IL TOTEM SULLA COLLINA

IL TOTEM SULLA COLLINA

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di Cornelio Galas

Il punto zero del male. Ed il bene stava trionfando in tutto il mondo. A tutti era passata, all’improvviso, la voglia di parlar male di qualcuno, di qualcosa. Le malattie incurabili erano ormai un ricordo.

Se ne andava tutto con quelle che chiamavano scariche bioenergetiche. Ci si poteva accoppiare liberamente. Tante palline nello stesso flipper. Nessuna finiva mai in buca. In questo mondo senza k.o. tutto era o.k Finché si restava nella cabina virtuale.

Poi la noia primordiale portava ancora la gente ad interrogarsi stupidamente sui suoi perché. A guardare i soliti tramonti. Ad immaginare di essere innamorati. Ad aspettare il tram tram.

Non erano ancora pronti per la leggerezza dell’essere. Avevano da tempo svuotato tutti gli zaini, ma c’era ancora qualcosa che pesava, Eppure le ossa delle nuove generazioni erano più leggere.

Grazie all’intervento sul feto, per diminuire anzitempo il peso specifico. Avrebbero potuto volare senza la fantasia. Ma c’era sempre qualcosa che li tratteneva sulle tombe dei nonni. Su foto ingiallite. Era come se aspettassero un errore di quel sistema perfetto per sfogarsi.

Una pioggia acida per aprire gli ombrelli. Un’istigazione al movimento incondizionato. Da una collina, la barba bianca di un dio qualunque, si agitava nel vento. Era l’unico movimento di quel vecchio saggio che dicevano immortale. Un corpo mummificato, in realtà. Seduto su un vecchio televisore.

Chi l’avrebbe mai detto che un giorno ci saremmo trovati tutti qui, attorno a questo macabro totem, senza perplessità in testa? E chi avrebbe immaginato la nostra muta sicurezza? Non successe niente quella sera. Andava avanti così da mesi ormai.

Ma di che cosa ci dovevamo preoccupare? Non servivano cenni per dire di no. Eravamo tutti motivati nel non aver motivi di spiegare il motivo del nostro motto: siamo in moto. Sempre. Qualsiasi cosa succeda. Siamo in moto nello spazio. E c’è spazio per tutti.

Fino al giorno in cui si cambiò setta chiedendo indietro i soldi.

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