I “SEGRETI” DEL FASCISMO – 20

a cura di Cornelio Galas

  • documenti raccolti da Enzo Antonio Cicchino

TELEGRAMMA DEL SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI

CAMILLO CORRADINI

AL MINISTRO GIULIO RODINO’

SULL’ATTEGGIAMENTO DELL’ESERCITO

VERSO IL FASCISMO

DIREZ.GEN.PS.
n. 15263
27.5.1921
MINISTRO GUERRA

Dalle notizie e dalle informazioni che pervengono dalla Toscana apparisce sempre piú necessario un intervento deciso del Ministero della Guerra a regolare e disciplinare l’atteggiamento dei militari nei rapporti del movimento politico che in questo momento piú preoccupa, vale a dire quello del fascismo della Toscana stop

Non v’ha dubbio che questo continua ad essere interpretato dalle autorità militari come un ideale movimento per la restaurazione della forza nazionale e fa apparire lecito ogni eccesso che si ritiene ampiamente giustificato dallo scopo al quale l’azione di queste recenti organizzazioni è diretta stop

È cosí che ufficiali ostentatamente partecipano alle associazioni medesime indiscutibilmente agevolandone l’azione e partecipandovi piú o meno direttamente anche quando questa azione si risolva in una serie di atti delittuosi, in una sequela di violenze che si vanno ripetendo da luogo a luogo in questo periodo, con infinito discredito del paese all’estero e con evidente perturbazione profonda all’interno stop

Il Presidente del Consiglio a cui domandai giorni fa se consentiva nell’indirizzo di reprimere a fondo il fenomeno di questa violenza, accennava precisamente alle conseguenze della violenza stessa che disonora il paese stop Intanto, la partecipazione dei militari alle organizzazioni e la diretta o indiretta partecipazione all’azione di esse, rinforza l’azione stessa, ne impedisce la necessaria repressione e crea una situazione politica insostenibile nei rapporti dell’azione di Governo e dell’atteggiamento dei partiti politici intorno all’azione stessa stop

Non ho bisogno di ricordare a V. E. l’infinita serie di episodi che si vanno accumulando, per dimostrare questa partecipazione stop Sono di pochi giorni fa i fatti di Fojano sintomatici in questo senso, nei quali ufficiali in effettivo servizio parteciparono alla spedizione ufficiali che le autorità militari ritenevano sufficientemente puniti con otto giorni di prigione di rigore stop

Intanto di questo stato d’animo che si crea nell’organizzazione militare beneficiano le associazioni politiche, per cui è possibile al capo toscano di questa associazione di intimare ad un Prefetto del Regno il rilascio entro ventiquattro ore degli arrestati per un fatto di delittuosa violenza nella provincia di Pisa, e di minacciare, ove questo non sia fatto, l’assalto in forze alla Prefettura di Pisa, vale a dire all’autorità politica di un’altra provincia stop

Mi si afferma che l’iscrizione di ufficiali e di militari ai fasci sia stata fatta col consenso del Comando del Corpo d’Armata, il quale Comando avrebbe ragionato in una maniera semplicistica, per cui, essendo dal regolamento di disciplina proibita la partecipazione di ufficiali ad associazioni sovversive e questa non essendo un’associazione sovversiva bensí patriottica, non deve considerarsi esclusa da quelle cui gli ufficiali possono partecipare stop

Una serie di ufficiali mostra ostentatamente i distintivi dell’associazione e, ripeto, molti ufficiali partecipano notoriamente a spedizioni piú o meno punitive del fascismo e vi sono casi di conflitti in cui anche tra essi vi sono stati dei morti e dei feriti stop

E tutto ciò senza che mai intervenga un’azione regolatrice e repressiva dell’autorità militare del Corpo d’Armata e senza che s’indaghi a fondo, si punisca e si reprima in tutte le maniere questa azione prettamente politica che si esplica per mezzo di reati, perché non credo che altrimenti possano e debbano essere definiti gli atti di devastazione e di violenza contro le persone, che si vanno commettendo stop

Giulio Rodinò

A colorire questa situazione la quale, se l’occasione di parlarne a V. E. mi è stata fornita dai fatti di Toscana, è, per altro, generale in molte provincie e regioni del Regno, mi permetto di richiamare l’attenzione dell’E. V. sugli incidenti recentemente avvenuti a Cittadella stop A Cittadella – la relazione completa deve esserLe stata fatta pervenire dal Comando dei Carabinieri – sono avvenute cose inverosimili stop

La violenza squadrista cresceva senza sosta e Mussolini trasformò il suo movimento in un vero partito Nacque nel novembre 1921 il Partito nazionale fascista

Un maggiore del presidio redarguisce la forza e i carabinieri perché avevano arrestato in flagrante violenza alcune persone e un tenente in attività di servizio e si mette a capo dei fascisti che assaltano la caserma stop Uomini dell’Armata assistono all’eccidio del maresciallo che aveva eseguito l’arresto e che compiva assolutamente e interamente il proprio dovere stop

Ripeto, tutti gli elementi di questa inverosimile tragedia sono consegnati in relazione dell’Arma dei Carabinieri già rimessa all’E. V. stop Le autorità militari del luogo sono indubbiamente infette dal sospetto di aver cercato di occultare le responsabilità stop

Io richiamo l’attenzione della E. V. sul danno che deriverà all’istituto militare da questa serie di fatti i quali feriscono tutto il meraviglioso spirito che ha costituito sempre il primo principio del nostro esercito, la tradizione di istituzione estranea alle lotte politiche, neutrale nei conflitti interni e sempre, in tutte le occasioni, strumento di pacificazione e di ordine e di rispetto all’istituto dello Stato.

