Copia del Foglio Matricolare
di Benito Mussolini
archivio di Fulco Scarpellini
a cura di Cornelio Galas
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documenti raccolti da Enzo Antonio Cicchino
Questa Copia del Foglio Matricolare di Benito Mussolini è stata fornita a Cicchino dal signor Fulco Scarpellini di Anagni, che a sua volta era riuscito ad ottenerla da un suo amico che lavorava presso il distretto militare di Forlì.
Nei fogli che manca la data di trascrizione della Copia, che risale almeno al 1922, e di sicuro, cimunquem, a quando Mussolini era già Presidente del Consiglio, facendosi riferimento nell’ultima riga trascritta al R.D. del 19 ottobre 1922. Come si sa, la Marcia su Roma avvenne il 28 ottobre dello stesso anno.
Se ne trascrive il testo, omettendolo, ove ne risulta difficile la decriptazione
DISTRETTO MILITARE DI FORLI’
FORZA IN CONGEDO
N. di matricola 12.467 del distretto di Forlì (56)
COPIA DEL FOGLIO MATRICOLARE
di Mussolini Benito di Alessandro
e di Maltoni Rosa nato il 29 luglio 1883 a Predappio
mandamento di Forli’ circondario di Forli’
inscritto nel comune di Predappio mandamento di Civitella
circondario di Forlì.
Contrassegni personali, cognizioni speciali, matrimoni e vedovanze
Statura: m. 1,69 Torace: m. 0,89
Capelli – colore: Neri – forma: Liscia
Viso: Lungo
Colorito: roseo
Occhi: neri
Sopracciglia: nere
Fronte: bassa
Naso: grosso
Bocca: giusta
Dentatura: sana
Mento: sporgente
Segni particolari: Neo al collo
Nell’atto dell’arruolamento – sapeva leggere: Si – sapeva scrivere: Si –
Professione e mestiere: Studente
Grado di istruzione: Iscritto al primo anno Legge e scienze sociali.
ARRUOLAMENTO, SERVIZI, PROMOZIONI ED ALTRE VARIAZIONI MATRICOLARI
Soldato di leva Ia categoria classe 1883 Distretto Forli’
lasciato in congedo illimitato – Consolato di Bellinzona, li 25 giugno 1903
Designato per la ferma di due anni
Chiamato alle armi e non giunto, senza giustificato motivo il 27 Marzo 1904
Dichiarato disertore per non aver risposto alla chiamata alle armi della sua classe, li 30 aprile 1904
Denunciato lat. al tribunale Militare di Bologna, li 1 maggio 1904
Condannato in contumacia ad un anno di Reclusione Militare per diserzione semplice – sentenza del Tribunale Militare di Bologna in data 2 agosto 1904.
Costituitosi al distretto suddetto, li 25 novembre 1904
Dichiarata prescritta l’azione penale per il reato di diserzione
da sentenza Tribunale Militare di Bologna in data 5 dicembre 1904
Trasferito alla classe 1884 per interruzione della ferma di mesi 8, li 5 dicembre 1904
Rinviato in congedo illimitato provvisorio con l’obbligo di presentarsi alle armi alla Chiamata Generale della classe 1884, li 5 dicembre 1904
Chiamato alle armi è giunto 30 dicembre 1904
Tale nel 10° Reggimento Bersaglieri, li 9 gennaio 1905
Tale effettivo al Deposito Bersaglieri di Bologna inviato in congedo illimitato, li 11 settembre 1906
Concessa dichiarazione di buona condotta
Chiamato alle armi per istruzione e non giunto, li 18 agosto 1909
Dispensato dall’istruzione perche’ all’estero, con regolare nulla osta, li 18 agosto 1909
Tale nella Milizia Mobile in detto, li 31 dicembre 1913
Chiamato alle armi in base al R. Dt. 22 maggio 1915 … circolare 370 – 660 del g. m.
