RUGHE DI LEGNO

RUGHE DI LEGNO

di Cornelio Galas

Antiche ferite, mai medicate,

medaglie impolverate,

senza gloria, senza ricordo,

ma tutto passa, passa.

E tornano, torneranno

per le amputazioni,

quando cresce troppo,

quel che non serve loro.

Saranno lacrime d’olio,

preziose per l’uomo,

saranno vessilli in chiesa

pur nel giorno delle palme.

Guarda, da buchi secchi,

l’olivo di anni non colti,

sorride, rughe di legno

e insegna ineluttabilità.

Foglie tremule d’argento,

sempre schiave del vento,

nascondono tanti segreti

in cortecce secolari.

La voglia di abbracciare

piante che non parlano,

la voglia di non morire,

che ti soffiano addosso.

Vanno gli amici uccelli,

su quelle fronde aperte,

anche sui noccioli

c’è sapore di vita.

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