Intanto quello che è urgente è un intervento immediato autorevole nelle cose di Toscana, ove, come ho detto in principio, da quelle organizzazioni fasciste si minacciano spedizioni di rappresaglia in forze contro un’altra provincia stop se necessario che tutto ciò sia esaminato immediatamente e immediatamente un intervento autorevole paralizzi questa connivenza dell’ambiente militare in questi fatti criminosi stop

Io provvedo a mettere, con le poche forze che abbiamo disponibili, in istato di sicurezza Pisa ma V. E. comprende che debbo poter fare assegnamento sullo spirito e sull’azione della forza pubblica militare a Firenze e a Pisa, poiché da una parte minacciano assalto dall’altra occorre disporre stato resistenza stop

La cosa è tanto piú necessaria in quanto si provvede altresí a colpire quelle organizzazioni che si sono messe fuori del la legge, con la denunzia, e, se occorre, con l’arresto dei capi stop Prego l’E. V. di assicurarmi che tutto ciò sarà fatto anche per mia norma nel provvedere alla situazione che si va creando.

SOTTOSEGRETARIO STATO INTERNI

Corradini

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Programma del PNF

novembre 1921

 

    Fondamenti

Il Fascismo è costituito in Partito politico per rinsaldare la sua disciplina e per individuare il suo «credo». La Nazione non è la semplice somma degli individui viventi né lo strumento dei partiti pei loro fini, ma un organismo comprendente la serie indefinita delle generazioni di cui i singoli sono elementi transeunti; è la sintesi suprema di tutti i valori materiali e immateriali della stirpe.

Lo Stato è l’incarnazione giuridica della Nazione. Gli Istituti politici sono forme efficaci in quanto i valori nazionali vi trovino espressione e tutela. I valori autonomi dell’individuo e quelli comuni a piú individui, espressi in persone collettive organizzate (famiglie, comuni, corporazioni, ecc.), vanno promossi, sviluppati e difesi, sempre nell’ambito della Nazione a cui sono subordinati.

Il Partito Nazionale Fascista afferma che nell’attuale momento storico la forma di organizzazione sociale dominante nel mondo è la Società Nazionale e che legge essenziale della vita nel mondo non è la unificazione delle varie Società in una sola immensa Società: «L’Umanità», come crede la dottrina internazionalistica, ma la feconda e, augurabile, pacifica concorrenza tra le varie Società Nazionali.

    Lo Stato

Lo Stato va ridotto alle sue funzioni essenziali di ordine politico e giuridico. Lo Stato deve investire di capacità e di responsabilità le Associazioni conferendo anche alle corporazioni professionali ed economiche diritto di elettorato al corpo dei Consigli Tecnici Nazionali. Per conseguenza debbono essere limitati i poteri e le funzioni attualmente attribuiti al Parlamento.

Di competenza del Parlamento i problemi che riguardano l’individuo come cittadino dello Stato e lo Stato come organo di realizzazione e di tutela dei supremi interessi nazionali; di competenza dei Consigli Tecnici Nazionali i problemi che si riferiscono alle varie forme di attività degli individui nella loro qualità di produttori.

Lo Stato è sovrano: e tale sovranità non può né deve essere intaccata o sminuita dalla Chiesa alla quale si deve garantire la piú ampia libertà nell’esercizio del suo ministerio spirituale. Il Partito Nazionale Fascista subordina il proprio atteggiamento, di fronte alle forme delle singole Istituzioni politiche, agli interessi morali e materiali della Nazione intesa nella sua realtà e nel suo divenire storico.

    Le corporazioni

Il Fascismo non può contestare il fatto storico dello sviluppo delle corporazioni, ma vuol coordinare tale sviluppo ai fini nazionali. Le corporazioni vanno promosse secondo due obbiettivi fondamentali e cioè come espressione della solidarietà nazionale e come mezzo di sviluppo della produzione.

Le corporazioni non debbono tendere ad annegare l’individuo nella collettività livellando arbitrariamente le capacità e le forze dei singoli, ma anzi a valorizzarle e a svilupparle. Il Partito Nazionale Fascista si propone di agitare i seguenti postulati a favore delle classi lavoratrici e impiegatizie:

  • 1) La promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i salariati la giornata «legale» media di otto ore, colle eventuali deroghe consigliate dalle necessità agricole o industriali.
  • 2) Una legislazione sociale aggiornata alle necessità odierne, specie per ciò che riguarda gli infortuni, la invalidità e la vecchiaia dei lavoratori sia agricoli che industriali o impiegatizi, sempre che non inceppi la produzione.
  • 3) Una rappresentanza dei lavoratori nel funzionamento di ogni industria, limitatamente per ciò che riguarda il personale.
  • 4) L’affidamento della gestione di industrie o di servizi pubblici ad organizzazioni sindacali che ne siano moralmente degne e tecnicamente preparate.
  • 5) La diffusione della piccola proprietà in quelle zone e per quelle coltivazioni che produttivamente lo consentano.

    Capisaldi di politica interna

Il Partito Nazionale Fascista intende elevare a piena dignità i costumi politici cosí che la morale pubblica e quella privata cessino di trovarsi in antitesi nella vita della Nazione. Esso aspira all’onore supremo del Governo del Paese; a ristaurare il concetto etico che i Governi debbono amministrare la cosa pubblica non già nell’interesse dei partiti e delle clientele ma nel supremo interesse della Nazione.