e giunto al 12 Reggimento Bersaglieri, li 31 Agosto 1915
Tale nel 7° Reggimento Bersaglieri, li 3 settembre 1915
Tale nell’11° Reggimento Bersaglieri, li 13 settembre 1915
Giunto in territorio dichiarato in stato di guerra, li 13 settembre 1915
Caporale in detto, li 1 marzo 1916
Caporale maggiore in detto, li 31 agosto 1916
Ricoverato all’ospedale da Campo N. 46 per feriti, li 23 febbraio 1917
Sergente di squadra in detto, li 25 febbraio 1917
Ricoverato all’Ospedale Territoriale C. R. N. 3 in Milano, li 2 aprile 1917
Inviato in licenza di convalescenza della durata di un anno con trasferta di 1° categoria, Destinazione Direzione Ospedale Militare Milano, li 1° agosto 1917
Partito da territorio dischiarato in stato di guerra per recarsi in licenza, li 1 agosto 1917
Rientrato all’ospedale Militare di Milano alla scadenza della licenza di convalescenza, li 1 agosto 1917
Rientrato in licenza di convalescenza di mesi sei con assegni con determinazione della direzione del suddetto ospedale, li 1 settembre 1918
Considerato in licenza illimitata – Circ. 996 del g.m. 1918, li 28 dicembre 1918
Considerato in congedo illimitato – Circ. 424 – g.m. 1919, li 15 agosto 1919
Prosciolto definitivamente dal servizio – Circ 580 g. m. 1922, li 31 dicembre 1922
Liquidatogli un assegno temporaneo di 9° categoria pari all’importo della pensione di Ottava categoria, riconosciuto idoneo al servizio sedentario, dispaccio ministeriale n. 492136 – T – del 16 febbraio 1922.
CAMPAGNE, AZIONI DI MERITO, DECORAZIONI, ENCOMI, FERITE, LESIONI, FRATTURE, MUTILAZIONI IN GUERRA OD IN SERVIZIO
Il 23 – 2 – 917 mentre assisteva alle istruzioni del lancio delle Bombe con cannoncino
Ansen allo scoppio, inopinato dell’arma, rimaneva ferito alla faccia, alla regione anteriore della spalla destra, alla regione sottoascellare destra ed ad entrambi gli arti.
Campagna di guerra 1915 – 16 – 17-
Autorizzato a fregiarsi della Medaglia Commemorativa Nazionale della guerra 1915 – 1918 istituita con R. Dt. N. 1.241 in data 20 luglio 920 ed apporre sul nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di Campagna 1915 – 16 – 17 –
Autorizzato a fregiarsi della medaglia inter Alleata della Vittoria R. Dt. del Dicembre …
(?)
Autorizzato a fregiarsi della Medaglia ricordo dell’Unita’ d’Italia di cui al R. Dt. 19 ottobre 1922 n…. (?)
L’UFFICIALE ADDETTO IL TENENTE COLONNELLO
……………………………………(?) CAPO UFFICIO RECLUTAMENTO O ….
…………………………………………(?)
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Telegrammi di Mussolini
alla figlia Edda in Cina
1930 – 1931
8 dicembre 1930
Vittorio e Bruno hanno ricevuto la tua lettera e naturalmente l’ho letta anch’io e mi ha molto divertito specie per via della contravvenzione stradale. Credevo che anche tu fossi andata alle feste della pacificazione a Nan-Kino. Il giornale La Penna dei ragazzi stampato è giunto al secondo numero e ha avuto un successo folle. Tutta la stampa nazionale e anche estera se n’è occupata. Ti manderò dei ritagli interessantissimi.
La mamma sta meglio e se si decidesse ad andare in alta montagna come le viene raccomandato dalla unanimità dei medici guarirebbe piú presto. Oggi 7 dicembre siamo andati alla classica partita Roma-Lazio. Enorme pubblico tutto a favore della Roma risultato uno a uno nel campo della Roma al Testaccio. lo come al solito tiro la carretta colla quale ti abbraccio ricordami a Galeazzo. Mandaci un album colle vedute di Shangai.
Mussolini
5 gennaio 1931
Abbiamo ricevuto stamani cinque gennaio le vostre lettere e vi rispondo. La mamma va meglio e se tu Edda le ordinerai tassativamente di andare a Merano la convalescenza sarà rapidissima. Io non le dirò nulla per non ottenere un effetto tassativamente contrario. Tampussino è delizioso e Annamaria è molto carina. La Penna dei ragazzi va a gonfie vele con 200 abbonati finora e ben 1500 copie settimanali e ti viene regolarmente spedita.
