“SCANUPPIA”, LA SALITA PIU’ DURA DEL MONDO

a cura di Cornelio Galas

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Dicono – quelli che comunque l’hanno “provata” – che sia la salita asfaltata più difficile d’Europa. Per i ciclisti, intendiamo. Altri addirittura la classificano come la “rampa” più dura del mondo.

La “Scanuppia – Malga Palazzo” non è in ogni caso scalabile in bicicletta (per un divieto comunale), ma è ormai nota (grazie anche ad Internet) per la sua estrema difficoltà. Si trova in Trentino, nella Riserva naturale guidata della Scanuppia che copre 580 ettari ed inizia nei pressi di Besenello (Trento), paese posto lungo la valle dell’Adige, a metà tra le uscite autostradali di Rovereto Nord e Trento a 198 metri sul livello del mare.

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La salita non ha mai ospitato corse agonistiche perché la strada attualmente non lo consente. È raggiunta nel periodo estivo da molti biker e cicloamatori (anche se vietato) che si cimentano nella sfida della scalata.

Dopo un chilometro è possibile ammirare lo storico cartello stradale che segnala una pendenza del 45% che però è riferito solo al tratto interno di uno stretto tornante che si trova lungo la salita, ma che rende bene l’idea della difficoltà dell’ascesa.

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Il tratto più impegnativo è costituito dai successivi 2 chilometri; poi le pendenze diminuiscono, ma rimangono per diversi tratti al di sopra del 20%, lasciando poco spazio per riprendere fiato. Rimangono al termine dell’ascesa altri 4,5 chilometri impegnativi tra boschi e radure.

La salita termina quando a 1515 m s.l.m. la strada cementata lascia posto ad una strada forestale che si addentra nell’altopiano della Scanuppia che è severamente vietato attraversare senonché a piedi o in macchina/trattore, ma muniti del permesso della provincia.

Il 25 aprile 2010 si è svolto lo “Scanuppia Day“, un raduno non competitivo riservato alle sole mountain-bike. Dato che parteciparono solo una cinquantina di ciclisti, l’evento è stato considerato un insuccesso dall’amministrazione del comune di Besenello che ha deciso di non ripeterlo gli anni successivi.

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Un articolo della collega Laura Galassi, sul giornale “l’Adige” rende bene l’idea di questa “sfida”:

“Come il bunjee jumping o la crociera nello spazio, la scalata della via Scanuppia per molti è una delle dieci cose da fare nella vita. Più di 7 chilometri di cemento con pendenza media 17% e pendenza massima del 45%, per un dislivello totale di 1300 metri.

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La salita della Scanuppia, che collega Besenello a Malga Palazzo, è considerata da tutti gli esperti la più ripida d’Italia e d’Europa, un vero must per i cosidetti «salitomani», bikers con il pallino per i percorsi in pendenza del genere spacca-ginocchia.

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I forum in internet che parlano di questa salita sono tantissimi. In molti sono venuti a Besenello appositamente per stabilire un proprio record di salita, che si basa più sulla capacità di non mettere i piedi a terra che sul tempo di percorrenza.

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Due amici piemontesi, Fabio e Massimo, concludono così l’intervento sul loro blog dopo l’avventura in Trentino. «Abbiamo impiegato 1 ora e 50 minuti per l’ascesa alla spaventosa media di 4,07 km/h. Noi, i campioni di Gozzano siamo consapevoli di aver compiuto una grande impresa».

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Su un altro forum invece, Andrea ammette di aver percorso il più lungo chilometro della sua vita, durante il quale non è riuscito a spiccicare parola con il suo compagno d’impresa.

«Ci abbiamo messo 1 ora e 34 minuti ma mentre si sale non bisogna mai guardare il tempo perché potrebbe essere pericoloso. Unica cosa, la bici da corsa bisogna lasciarla a casa».

Il tracciato è da capogiri, tanto che dall’anno scorso un’ordinanza del comune di Besenello permette solo ai censiti di salire sul monte Scanuppia, sottolineando la necessità di mezzi idonei. Tradotto: la via Scanuppia si può percorrere solo a piedi, in mountain bike, con un 4×4 o in trattore.

Come per tutte le grandi imprese, in molti c’hanno provato ma non tutti ce l’hanno fatta. Sempre sui forum si trovano infatti anche numerose disfatte. «La Scanuppia – commenta uno di loro – l’ho fatta oggi. Inquietante. All’inizio del tratto più verticale la bici mi si è impennata e ho fatto un gran volo, la borraccia si è staccata ed è finita 100 metri sotto.

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Ho spinto la bici per un chilometro perché dopo un po’ stando in una posizione innaturale per evitare le impennante le mie gambe giravano poco. Quella salita è disumana». Pure su «Youtube», il sito dove vengono inseriti tutti i video amatoriali, i resoconti filmati dell’avventura si sprecano.