Va restaurato il prestigio dello Stato Nazionale e cioè dello Stato che non assista indifferente allo scatenarsi e al prepotere delle forze che attentino o comunque minaccino di indebolite materialmente e spiritualmente la compagine, ma sia geloso custode e difensore e propagatore della tradizione nazionale, del sentimento nazionale, della volontà nazionale.

La libertà del cittadino trova un duplice limite: nella libertà delle altre persone giuridiche e nel diritto sovrano della Nazione a vivere e svilupparsi. Lo Stato deve favorire lo sviluppo della Nazione, non monopolizzando, ma promuovendo ogni opera intesa al progresso etico, intellettuale, religioso, artistico, giuridico, sociale, economico, fisiologico della collettività nazionale.

    Capisaldi di politica estera

L’Italia riaffermi il diritto alla sua completa unità storica e geografica, anche là dove non è ancora raggiunta; adempia la sua funzione di baluardo della civiltà latina sul Mediterraneo; affermi sui popoli di nazionalità diversa annessi all’Italia saldo e stabile l’impero della sua legge; dia valida tutela agli italiani all’estero cui deve essere conferito diritto di rappresentanza politica.

Il Fascismo non crede alla vitalità e ai principi che ispirano la cosí detta Società delle Nazioni, in quanto che non tutte le Nazioni vi sono rappresentate e quelle che lo sono non vi si trovano su di un piede di eguaglianza.

Il Fascismo non crede alla vitalità e alla efficienza delle internazionali rosse, bianche o di altro colore, perché si tratta di costruzioni artificiali e formalistiche le quali raccolgono piccole minoranze di individui piú o meno convinti in confronto delle vaste masse delle popolazioni che vivendo, progredendo o regredendo, finiscono per determinare quegli spostamenti di interessi davanti ai quali tutte le costruzioni internazionalistiche sono destinate a cadere, come la recente esperienza storica documenta.

L’espansione commerciale e l’influenza politica dei trattati internazionali debbono tendere a una maggiore diffusione dell’italianità nel mondo. I trattati internazionali vanno riveduti e modificati in quelle parti che si sono palesate inapplicabili e quindi regolati secondo le esigenze dell’economia nazionale e mondiale. Lo Stato deve valorizzare le colonie italiane del Mediterraneo e d’oltre Oceano con istituzioni economiche, culturali e con rapide comunicazioni.

Il Partito Nazionale Fascista si dichiara favorevole a una politica di amichevoli rapporti con tutti i popoli dell’Oriente vicino e lontano. La difesa e lo sviluppo dell’Italia all’estero vanno affidate a un Esercito e a una Marina adeguati alla necessità della sua politica e all’efficienza delle altre Nazioni, e ad organi diplomatici compresi della loro funzione e forniti di coltura, di animo e di mezzi sí da esprimere nel simbolo e nella sostanza la grandezza dell’Italia di fronte al Mondo.

    Capisaldi di politica finanziaria e di ricostruzione economica del Paese

Il Partito Nazionale Fascista agirà:

  • 1) Perché sia sancita un’effettiva responsabilità dei singoli e delle corporazioni nei casi di inadempienza dei patti di lavoro liberamente conclusi.
  • 2) Perché venga stabilita e regolata la responsabilità civile degli addetti alle pubbliche amministrazioni e degli amministratori per qualsiasi loro negligenza in confronto dei danneggiati.
  • 3) Perché venga imposta la pubblicità sui redditi imponibili e l’accertamento dei valori successori al fine di rendere possibile un controllo sugli obblighi finanziari di tutti i cittadini verso lo Stato.
  • 4) Perché l’eventuale intervento statale, che si rendesse assolutamente necessario per proteggere taluni rami dell’industria agricola e manifatturiera da una troppo pericolosa concorrenza estera, sia tale da stimolare le energie produttive del Paese, non già da assicurare un parassitario sfruttamento dell’economia nazionale da parte di gruppi plutocratici.

    Saranno obbiettivi immediati del Partito Nazionale Fascista:

  • 1) Il risanamento dei bilanci dello Stato e degli enti pubblici locali, anche mediante rigorose economie in tutti gli organismi parassitari o pletorici e nelle spese non strettamente richieste dal bene degli amministrati o da necessità di ordine generale.
  • 2) Il decentramento amministrativo per semplificare i servizi e per facilitare lo sfollamento della burocrazia, pur mantenendo l’opposizione recisa ad ogni regionalismo politico.
  • 3) La rigida tutela del denaro dei contribuenti, sopprimendo ogni sussidio o favore, da parte dello Stato o altri Enti pubblici, a Consorzi, Cooperative, Industrie, clientele e simili, incapaci di vita propria e non indispensabili alla Nazione.
  • 4) La semplificazione dell’organismo tributario e la distribuzione dei tributi secondo un criterio di proporzionalità, senza partigianerie pro o contro questa o quella categoria di cittadini, e non secondo concetti di progressività spogliatrice.
  • 5) L’opposizione alla demagogia finanziaria e tributaria che scoraggi le iniziative o isterilisca le fonti del risparmio e della produzione nazionale.