Nel complesso la situazione dirò cosí generale è migliorata dall’anno scorso. Mi sono sentito persino commosso agli elogi che Galeazzo fa di te a Rachele. Bene approvo. Vittorio è diventato un ragazzo molto serio da quando è direttore e fondatore di un giornale stampato. Mi duole che non abbiate potuto sentire il mio specch inglese del capodanno. Mi sentirete però nel Foxfilm. Mi piacerebbe di sapere magari con un telegramma di una sola parola se i miei telegrammi vi arrivano con la dovuta rapidità. Affettuosamente
Mussolini
26 gennaio 1931
Ti do qualche notizia. Ieri la nazionale italiana ha battuto clamorosamente la nazionale francese a Bologna con cinque a zero dico zero. Noi abbiamo seguito alla radio la partita e abbiamo fatto un tifo infernale. La mamma si è finalmente decisa a partire per l’Alto Adige dove guarirà del tutto. Quando avrete visto il mio cinespeech telegrafate, abbracci a te e a Galeazzo
Mussolini
8 febbraio 1931
Niente di nuovo. Un signore giunto a Roma con intenzioni bellicose è stato arrestato in tempo utile. Tutto ciò per me non ha alcuna importanza. La mamma con Tampussino è a Merano dove si diverte e si rinfranca al sole e alla neve. Anna Maria quando fa bello va al mare. lo tiro la carretta come al solito – abbracci affettuosissimi
Mussolini
20 aprile 1931
Ricevo oggi la bella attesa notizia che mi riempie di gioia e mi dà una viva emozione. Da ora innanzi penserò ancora con piú intensità a te. Ora ti darò qualche notizia. Inverno aspro dal punto vista economico sta per finire e la situazione migliora. A Villa Torlonia nel complesso bene. Bruno e Vittorio studiano e sono molto cambiati da quando mi faccio mandare dal loro preside un rapporto quotidiano sulla loro condotta e profitto.
Credo che saranno promossi e desiderano come se niente fosse venire a trovarti. Pubblicamente la nostra piccola Europa è sempre in movimento dal Manzanarre al Reno. Non ti scrivo lettere per la ragione che sai e cioè che impiegano troppo tempo. Guido o Giorgio sono due nomi semplici e forti. Ricordami a Galeazzo. Ho letto attentamente tutta la tua lettera ti abbraccio
Mussolini
11 giugno 1931
Sono a darti nostre novelle. Vittorio e Bruno sono passati e con una buona votazione ragione per cui hanno sospeso La penna dei ragazzi e saranno premiati con un fuoribordo da impiegare a Riccione. Manda il nome da dare al fuoribordo. Io avevo proposto fiammifero. Credo che verso fine mese tutti andranno in Romagna e poi a Riccione. Sono caduto da cavallo e ne ho avuto per giorni 15 di rottura di scatole. Tempo morale discreto. All quit on the italian vatican front. Ti abbraccio, tanti affettuosi saluti a Galeazzo
Mussolini
15 settembre 1931
Ho ricevuto a suo tempo la lettera colle fotografie di Ungen che mostrai ai due studenti giapponesi giunti in volo a Roma e oggi ricevo una tua cara lettera nella quale ci sono tante cose interessanti come quella del poeta di Tokio che fa i sonetti per l’imperatrice. Qui niente di speciale. Come saprai già abbiamo rifatto l’accordo col papa e ciò ha irritato quanti volevano speculare sul dissidio. Attendiamo di giorni in giorni con ansia tranquilla il fausto evento.
Dal 20 al 26 andrò a Forlí per vedere la Rocca delle Camminate rimessa a posto e ricondurre Vittorio nonché Bruno a Roma perché le scuole cominciano col I° ottobre. Mi domandi un ritratto ad olio. Devi sapere che unico mio ritratto passabile è stato dipinto da un investigativo ma all’olio di uliva. Quindi non te lo posso mandare. Qui in Italia si lavora abbastanza e quando tornerai Roma che ha già superato il milione di abitanti ti apparirà del tutto nuova o quasi. Ricordami a Galeazzo e con tanti auguri ti abbraccio
Mussolini
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Appunti di
Vitaliano Brancati
relativi ad un incontro
con Mussolini
Giugno 1931
Mussolini mi riceverà la sera del 16 giugno, a Palazzo Venezia. Il quattordici, parto da Catania, con una valigia che mi sembra tutta piena di quella copia speciale di Everest, che devo consegnare a lui. Non c’è luna. Il viaggio scivola in un’ombra semideserta. Divido la mia cabina con un viaggiatore veramente notturno: uno di quegli uomini che, talvolta, vorremmo sostituire ai compagni ingombranti e vocianti, col gusto di chi spegne la lampada rossa e accende la lampada blu. Se sporgo il viso dal finestrino, ho l’impressione che l’odore delle zagare sbatta come un tessuto bianco e forte.
La Sicilia se ne va lentamente, misteriosamente, e mi ricorda una famiglia di ospiti, alti e con le mani rosse, che venne ad abitare a casa mia, quand’ero fanciullo, e poi, dopo aver parlato oscuramente un’intera notte, ed essersi rimescolata, e sciacquata la bocca, ed aver chiamato qualcuno dalla finestra, se ne andò per via di mare.
