SOLO SAPESSI …
di Cornelio Galas
E’ da una vita, la mia, che ti cerco,
anno dopo anno, primavera dopo primavera,
sempre con gli occhi aperti, da bambino,
sempre con il di dentro inerme, indifeso.
Se solo sapessi da quanto ti aspetto …
le mie corse senza fiato nei prati,
il tremore della prima volta, l’ansia,
quella sensazione di essere felice, felice.
Ho visto il paradiso, tante volte, tante volte
e poi l’inferno, subito dopo l’inferno …
non mi piace il purgatorio tipo terme,
non mi vanno le vie di mezzo, tra giù e su.
E tu che mi chiedi se ti amo veramente,
e la vita che mi chiede se sono vivo,
e quest’essere sospeso, tra incertezze
e soluzione finale: morire e basta.
Quanti retaggi di mattine a baciarsi,
tra lenzuola ancora umide di nostri umori,
e colazioni perse per quegli abbracci,
nudi, senza caffè padroni di quel tempo.
Verrà, prima o poi, anche il rimpianto,
svolazzerà come un uccello smarrito,
in un appartamento di proprietà …
sperando di uscire presto, illeso.
Succederà anche nelle ultime parole,
quando non ci saranno più arrivederci,
quando l’addio assomiglierà di più
a quello che si dice su treni in partenza.