  • 6) La cessazione della politica di lavori pubblici abboracciati, concessi per motivi elettorali ed anche per pretesi motivi di ordine pubblico, o comunque non redditizi per la loro stessa distribuzione saltuaria e a spizzico.
  • 7) La formazione di un piano organico di lavori pubblici secondo le nuove necessità economiche, tecniche, militari della Nazione, piano che si proponga principalmente di: completare e riorganizzare la rete ferroviaria italiana, riunendo meglio le regioni redente alle linee della penisola nonché alle comunicazioni interne della penisola stessa, specie quelle longitudinali dal sud al nord attraverso l’Appennino; accelerare nel limite del possibile, l’elettrificazione delle ferrovie ed in genere lo sfruttamento delle forze idriche sistemando i bacini montani anche a favore dell’industria e dell’agricoltura; sistemare ed estendere le reti stradali, specie nel Mezzogiorno ove ciò rappresenta una necessità pregiudiziale alla risoluzione di innumerevoli problemi economici e sociali; istituire e intensificare le comunicazioni marittime con la Penisola da un lato e le Isole e la sponda orientale adriatica e le nostre Colonie mediterranee dall’altro, nonché fra il nord e il sud della Penisola stessa, sia quale ausilio alla rete ferroviaria, sia per incoraggiare gli italiani alla navigazione; concentrare le spese e gli sforzi in pochi porti dei tre mari, dotandoli di tutto l’attrezzamento moderno; lottare e resistere contro i particolarismi locali che, in materia specialmente di lavori pubblici, sono causa di dispersione di sforzi e ostacolo alle grandi opere di interesse nazionale.
  • 8) Restituzione all’industria privata delle aziende industriali alla cui gestione lo Stato si è dimostrato inadatto: specialmente i telefoni e le ferrovie (incoraggiando la concorrenza fra le grandi linee e distinguendo queste ultime dalle linee locali esercibili con metodi diversi).
  • 9) Rinunzia al monopolio delle Poste e dei Telegrafi in modo che l’iniziativa privata possa integrare ed eventualmente sostituire il servizio di Stato.

    Capisaldi di politica sociale

Il Fascismo riconosce la funzione sociale della proprietà privata la quale è, insieme, un diritto e un dovere. Essa è la forma di amministrazione che la Società ha storicamente delegato agli individui per l’incremento del patrimonio stesso.

Il Partito Nazionale Fascista di fronte ai progetti socialistici di ricostruzione a base di economia pregiudizialmente collettivistica, si pone sul terreno della realtà storica e nazionale che non consente un tipo unico di economia agricola o industriale e si dichiara favorevole a quelle forme – siano esse individualistiche o di qualsiasi altro tipo – che garantiscano il massimo di produzione ed il massimo di benessere.

Il Partito Nazionale Fascista propugna un regime che spronando le iniziative e le energie individuali (le quali formano il fattore piú possente ed operoso della produzione economica) favorisca l’accrescimento della ricchezza nazionale con rinuncia assoluta a tutto il farraginoso, costoso e antieconomico macchinario delle statizzazioni, socializzazioni, municipalizzazioni, ecc.

Il Partito Nazionale Fascista appoggerà quindi ogni iniziativa che tenderà ad un miglioramento dell’assetto produttivo, avente lo scopo di eliminare ogni forma di parassitismo individuale o di categoria.

    Il Partito Nazionale Fascista agirà:

  • a) perché siano disciplinate le incomposte lotte degli interessi di categorie e di classi, e quindi: riconoscimento giuridico con conseguenti responsabilità delle organizzazioni operaie e padronali;
  • b) perché sia sancito e fatto osservare, sempre e comunque, il divieto di sciopero nei servizi pubblici con contemporanea istituzione di tribunali arbitrali composti di una rappresentanza del potere esecutivo, di una rappresentanza della categoria operaia o impiegatizia in conflitto e di una rappresentanza del pubblico che paga.

    Politica scolastica

La scuola deve avere per scopo generale la formazione di persone capaci di garantire il progresso economico e storico della Nazione; di elevare il livello morale e culturale della massa e di sviluppare da tutte le classi gli elementi migliori per assicurare il rinnovamento continuo dei ceti dirigenti.

A tale scopo urgono i seguenti provvedimenti:

  • 1) Intensificazione della lotta contro l’analfabetismo, costruendo scuole e strade d’accesso e prendendo di autorità, per opera dello Stato, tutti i provvedimenti che risultassero necessari.
  • 2) Estensione dell’istruzione obbligatoria fino alla sesta classe elementare inclusa, nei Comuni in grado di provvedere alle scuole necessarie e per tutti coloro che dopo l’esame di maturità non seguono la via della scuola media; istruzione obbligatoria fino alla quarta elementare inclusa, in tutti gli altri Comuni.

  • 3) Carattere rigorosamente nazionale della scuola elementare in modo che essa prepari anche nel fisico e nel morale i futuri soldati d’Italia; per ciò rigido controllo dello Stato sui programmi, sulla scelta dei maestri, sulla opera loro, specie nei Comuni dominati da partiti anti-nazionali.
  • 4) Scuola media e universitaria libera, salvo il controllo dello Stato sui programmi e lo spirito dell’insegnamento e salvo il dovere dello Stato di provvedere esso all’istruzione premilitare, diretta a facilitare la formazione degli ufficiali.
  • 5) Scuola normale informata ai medesimi criteri esposti per la scuola a cui i futuri insegnanti sono destinati: perciò carattere rigorosamente nazionale anche negli Istituti da cui escono gli insegnanti elementari.