Noi de “l’ Adige” abbiamo affrontato l’impresa del monte Scanuppia in auto con la guardia forestale Ettore Tonolli, di stanza nel territorio di Besenello e di Pomarolo.

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«É una salita assurda – spiega Tonolli – io la percorro da dieci anni e ancora quando scendo la sera con la mia Panda 4×4 ho un brivido lungo la schiena. La pendenza del 45% non è una leggenda, anzi, in realtà è del 46,5% e quando al tramonto d’autunno c’è un po’ di brina, il tracciato diventa sapone».

Imbocchiamo la strada che conduce a Malga Palazzo, prima delle cave svoltiamo a sinistra sul ponte Rio Secco e già dopo la prima curva a gomito ci si rende conto di cosa sia veramente la Scanuppia. Il leggendario cartello stradale è sulla destra: il 45% di pendenza suona come un monito per far allontanare i più deboli.

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Equivale ad un «Lasciate ogni speranza voi che entrate». Il primo tratto è anche il più ripido, 900 metri con pendenza media 29%. La strada è letteralmente «in piedi», un vero muro, la sensazione è quella di rovesciarsi all’indietro.

«Signore Iddio» è il nome che la gente di Besenello ha dato a questo primo chilometro di strada. «Una volta – racconta il guardia boschi – ho incontrato dei tedeschi che salivano con le bici da corsa. Li ho subito rispediti indietro perché era pura follia: la salita si fa per lunghi pezzi in piedi sui pedali e con le scarpette chiodate si scivola. Nello scendere poi le ruote lisce non sono adatte».

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Da un forum di bikers salta fuori anche il racconto di un ragazzo della Vallagarina, ormai un habitué della Scanuppia. «Quando scendi, i freni diventano incandescenti, fanno male le mani a forza di frenare, la ruota dietro si alza e allora sposti il sedere fino a toccare il copertone».

C’è addirittura chi lancia scommesse. «Io l’ho fatta in mountain bike – dice Andreak – a chi riesce a farla con la bici da corsa senza mettere giù il piede offro una cena. Ricordate che c’è anche il problema del ribaltamento della bici, in alcuni punti bisogna pedalare sulla punta della sella. É molto probabile quindi che la discesa si debba fare a piedi».

Arrivati in località «Casa dela Bepina», la strada prosegue sempre in salita, con curve e controcurve, senza un attimo di sosta. Passiamo località Masetti, Scanucceri e Vernazza, a 1300 metri d’altitudine la vegetazione cambia e pure la temperatura.

Lungo la strada si notano molti capitelli votivi in legno, costruiti da un artista di Besenello proprietario di una casa sul monte Scanuppia. Incontriamo due bikers intenti nella salita.

“Siamo di Trento – spiegano Marco e Roberto, entrambi 23 anni – abbiamo saputo di questa salita da internet. I forum sono pieni dei racconti di chi prima di noi c’ha provato e allora ci siamo incuriositi». I due giovani ci confermano che la Scanuppia è una salita per pochi eletti, bisogna allenarsi appositamente ed avere una grande forza di volontà.

«Non è impossibile da fare – precisa Roberto – ma bisogna avere una vera passione, diventa una sfida con sé stessi perché il primo pezzo è durissimo e ti resta nelle gambe». E Marco sorridendo aggiunge, «I capitelli non sono lì per caso, questa è una vera “via crucis”, un calvario».

Ormai anche i residenti si sono abituati al via vai di ciclisti avventurosi e durante la salita li incitano a continuare. «Gli abitanti di Besenello – spiega Tonelli – sono molto attaccati a questa montagna. C’è un comitato di cittadini che si occupa della cura della strada e ci sono più di 100 casette quassù. Ognuna è stata costruita a caro prezzo, portando pietra dopo pietra lungo il ripido sentiero con i trattori. Inoltre una volta la strada era anche sterrata e molto più stretta».

Arriviamo in località Vernazza, passiamo Busenthal e alla fine ci troviamo di fronte ad una sbarra dove si conclude la strada asfaltata e comincia quella sterrata verso Malga Palazzo e la riserva naturale provinciale dello Scanuppia.

Altri commenti in rete: “Se cercate una salita dalle pendenze impossibili ebbene questa é quella che raggiunge la Malga Palazzo o meglio Malga Imprech, come risulta dalle carte topografiche, infatti Malga Palazzo é poco oltre . In ogni caso fra gli appassionati essa é più nota come Scanuppia”.

“Salite ritenute giustamente durissime come lo Zoncolan, la Punta Veleno, impallidiscono rispetto a questa. La pendenza é talmente elevate che é difficile procedere anche a piedi, se non si dispone di una mountain bike rigida con rapporti molto agili, di forza e di una adeguata preparazione, ci si deve rassegnare a superare a piedi i tratti più pendenti”.

“La sede stradale (estate 2005) era cementata fino a quota 1512 m., la sede stradale é stretta e nei tratti più impegnativi é problematico addolcire la pendenza procedendo a zig zag nei tratti più duri”.