L’Etna si gira e rigira nel cielo blu, ma non si smuove. Il mare cresce da tutte le parti. L’odore delle zagare somiglia ora vagamente ad un odore di spicanardo conventuale.
Mi appisolo, con l’impressione di poggiare la guancia sopra una pietra in cui sia scolpito: “È la prima volta che vedo Mussolini da solo a solo”. Mi sveglio, poiché la l della parola Mussolini mi punge le tempie.
“Che strano sogno!” mi dico. Il mio compagno di viaggio è diventato ancora piú scialbo, piú ricantucciato, piú immobile: ha gli occhi aperti, ma sono due occhi per modo di dire e potrebbero meglio essere due lucciole. “Che significa la presenza, sulla terra, di un uomo cosí opaco” mi chiedo in silenzio “e di un altro come Mussolini”?
Da tempo, l’umanità mi si è ingrandita agli occhi come una scala di un verso. È la cosa piú grande che conosciamo veramente. Si parla di creatori e di cose create; ma di creatori, nel mondo, non abbiamo visto che il padre e la madre; di cose create non abbiamo visto che i figli. Se Dio ci parla, è attraverso gli uomini che lo fa. In un mio dramma “Il viaggiatore dello sleeping N. 7 era forse Dio?” qualcuno dice: “Egli [Dio] ci parla, talvolta, dalla bocca di un bambino, ci si presenta in forma di viaggiatore misterioso. L’universo è pieno delle trasfigurazioni di Lui”.
Mussolini s’informa della mia attività. Gli piace il titolo del romanzo, che pubblicherò fra poco: “L’amico del vincitore”. Mi dice che lo leggerà e che poi mi dirà il suo pensiero. Quindi, mi parla degli artisti nuovi. Ha letto un grande numero di romanzi, apparsi quest’anno. Di uno, che è fra quelli che io non ho letto, mi narra la trama, con la secchezza di chi stringe e riduce al suo pugno un oggetto troppo inutilmente voluminoso. Su “La vita” di Tombari dà alcuni giudizi, di qualità straordinaria.
Fra l’altro, mi dice che “Roma è quattro città” e s’illude di descriverla chiunque la riduce ad un interno di salotto frivolo, ad una conversazione tra ragazze mondane. Ma non soltanto dei vivi, egli parla. Adesso ricorda Fausto Maria Martini, il quale, poco tempo prima di morire, gli diceva che avrebbe scritto un’opera larga, distesa, anche lui scosso dal senso del grande.
Poi mi chiede se io abbia la preoccupazione della forma e mi cita un pensiero di Anatole France. Mi chiede quale metodo io segua per ordinare i personaggi e i particolari, prima della composizione; e mi insegna i metodi di Balzac, di Tolstoi e di Zola, simpatizzando evidentemente con l’opera di questi colossi, che anche loro muovevano masse sterminate d’uomini.
Mentre egli parla, ora appoggiato al tavolo, ora diritto, con una semplicità di squisita eleganza civile, io penso a tutti i luoghi comuni che son fioriti anche intorno a lui.
Penso, prima di tutto, a coloro che, ad ogni costo, vogliono vedere in Mussolini l’ombra di Napoleone, il gesto di Napoleone.
La piú dura offesa che si possa fare a un grande uomo moderno, creatore di sé, è quella di paragonarlo a un altro, sia pur colossale, di un’epoca diversa o anche della stessa epoca. Le forti personalità sono in tanto delle personalità, in quanto non imitano le altre, nascono con dei caratteri nuovissimi, mai esistiti, inconfondibili.
Mussolini somiglia all’ottocentesco, per metà romantico, per metà fastoso, ornato di sciabola e bruciato dalla tisi, ancora non guarito dei sogni affannosi del borghese che odia e adora il sangue blu, violento deificatore della sua famiglia e confusamente preoccupato dei confusi “diritti dell’uomo”, sognatore di un impero e incosciente creatore di nazionalisini, chiaro ed amaro nella sua grandezza, Napoleone Bonaparte, come una quercia somiglia ad un pino o un fiore di agosto somiglia a un fiore di maggio.