  • 6) Scuole professionali, industriali e agrarie istituite con piano organico utilizzando il contributo finanziario e d’esperienza degli industriali e degli agricoltori, allo scopo di elevare le capacità produttive della Nazione e di creare la classe media di tecnici fra gli esecutori e i direttori della produzione. A tale scopo lo Stato dovrà integrare e coordinare le iniziative private, sostituendosi ad esse ove mancano.
  • 7) Carattere prevalentemente classico delle scuole medie inferiori e superiori; riforma ed unificazione di quelle inferiori in modo che tutti gli studenti studino il latino; il francese non sia piú l’unica lingua sussidiaria a quella italiana: scegliere e adattare invece la lingua sussidiaria secondo le necessità delle singole regioni, specie di quelle di frontiera.

  • 8) Unificazione di tutte le beneficenze scolastiche, borse di studio e simili, in un Istituto controllato e integrato dallo Stato, il quale scelga fin dalle classi elementari gli alunni piú intelligenti e volonterosi e assicuri la loro istruzione superiore, imponendosi, se occorra, all’egoismo dei genitori e provvedendo con un congruo sussidio nei casi in cui fosse necessario.
  • 9) Trattamento economico e morale dei maestri e dei professori, nonché degli ufficiali dell’Esercito, quali educatori militari della Nazione, tale da assicurare ad essi la tutela della propria dignità e i mezzi di accrescere la propria cultura, e da ispirare ad essi ed al pubblico la coscienza dell’importanza nazionale della loro missione.

    La Giustizia

Vanno intensamente promossi i mezzi preventivi e terapeutici della delinquenza (riformatori, scuole per i traviati, manicomi criminali, ecc.). La pena, mezzo di difesa della Società nazionale lesa nel diritto, deve adempiere normalmente la funzione intimidatrice ed emendatrice: i sistemi penitenziari vanno, in considerazione della seconda funzione, igienicamente migliorati e socialmente perfezionati (sviluppo del lavoro carcerario).

Vanno abolite le magistrature speciali. Il Partito Nazionale Fascista si dichiara favorevole alla revisione del codice penale militare. La procedura deve essere spedita.

    La difesa nazionale

Ogni cittadino ha l’obbligo del servizio militare. L’Esercito si deve avviare verso la forma della Nazione Armata in cui ogni forza individuale, collettiva, economica, industriale e agricola sia compiutamente inquadrata al fine supremo della difesa degli interessi nazionali.

All’uopo il Partito Nazionale Fascista propugna l’immediato ordinamento di un Esercito che in formazione completa e perfetta, da una parte, sorvegli, vigile scorta, le conquistate frontiere, e, dall’altro, tenga preparati in Paese, addestrati ed inquadrati, gli spiriti, gli uomini ed i mezzi che la Nazione sa esprimere, nelle sue infinite risorse, nell’ora del pericolo e della gloria.

Agli stessi fini l’Esercito, in concorso con la scuola e con le organizzazioni sportive, deve dare fin dai primi anni al corpo e allo spirito del cittadino l’attitudine e l’educazione al combattimento e al sacrificio per la Patria. (Istruzione premilitare).

    Organizzazione

Il Fascismo in atto è un organismo:

  • a) politico
  • b) economico
  • c) di combattimento. Nel campo politico accoglie senza settarietà quanti sinceramente sottoscrivono i suoi principi e ubbidiscono alla sua disciplina; stimola e valorizza gli ingegni particolari riunendoli secondo le attitudini in gruppi di competenza; partecipa intensamente e costantemente a ogni manifestazione della vita politica attuando in via contingente quanto può essere praticamente accolto dalla sua dottrina e riaffermandone il contenuto integrale.

Nel campo economico promuove la costituzione delle corporazioni professionali, siano schiettamente fasciste, siano autonome, a seconda delle esigenze di tempo e luogo, purché informate sostanzialmente alla pregiudiziale nazionale per la quale la Nazione è al di sopra delle classi.

Nel campo dell’organizzazione di combattimento il Partito Nazionale Fascista forma un tutto unico con le sue squadre: milizia volontaria al servizio dello Stato nazionale, forza viva in cui l’Idea Fascista si incarna e con cui si difende.

***

Programma agrario fascista
del 1921

LINEE DI SOLUZIONE

Nell’affrontare il problema agrario, premettiamo che, per la natura politica e per la forma succinta della presente relazione, non potremo fare e non faremo una esposizione dottrinale e particolareggiata, Il nostro studio non è un manuale Hoepli. Del resto esistono in Italia condizioni diversissime da regione a regione, ed è necessario limitarsi ai problemi piú gravi. Tratteremo la questione nei suoi aspetti politici, a grandi linee, per segnare la nostra via in quest’anno 1921. Altri proseguirà gli studi nel futuro.

  • 1) La terra a chi lavora, può essere una formula superficiale, demagogica e dannosa, se se ne promette un’applicazione a tamburo battente. In realtà la questione è complessa e la applicazione del principio richiede una poderosa preparazione. Cominciamo dal latifondo. Non è possibile quotizzare oggi il latifondo, poiché non si divide la malaria, non si divide il deserto, la mancanza di strade, di acqua potabile, di canali irrigatori, di attrezzi, di  bestiame, di capitali, di case.

Gran parte delle invasioni, come furono praticate segnatamente in Sicilia, si ridussero a cavalcate e a processioni di turbe spesso ingannate dal demagogismo elettorale. Alcuni socialisti, come A, Vacirca, sono favorevoli al latifondo! Noi siamo contrari, decisamente contrari, per una infinità di ragioni, e principalmente perché vi è necessità di sistemare la popolazione sempre in aumento.

