FALSO CELESTE

FALSO CELESTE

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di Cornelio Galas

Come l’acqua, come l’aria,

schiave dei riverberi

e di luce in filtri di prismi,

inganni, cielo, chi ti guarda.

Specchio sempre infedele,

di quel che invece celi,

tra pieghe di nuvole,

morenti soli, lune piene.

Soffitto senza tetti, sopra,

accogli nuovi esploratori,

in vane ricerche d’ignoto,

e d’altri, d’altro, più su.

Inutili lacrime di pioggia,

bagnano i miei sogni,

né mi fanno star meglio:

è il sudore del mare.

Salgono esclamazioni …

fumi, vapori, gas velenosi,

scende il tuo silenzio,

con gocce come virgole.

E’ solo tempo perduto,

stare qui, a scrutarti,

se non vuoi rispondere,

alle mie domande.

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