Solo sole

di Cornelio Galas

Grappoli di lacrime appassite
su pericolanti altalene
di legno marcio
vigneti spogli nella nebbia
ai piedi foglie secche
da calpestare.

 

Qui ero già stato anni fa
non ricordo come, con chi
e se c’ero anch’io
con pensieri da ingiallire
e se la strada era uguale
per tornare al caldo.

 

Mancano le pannocchie
bandiere alte del balcone
per salutare solitudini
parlando solo col vento
e con cani senza guinzaglio
liberi di morire.

 

L’acqua del fiume è calma
risparmia, per ora, ruggiti
come le piante attorno
che la linfa trattengono
per i giorni della crescita
nel letto del letargo.

 

Il sole verrà anche domani
meno caldo, quasi invisibile
Saranno i suoi baci
a dar speranza, ancora, ancora
perché non si spenga di colpo
questo fuoco di paglia.

 

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