Ma dichiariamo che prima di procedere alle quotazioni, occorrono strade, acqua potabile, sistemazione idrologica del suolo, sicurezza pubblica, abitazioni, capitali per la valorizzazione agraria. Ai servizi pubblici, segnatamente alle strade, alle acque e alla pubblica sicurezza deve provvedere lo Stato.

Per il resto occorre una ben organizzata e sviluppata alleanza col credito, con i piccoli Istituti e con le grandi Banche. L’aumento di produzione, di cui si parla sino alla noia, non verrà se non dopo questa trasformazione fondiaria.

L’on. Toscanelli dà giustamente una grande importanza allo sviluppo del credito. Einaudi efficacemente sintetizza il problema; dicendo che la utilizzazione dei latifondi deve essere lenta, graduale, costosa. Se sarà tumultuaria sarà disastrosa. A coloro che presentano la obiezione del bestiame, si può indicare un rimedio negli erbai moderni.

  • 2) Grandi Aziende. Le grandi aziende industriali sono generalmente sane. Solo l’ignoranza potrebbe confonderle con il latifondo. La grande azienda, come dimostra il Senise, Ispettore delle Bonifiche, uomo politicamente molto a sinistra, comporta spesa minima e reddito massimo. Non si potrebbe dividerla senza aumentare la spesa e diminuire il reddito, con grave danno sociale. Per di piú la grande azienda permette la cultura di terreni periferici, con utilizzazione della mano d’opera senile, femminile, infantile.

Anche qui, come per le fabbriche, è questione di maturità. Non si possono improvvisare i valori tecnici. Una grande azienda agraria industrializzata potrebbe essere rilevata da una cooperativa, senza regresso agricolo e senza danno nazionale, solo nel caso che tale nuovo organismo avesse effettivi valori tecnici e amministrativi, non inferiori a quelli che si vogliono sostituire.

Nel Mezzogiorno, come riferisce il Sansone, dell’Opera Nazionale Combattenti, le cooperative molto spesso sono sorte senza valori tecnici e anche senza serietà, per effimero demagogismo elettorale.

  • 3) Sminuzzamento dei fondi. Nazionalmente è di danno non solo il latifondismo, ma anche la polverizzazione dei fondi. Chi deve recarsi in terreni lontani e dispersi ai quattro punti cardinali, perderebbe il suo tempo. Occorrerebbe stabilire un termine giuridico di divisibilità, e riformare il diritto successorio per arrotondare i terreni attorno alla casa, con cessione di quelli dispersi in altri centri.

  • 4) Fallimento parlamentare e ministeriale. Tutta l’azione parlamentare e ministeriale si può dire in fallimento, per incompetenza di deputati e ministri, per accertamento e conseguente miopia dei burocratici, per artificiosità e rigidità di provvedimenti. Bisogna decentrare, e soprattutto non attendere da Roma, ma presentare e imporre a Roma provvedimenti che abbiano una logica e una utilità locali. L’ultimo progetto che porta le firme di Micheli, Meda e Fera (N. 1083) presenta nuove pastoie burocratiche contro gli espropri, e va combattuto. Meraviglia che il responsabile diretto sia proprio un popolare.
  • 5) Opera Nazionale Combattenti. Invece di creare nuovi colossali Istituti centrali e regionali, che disciplinino il rivolgimento agrario, conviene dare aiuto, sviluppo, perfezione a quelli che già esistono, e principalmente all’Opera Nazionale Combattenti, la quale svolge anche un’azione agraria. Essa ha rilevato molti fondi dalla Corona e anche dai privati, e li affida per la coltivazione a combattenti. Ha un capitale di oltre 300 milioni. L’azione dell’Opera è meritoria e non condividiamo gli appunti di taluno sullo scarso suo sviluppo.

È sufficiente dire che essa deve creare tutto ex-novo, e organizzare non solo i contadini, ma anche se stessa in ogni regione. Gli ostacoli sono dati non solo dalla impreparazione culturale e politica delle moltitudini, ma anche dalla impreparazione della tecnica in Italia.

Non vi meravigliate. Ecco qua il giudizio di Azimonti, uomo competente in materia (“Giornale di Agricoltura della Domenica”, Piacenza, 9 gennaio 1921): Il Genio Civile è una miseria, la legislazione una iniquità; esistono chiacchiere sulla irrigazione, ma non vi è uno studio concreto; l’unico bacino meridionale non è ancora impermeabile; i dati di Omodeo, di cui si serví Turati, sono errati.

Lo stesso Azimonti dice che delle.cooperative poche funzionano bene: in Sicilia si ebbero fuochi di paglia, in fatto di cooperazione rurale nel Mezzogiorno c’è tutto da fare (testuale). Ma chi ha anima creativa, dinanzi alla difficoltà si ritempri. Dopo ciò ci sia permesso qualche nostro rilievo generale e spassionato sull’opera. Noi siamo contrari alla polverizzazione dei fondi. Si facciano delle quote globali per cooperative o per famiglie, non per individui, altrimenti per i combattenti che avranno una figliuolanza numerosa, potrà sorgere un nuovo problema.

In Italia non si può costituire l’Homestead, perché la nostra razza non è a formazione storica particolaristica, come l’anglo-sassone, ma a formazione di clan. Quindi non è possibile costringere una famiglia a vivere in una casa isolata.

