: archivio Servizio Foreste, fonte F. Marucco e Miha Krofel – 28 marzo 2014.lup4

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