L’ECCIDIO DI SCHIO – 4

a cura di Cornelio Galas

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Alcune delle vittime dell’eccidio di Schio

Il governo militare alleato affidò le indagini sul massacro di Schio agli investigatori John Valentino e Therton Snyder: in due mesi di indagini questi identificarono quindici dei presunti autori della strage, di cui otto ripararono in Jugoslavia prima dell’arresto e sette vennero arrestati.

Il processo istituito dalle autorità militari alleate si svolse nell’autunno del 1945. La Corte militare alleata, presieduta dal colonnello americano Beherens, assolse due degli imputati presenti e condannò gli altri cinque, tre di essi furono condannati a morte, due furono condannati all’ergastolo, altri tre imputati furono condannati in contumacia a ventiquattro e a dodici anni di reclusione (le condanne a morte verranno commutate nel carcere a vita dal capo del governo militare alleato, il contrammiraglio Ellery Stone).

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Furono emesse queste condanne:

  • Valentino Bortoloso, condannato a morte.
  • Renzo Franceschini, condannato a morte.
  • Antonio Fochesato, condannato a morte.
  • Gaetano Canova, condannato all’ergastolo.
  • Aldo Santacaterina, condannato all’ergastolo.

La pena effettivamente scontata dai cinque condannati presenti al processo fu tra i 10 e i 12 anni.

Altri autori dell’eccidio furono individuati successivamente e fu istruito un secondo processo, condotto da una corte italiana. Il secondo processo si tenne a Milano e la sentenza fu emessa dalla Corte d’Assise di Milano, il 13 novembre del 1952, con otto condanne all’ergastolo. Tuttavia uno solo sarà presente, gli altri sette erano fuggiti nei paesi dell’est dove trovarono protezione (come molti altri autori di stragi):

  • Ruggero Maltauro, estradato dalla Jugoslavia dopo la rottura con il Comintern, condannato all’ergastolo, ma che in seguito godrà di uno sconto della pena.

Nel 1956, undici anni dopo l’eccidio, si tenne a Vicenza un terzo processo. Erano da accertare due fatti, le eventuali responsabilità del ritardo a dare esecuzione all’ordine di scarcerazione di una parte dei detenuti, emesso a Vicenza e trasmesso per competenza a Schio ma non eseguito, e l’individuazione della catena gerarchica da cui era partito l’ordine di eseguire la strage.

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Si trattava di individuare eventuali responsabilità nel ritardo dell’esecuzione dell’ordine di scarcerazione, ritardo costato la vita a varie persone, e individuare i mandanti della strage, indicati dal Maltauro, alla corte d’Assise di Vicenza. Erano imputati Pietro Bolognesi, segretario comunale e Gastone Sterchele, ex vicecomandante della Brigata Garibaldi Martiri della Val Leogra.

Sterchele fu assolto con formula piena, Bolognesi per insufficienza di prove; in appello fu anch’egli assolto per non aver commesso il fatto.

Sotto proponiamo i documenti relativi alla richiesta (nel primo processo) delle attenuanti per gli imputati. Quindi la lettera inviata a De Gasperi per impegnare il governo italiano a non concedere amnistia ai condannati. Ed infine, nella galleria, il resoconto del processo, in lingua inglese.

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