EHI JO’

Ehi Jò, dico a te, proprio a te. Alza un po’ il volume della radio. Mi piace questa canzone. E perché non potrei sentirla a tutto volume? Siamo in mezzo al fiume, no?

Ehi Jò, perché non stappi un’altra birra? Quei tuoi chili in più potrebbero far la felicità dei vermi sotto terra, lo sai? Ah Ah Ah Ah
Sai cosa ti dico? Che per loro, per i vermi voglio dire, tu sei già un supermercato. All’ingrosso.
Attendono solo il giorno dell’inaugurazione. Si farà una grande festa quel giorno sotto terra.
Ehi Jò, sono stufo di dirti “Ehi Jò”. Ci conosciamo appena. Alza quel maledetto volume e non farmi pensare ai tuoi stupidi problemi di obesità. Dici di non sopportare questi miei atteggiamenti oziosi? E dillo allora. Gridalo. Altrimenti potrei pensare di averti plagiato. Di averti trasformato in un giubbotto salvagente che pensa solo a non bagnarsi.
Ah Jò, non ci capiremo mai. Uno di noi due morirà, prima o poi. Prima o dopo l’altro. E lascerà un ricordo, una sensazione sospesa tra questi flutti, tra queste nebbie.
Quando la terra finisce su una cassa di legno che contiene un corpo. E tu, io, altri, penseranno che lì dentro c’è….qualcuno. Lo penseranno da vivo. Non da morto. Resterà in testa l’incubo di una persona viva, chiusa in una cassa di legno. Sotto terra. Senza possibilità di respirare, di mangiare, di bere, di uscire.
E allora andremo via dal cimitero con un pensiero fisso: “Succederà anche a me un giorno”. Capisci Jò,? Succederà un giorno.
A me, a te. Prima a te, prima a me. O insieme. Metti ci succeda insieme. Altri penserebbero a noi due. Sotto terra. In due casse.
Cosa ci tiene fermi qui? Una busta paga? L’elenco dell’anagrafe? Donne? Figli?
Anch’io ho il terrore del dopo, Jò, non fare quella faccia.
Dai, inventami un Dio. Anzi no, inventamene 365. Ne adoreremo uno ogni giorno dell’anno. Tira fuori un nome, lo trasformeremo in Dio. Ne individueremo la presenza ovunque.
E prendilo questo panino, prendilo. Ce l’ho anch’io la pancia. Mangerei tutto questa sera. Solo per sapere che sapore ha. Solo per non morire senza averlo assaggiato.
No, non è tardi Jò. Non andremo a dormire stanotte. Non possiamo vendere ore importanti della nostra vita al sonno. Dobbiamo correre controvento. Mangiare lucertole fritte sotto capanne di foglie tremolanti. Amare gli orizzonti che le donne hanno negli occhi. Non la camera di una casa comperata col mutuo.
Jò, passami una birra e non ascoltarmi più…

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