SENZA SOGNI

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SENZA SOGNI

di Cornelio Galas

E arrivò il fuoco, all’improvviso

con quella calda, rossa festa

che le umide, fredde caverne

ci facevano solo sognare.

Tutti danzavamo, felici, ebbri

attorno a quei falò

accesi per caso, solo per caso

dopo le grida del cielo

tra le nostre risate di gioia,

e tanti occhi increduli

davanti a magie riflesse.

Trovammo nella montagna

la materia che ci fece forti

con le spade di ferro

e il luccichìo dell’oro.

Cominciò da lì la sfida

col buio, con la fame,

perfino col sole, le stelle,

il mare, il cielo, la terra,

Dei ancora sconosciuti

e chiamammo giusta guerra

il nostro egoismo,

la nostra vecchia bestialità,

quel non capirci più tra noi.

Finchè il fuoco, per caso

Bruciò tutti i nostri totem,

i libri, i templi, il denaro

e anche quella bella canzone,

che gracchiava sul fonografo:

“Give peace a chance …”.

Tornò il buio, il freddo,

quel senso di smarrimento

ereditato dagli antenati.

Cercammo frenetici rifugi

nelle palafitte costruite

con pali piantati nel fango.

E lì ora battiamo i denti

con la paura di morire

senza poter sognare,

ed essere ricordati.

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