Eccolo lí, Mussolini con la sua giacca estiva e la sua voce cordiale e calma. In questo momento, egli si riposa di quello che è venuto a fare nel mondo. Stanotte egli dormirà, di un sonno certamente duro e giovanile; ma ciò che egli farà domani è sulle ginocchia del Destino. E siccome al turbine, al grande di domani, come italiano e come scrittore, vi parteciperò anch’io, guardo la fronte di lui, e, malgrado la semplicità e la tranquillità, per un momento la vedo come una chiusa cartina del tempo, una severità di avvenire.
Però, sotto quella semplicità d’uomo moderno, un’altra semplicità si nasconde. È la liscia nettezza della personalità eccezionale e potente; l’esterno dell’uomo che non sarà mai dominato, esterno senza appiglio, alto, quasi monotono, su cui è inutile tentare la scalata.
E allora quest’uomo, in giacca estiva e larga, si presenta come il monolite. Tutto un pezzo: ma se un tal pezzo si trova in una sala, la sala pare gli giri inforno; se si trova in mezzo ad una folla, la folla gli rigurgita e bolle intorno; se si trova in mezzo a un popolo, il popolo gli fa cerchio, si dispone a piramide e lo accetta spontaneamente per vertice…
Nelle lontananze del mondo, avviene intanto il riflusso, il movimento inverso di chi, urtato in una direzione, per equilibrare va nella direzione opposta; e il rammarico di non vederlo, e il sospetto, e la paura, e la strana possibilità di non rimanerne colpiti, data la distanza, provocano per un attimo, nelle terre lontane, l’ondeggiamento dell’avversità. Mussolini mi chiede, ora, se, secondo me, Everest è rappresentabile.
Gli dico: – All’aperto.
– Perché?
– È un lavoro basato sul senso dell’alta montagna, sulla vertigine che diventa clima normale. Soltanto all’aperto, tutto ciò si può rendere. Con grandi mezzi, è possibile avere uno spettacolo classico, scolpito in un senso mitico, chiuso da una danza… Io modificherei il finale, sostituendolo con un’ascensione sull’Alpe.
Egli mi dichiara che rileggerà Everest e che poi mi farà sapere…
Lascio la sala; prima di uscire, mi volto e saluto.
Mussolini è nel fondo.
Sento la novità del tempo, con singolare precisione. Penso a tutte le cose che son morte e che non sono state ancora rimosse.ù
S’è creduto fino ad oggi – io non so come – che orgoglio e dovere di ogni personalità siano quelli di non riconoscere altra personalità, di non simpatizzare, di non accordarsi. Da tutti è stata adottata una frase di chi viveva al tempo di Napoleone: – lo l’ammiro, ma appunto perciò l’odio.
È possibile che sia stato vero tutto questo? e che una simile frase sia piaciuta tanto?
Abbondanza di personalità è riconoscerne delle altre, creare, in se stessi e nel proprio mondo, lo spazio per altre personalità. Siccome è affidato a noi l’ammettere delle grandezze individuali ed estranee, quanto orgoglio, quanta forza, quanta tenerezza non ci sono, nel dire: – Colui è un uomo forte ed io l’amo.
Del resto, la frase: – lo l’ammiro e appunto perciò l’odio – è di una donna, di una piccola donna stizzosa, della Regina di Napoli. L’eroe ad ogni costo, l’eroe ribelle ottocentesco, è un organismo assai gracile nella sua violenza. Come chi non conosce una lingua, egli è sempre allarmato, irritabile, e sospetta in ogni parola di altri un’offesa a lui.
Io sono nato in un’epoca d’asfissia. Ricordo che non c’era nulla da fare; che sedevo, bambino, in un mondo ove tutto pareva finito; e il dubbio di vivere era cosí grande da togliere anche il pensiero della morte. Egli, l’uomo che ho visto pochi minuti fa, apparve come un nuovo senso della vita.
Io non so bene chi egli sia e non lo giudico storicamente, anche perché la sua opera non è compiuta… Ma egli è certamente un senso della vita; e in lui parla qualcosa che mi fa trasalire. Dall’essermi accertato alla sua figura fisica, m’è rimasto un grande rombo, nella memoria; come di sorgente.
Forze sconosciute si sono agitate in me. I tempi sono gonfi; e, siccome i tempi non esistono, la mia anima è gonfia. Perché non si dovrebbe rinnovare la letteratura?
IN COLLABORAZIONE CON:
IN COLLABORAZIONE CON:
Enzo Antonio Cicchino
nato a Isernia nel 1956. Vive a Roma.
matricola Rai 230160.
enzoantoniocicchino@tiscali.it
Autore e regista documentari RAI.
ALCUNI LIBRI DI ENZO ANTONIO CICCHINO