METTI UNA ZANZARA TIGRE NEL MOTORE

di Cornelio Galas

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E’ da anni che lo dico. Attenti che arriva, attenti che arriva. Tutti mi rispondevano: “tse tse”, per prendermi in giro. Ed invece non è arrivata quella zanzara lì, è arrivata la “tigre”.

E adesso per combatterla bisogna prendere una jeep, mettere la sahariana e mettersi sul tetto coi fucili. Insomma “‘sa fari” contro la zanzara tigre? Intanto bisognerebbe prendere quello che aveva inventato quello spot, si quello che faceva “metti un tigre nel motore” e mandargli il conto dell’autan e degli altri antiparassitari.

E poi condannarlo per istigazione a delinquere. Perché lo sanno tutti che le zanzare tigre sono arrivate dall’Africa da noi tramite i copertoni della Marangoni sulle navi. Ma nei copertoni sono arrivate dal vano motore.

Di certo se dicevano “metti un elefante nel radiatore” sarebbe stato più difficile. Comunque adesso la zanzara terribile è qui da noi, dobbiamo farci l’abitudine. Del resto, ci siamo abituati a Berlusconi, a Bossi (che però adesso deve fare i conti con la vaccinazione anti-rabbia nel bergamasco), al Grillo a cinque stelle (cioè tipo lusso), figurarsi se non riusciamo a sopravvivere ad un insetto che becca anche quaranta volte di seguito ma poi – dicono – se ne sta buono fino alla sera successiva.

Il problema di questa zanzara è che si riproduce continuamente soprattutto se trova anche un piccolo sottovaso con l’acqua stagnante. Mio nonno, da quando gli abbiamo fatto leggere le ordinanze contro questa zanzara, beve solo vino. “E voi – ci ha detto – non lasciate nel bicchiere neanche un goccio d’acqua…”. Come si riconosce una zanzara tigre dalle altre? Ovviamente non ruggisce.

Dicono infatti che sia tra l’altro silenziosa. Non fa insomma “zzzzzzzzz” Ma un suono dato dalla ripetizione velocissima del noto detto “tigre contro tigre”. Che lo sapete tutti ad un certo punto diventa trighe contro tirghe e non si capisce più niente. No, la zanzara tigre si riconosce soprattutto dalla pelliccia. Tigrata ovviamente.

C’è chi per farne un girocollo ha dovuto ammazzarne un migliaio. E poi gli animalisti gliel’hanno macchiato con l’autan: credevano fosse un vespaio ambulante. Con la zanzara tigre sono arrivate da noi comunque altre specie di insetti strani. La zanzara giraffa ad esempio. Che si trova soprattutto negli studi radiotelevisivi.

La zanzara zenzero. Che trae inganno soprattutto i dislessici. E poi la zanzara anguilla che nel Garda hanno curato con la diossina facendo i ben noti danni.

Ma la più terribile è la zanzara camaleonte. Perché non capisci mai da che parte comincia l’insetto e da che parte finisce la lingua. Un consiglio della nonna utile da sempre è comunque quello, prima di mettervi all’aperto d’estate, di ungervi bene con aceto balsamico, cannella, rosmarino e salvia e una spolveratina di pepe.

Le zanzare vi staranno alla larga, in compenso gli ospiti sul terrazzo vi troveranno più alla mano delle ampolline.

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