Ma l’unico rimedio è quello delle colonie. I tedeschi si recavano a colonizzare l’America meridionale in plotoni organizzati, con il tecnico a capo e il pastore protestante. Senza ricorrere ai tedeschi abbiamo la tradizione romana. Caio Gracco mandò in Africa 6000 combattenti proletari che costituirono la colonia di Giunonia (Mommsen). Bisognerebbe tradurre (purtroppo dal tedesco!) opere specifiche sulle colonie romane.

Occorrerà anche decentrare l’Opera, e espropriare i fondi degli Enti pubblici, come propone il Sansone. Nel Lazio occorre un’azione sui salariati in genere e sui guitti in ispecie. In Sicilia occorre far scomparire i gabellotti. Nella stessa Sicilia si potrebbe tentare una vasta cultura del cotone (Bruccoleri).

L’Opera Nazionale molto dovrà fare non solo per collocare i combattenti e per aumentare la cultura nell’attuale periodo mentre dai Dardanelli non vengono piú navi granifere, ma anche per provvedere ai nuovi prossimi bisogni della razza, quando tra non molto saremo nella vecchia penisola non piú 40, ma 50 milioni di abitanti. Siamo nel Mediterraneo il popolo piú prolifico. A Versailles ci osteggiarono per questo. Occorre provvedere con animo romano alla colonizzazione interna ed esterna.

  • 6) Contro il social-comunismo. Il carattere primo che dovremo dare alla nostra azione agraria, sarà di recisa implacabile ostilità alla Propaganda social-comunistica. Il socialismo e il comunismo applicati al problema agrario, si risolverebbero nella statizzazione delle terre, cioè nella trasformazione di tutta l’Italia in un unico latifondo amministrativo collettivisticamente.

Di certo i tesserati social-comunisti hanno interesse alla statizzazione, perché essi non lavorerebbero e darebbero i quadri per la burocrazia, costituendosi in casta di sfruttatori parassitari. Ma è terrorizzante l’idea che per amministrare l’agricoltura italiana si debba creare una enorme incompetente parassitaria burocrazia. I disastri delle amministrazioni statali delle Ferrovie e delle Poste, sono sufficienti!

Se il Commissariato dei Consumi, ente embrionale socialistico-borghese, costa allo Stato oltre un miliardo per sole spese di… disservizio, l’amministrazione social-comunista di tutta l’agricoltura (sementi, macchine, concimi, lavorazione, ripartizione, trasporti) costerebbe piú di quanto si ricaverebbe dalla terra!

Dobbiamo dire al contadino che il social-comunismo è esiziale alla nazione perché porterebbe alla disorganizzazione generale, creando una casta di nuovi leviti rossi, incompetenti e prepotenti.

Dobbiamo dire che il social-comunismo è contrario agli interessi dei contadini, perché toglierebbe loro a un tempo la terra e i frutti di essa. Dobbiamo dire che i commissari soviettisti in Russia fanno “razzie” spietate nelle campagne, che i mugik si difendono a fucilate. Il social-comunismo in sostanza tende a costituire delle organizzazioni politiche urbane privilegiate, mantenute dai contadini. Simile teoria conduce a questo bivio: o i contadini si ribellano e affamano la città, oppure limitano il lavoro al proprio sostentamento. In ogni caso il comunismo è padre della fame.

Nel Mezzogiorno esso porterebbe anche al separatismo politico. Ecco perché nei contadini, quando avremo loro dato la terra, troveremo i piú sicuri e decisi ausiliari per la lotta contro il socialismo e il comunismo, regimi che noi lasciamo alle formiche, alle api e ad altri animali inferiori.

FASCI COLONICI

Rivolgiamoci all’Homo Rusticus che è la migliore e la piú sana e piú sicura varietà dell’Homo Sapiens. Ma decisamente, con un’azione organizzata. Il problema non potrebbe essere risolto con missioni touristiche. Proponiamo che sia creata in seno ai Fasci una Sezione Agraria per la propaganda, la organizzazione, la tutela dei contadini. In sostanza, come rileva anche l’Opera, il problema è nella organizzazione, da tutti i lati.

Proponiamo che siano organizzati dei Fasci Colonici, i quali agiscano in base ai principi esposti. All’on. Turati, rispondiamo che dalla ignoranza nasce il bolscevismo, il quale a sua volta è il padre della fame. I Fasci, opponendosi alla miseria social-comunista, tendono alla generale prosperità di un popolo troppo grande nella storia bimillenaria e nella vita odierna per essere paragonato alle tribú primitive della steppa.

***

 Il «patto di pacificazione»

Al fine di raggiungere il ritorno alla vita normale in Italia tra partiti politici e organizzazioni economiche, si sono riuniti, sotto la presidenza dell’on. Enrico De Nicola, presidente della Camera, i rappresentanti dei Consiglio nazionale dei Fasci di Combattimento, dei Gruppo parlamentare fascista, della Direzione del Partito Socialista, del Gruppo parlamentare socialista, della Confederazione del Lavoro.

Enrico De Nicola

Erano stati anche invitati il Direttorio del Gruppo parlamentare comunista, i rappresentanti dei Gruppo parlamentare popolare e i deputati repubblicani. Il direttorio del Gruppo parlamentare comunista dichiarò verbalmente al presidente che «il Gruppo parlamentare comunista, in conformità ed in consonanza con le dichiarazioni da tempo pubblicate dal Comitato esecutivo del Partito Comunista d’Italia, non partecipa alle trattative».