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“Sconsiglio l’ uso di una superleggera per l’inadeguatezza dei rapporti e per la presenza dell’ultimo tratto sterrato anche se pochi cicloturisti sono arrivati fino alla fine del tratto cementato”.

“Io l’ho affrontata alcuni anni fa , quando non c’erano restrizioni per il transito delle bici, con la mia mtb biammortizzata, certamente non il mezzo più adatto per scalarla sia per il peso sia per l’impossibilità di bloccare gli ammortizzatori”.

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“La salita inizia dalla parte alta di Besenello ( paese a pochi km da Rovereto), si imbocca via Scanuppia che sale prima lievemente fra le case, poi la pendenza aumenta fino a superare abbondantemente il 10%& salendo in direzione di una cava.

Raggiunta la Cava si supera sulla sinistra un ponte e qui ( km 1) inizia la parte più terribile della salita su fondo cementato, si sale in mezzo al bosco, la pendenza supera subito il 15%, si procede con grande lentezza, dopo 500 m si arriva a due tornanti la pendenza diventa incredibile, di qui in avanti per un Km é del 25% reale con punte superiori al 35%, per procedere devo mettere il piede a terra per l’impossibilità di mantenere l’equilibrio, data la ridottissima velocità e devo fare a piedi qualche centinaio di metri.

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Questo tratto termina nei pressi di una celletta ( km 2,5) e la pendenza diventa più umana per circa un km, si incontra qualche casa, poi a metà salita( km 3,5) si incontra una fontana con tavola e sedie e qui ci si può riposare un attimo perché la salita riprende decisa e procedendo più o meno faticosamente si raggiunge il paese di Scanucceri ( km 4,3), dopo di esso la pendenza risale al 20%, si ignorano bivi secondari sulla sinistra o i sentieri indicanti malga Palazzo.

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Si procede sempre con grande lentezza e con grande fatica si giunge al termine del tratto cementato( km 6,9), qui inizia una strada forestale sterrata che in 600 m giunge al termine della salita una radura ove é situata una Malga e un secondo fabbricato. Un malgaro presente mi conferma essere Malga Palazzo ma in realtà é Malga Imprech , la malga Palazzo é poco più avanti.

Scambio alcune battute col malgaro sulla durezza della salita, faccio alcune foto e comincio a scendere con prudenza, mi fermo un paio di volte per limitare il surriscaldamento dei freni e addirittura nel tratto più duro 50 m al 40% procedo a piedi , poi proseguo e alla fine raggiungo il fondovalle.

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Simone Temperato, alias Magico Tempe, su quella strada ha fatto un’impresa a dir poco fenomenale.
Il racconto: “Per gli amanti delle sfide in salita, quella della Scanuppia, ad un chilometro e mezzo da Besenello, tra Rovereto e Trento, è in assoluto la più dura d’Europa. Si tratta di più di 7,5 chilometri di cemento per un dislivello totale di 1300 metri.

Il cartello stradale minaccia “45% di pendenza”, tanto che dal 2007 un’ordinanza del comune permette solo ai censiti di salire sul monte, sottolineando la necessità di mezzi idonei. La salita può essere affrontata a piedi, in mountain bike, con un 4×4, o in trattore. Il primo tratto è il più ripido: 900 metri con pendenza media 29%. La velocità sfiora i 3 chilometri orari, al limite dell’equilibrio.

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Magico Tempe è riuscito in una nuova magia. L’intrepido ciclista ha affrontato con la mountain bike questa impressionante “parete”. L’obiettivo non era tanto salire sul monte Scanuppia, ma valutare e capire se fosse possibile affrontare la discesa con una sola ruota.
“La pendenza in alcuni punti faceva veramente rabbrividire, il fondo di cemento particolarmente sconnesso faceva vibrare tutta la bici. Restare attaccati alla sella diventava impossibile!” ha raccontato Magico Tempe.

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“Ho deciso di provare in impennata l’ultimo tratto. Ho notato che il disco del freno posteriore era soggetto ad uno sforzo tremendo e si surriscaldava facilmente. La sensazione che ho avuto è stata quella di sfiorare il terreno con la schiena, incredibile!

Lo sforzo fisico, in questi tratti, ha coinvolto principalmente le braccia e delle spalle che dovevano far prendere alla bicicletta la giusta traiettoria per affrontare curve e tornanti”.

Dopo l’impresa, Magico Tempe ha subito pensato alla prossima sfida: “E’ stato un test molto importante. Forse il prossimo anno, con un mezzo ben diverso da quello usato in questa occasione, potrei anche tentare l’impresa di fare tutta la discesa fino a Besenello, sarebbe una sfida sensazionale, memorabile”.

Nell’attesa della prossima magia, ecco il video dell’eccezionale impennata in discesa, nel tratto più difficile del percorso.

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