di Cornelio Galas
Se fossi l’amministratore delegato di un Centro Scommesse (soprattutto di una filiale trentina), non avrei dubbi: inserirei la Loppio-Busa (collegamento stradale tra Vallagarina e Alto Garda atteso da decenni) tra le “puntate”. Con la sicurezza malcelata, sfottente direi, che sarebbe sempre il banco a vincere. Nonostante tutto.
Perché questa “bretella” stradale, questo agognato tunnel, assomiglia sempre di più ad una Salerno-Reggio Calabria, ad un ponte sullo stretto di Messina, alle Olimpiadi a Roma, all’azzeramento del debito pubblico italiano, ad un nuovo “triplete” dell’Inter.
Insomma, chi puntasse, suo malgrado, sulla Loppio-Busa entro … il 2020 (si accettano giocate anche sul 2030, sul 2040, sul 3100) potrebbe diventare – se la Provincia di Trento mantenesse per sbaglio le sue promesse – un miliardario. In euro, certo. E magari presenziare, come ospite d’onore, all’inaugurazione dell’opera. Insieme ad incanutiti politici che esordirebbero così: “Visto che alla fine ce l’abbiamo fatta?”
Il problema, purtroppo, è che il gioco d’azzardo non s’interessa a queste sfidi impossibili. Meglio puntare (vuoi vincere facile?) sui risultati del campionato di serie B cinese (pagamenti on line, senza spese per residenti a Milano), sulla Coppa Italia di Badminton, sul torneo di Cristo Re (Trento) di gioco alla morra, se proprio …
Quando, giovane cronista, ho cominciato a scrivere della Loppio-Busa, la “guerra” non era sui tagli in sede romana, ma tra ambientalisti e Autostrada del Brennero. Vinsero gli ambientalisti. Dal Tar al Consiglio di Stato. Poi – tanti l’hanno dimenticato – fu Mori a mettersi di traverso. Perché la “superstrada” avrebbe tagliato fuori la cittadina lagarina. Insomma, bar, alberghi, panifici, tabacchini sarebbero stati “saltati” a piè pari dal flusso. Soprattutto turistico.
La galleria (tra proteste, non solo per la dinamite fatta saltare nel sottosuolo) tra A 22 e bivio sud per Mori è stata poi realizzata comunque. Chiamiamola “grande circonvallazione” di Mori se vogliamo. Ma è e resta ancora una sorta di “vorrei ma non posso” o “potrei ma non voglio” rispetto al progetto originale tra A 22 (casello Rovereto sud) e Alto Garda.
Ad ogni bussar d’elezioni – in questi ultimi trent’anni – c’è sempre stato chi inseriva nei propri programmi elettorali la Loppio-Busa nelle priorità. “Perché noi comprendiamo le esigenze del sistema economico dell’Alto Garda … perché le interminabili code devono finire … perché stavolta si fa sul serio oppure …”.
Mettendomi nei panni di chi, a l’Adige, ha dettato, pochi giorni fa quella locandina (Loppio-Busa a rischio) credo che la smentita istituzionale ospitata – come s’ha da fare – dopo, non abbia creato problemi di alcun tipo. Sic transit … La polemica è innescata. Per qualche giorno ancora s’avrà da ospitare il canto di galli e galline nel pollaio.
Poi tutto tornerà alla normalità. Fino al prossimo annuncio. Fino alla prossima “sparata” sulla Loppio-Busa. Tra progetti a due, tre, quattro canne. Tra soluzioni a, b, c, d, e, f … l’alfabeto lo sapete finisce con la zeta, occhio a y, x, j …
Appalto entro l’autunno? Certo, basta non specificare l’anno. Altrimenti quelli del Centro Scommesse potrebbero finire sul lastrico. E creare problemi occupazionali maggiori di quelli che la Loppio-Busa così com’è crea.
Ah, dimenticavo: una mattina di settembre il navigatore gps mi ha consigliato di andare a Rovereto via Sarche Trento. Per problemi di traffico. Strano, tra Vignole e Rovereto sud ci sono meno di 20 chilometri. Dovrò aggiornarlo alle previsioni della Provincia di Trento entro quest’inverno.