I rappresentanti del Gruppo parlamentare popolare, on. De Gasperi e Cingolani, risposero ringraziando per l’invito e facendo voti per il buon risultato delle trattative miranti alla tento invocata pacificazione, ma soggiungendo che «nel dubbio che l’intervento di partiti, i qua non si trovano negli stessi rapporti e sulla stessa linea di combattimento come i contendenti, possa sminuire l’efficacia degli accordi che si vogliono concludere e attuare tra le due parti in causa, il Gruppo preferisce di rinunziare nei suoi riguardi ad una situazione ufficiale e di contribuire invece al raggiungimento dei nobile fine col perseverare nella Camera e fuori nel suo atteggiamento di rigida legalità e di equa valutazione delle forze sociali che l’ha sempre ispirato».

ALCIDE DE GASPERI

Per i deputati repubblicani, gli onorevoli Chiesa, Mazzolani, Conti e Macrelli risposero egualmente ringraziando e formulando fervidi auguri per la pacificazione necessaria alla salute del paese, ma dichiarando di non credere opportuno il loro intervento «perché il Partito Repubblicano ha voluto rimanere neutrale nell’infausta contesa delle fazioni e resistere anche quando le sue organizzazioni furono duramente colpite».

    1.
Si intende qui riprodotto e confermato il comunicato ufficiale del 28 luglio u.s. che risolveva una questione pregiudiziale sollevata dalla parte fascista circa i rapporti tra il Partito Socialista e il Partito Comunista.

    2.
Le cinque rappresentanze sopra costituite si impegnano a fare immediatamente opera perché minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni, vendette, pressioni e violenze personali di qualunque specie abbiano subito a cessare.

    3.
I distintivi, gli emblemi e insegne dell’una e dell’altra parte saranno rispettati. A tale proposito, si sono sollevate richieste e formulate proposte circa l’esposizione dei vessilli sugli edifici pubblici, ma il presidente ritiene che tale questione, di esclusiva competenza del Governo e del Parlamento, non possa essere risoluta con accordi fra i partiti politici.

    4.
Le parti reciprocamente si impegnano al rispetto delle organizzazioni economiche.

    5.
Ogni azione, atteggiamento o comportamento in violazione a tale impegno ed accorcio è fin d’ora sconfessata e deplorata dalle rispettive rappresentanze. Il Partito Socialista dichiara di essere estraneo alla organizzazione ed all’opera degli «arditi del popolo», come del resto risultò già dallo stesso convegno di questi ultimi, che si proclamarono al di fuori di tutti i partiti.

    6.
Ogni infrazione a tali norme dovrà subito essere deferita al giudizio di arbitri, che obiettivamente ne determineranno, con lodo da rendersi pubblico, le responsabilità.

    7.
All’uopo, le organizzazioni politiche ed economiche di ciascuna parte contribuiranno a costituire in ogni provincia un collegio di arbitri, e in ogni composto da due rappresentanti di parte socialista, due di parte fascista, presieduto da persona scelta di comune accordo, o, in difetto, nominata dal presidente Camera. Qualora nel termine di quindici giorni da oggi le parti non designino i loro arbitri, la nomina sarà fatta dalle sottoscritte rappresentanze.

    8.
Tutti gli accordi locali che non corrispondono esattamente alle direttive del presente concordato si intendono annullati.

    9.
Le organizzazioni si impegnano a non fare con violenza opposizione all’effettiva reintegrazione delle cariche, se disposte con provvedimento legale, nei rapporti di coloro che sostengono di essere stati obbligati con la forza a rassegnare le dimissioni da pubblici uffici.

    10.
Le parti reciprocamente si impegnano alla restituzione di tutti gli oggetti di valore patrimoniale e dei singoli danneggiati che eventualmente si trovino in possesso delle organizzazioni e dei singoli.

    11.
Le rappresentanze sottoscritte invitano la stampa della loro rispettiva parte politica ad uniformarsi alle direttive del presente accordo per il piú facile conseguimento dei fini. Quanto sopra viene reso pubblico a mezzo della stampa con ferma fiducia e volontà che da pene di tutti si intendano, come la gravità dell’ora reclama, la forza e la virtú di questa comune parole di pace e si obbedisca. Roma, Gabinetto del presidente della Camera a Montecitorio,

    3 agosto 1921

Firmato: onorevoli
BENITO MUSSOLINICESARE MARIA DE VECCHI – GIOVANNI GIURIATI – CESARE ROSSIUMBERTO PASELLAGAETANO POLVERELLI e NICOLA SANSANELLI per il Consiglio nazionale dei Fasci di Combattimento e per il Gruppo parlamentare fascista;

onorevoli GIOVANNI BACI ed EMILIO ZANNERINI per la Direzione del Partito Socialista Italiano; on. ELIA MUSATTI e on. ODDINO MORGARI per il Gruppo parlamentare socialista; on. GINO BALDESIALESSANDRO GALLI ed ERNESTO CAPORALI per la Confederazione del Lavoro;

on. ENRICO DE NICOLA, presidente della Camera dei deputati.

***

IN COLLABORAZIONE CON:

Enzo Antonio Cicchino

nato a Isernia nel 1956. Vive a Roma.

matricola Rai 230160.

enzoantoniocicchino@tiscali.it

Autore e regista documentari RAI.

ALCUNI LIBRI DI ENZO ANTONIO CICCHINO

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