DUELLO

Tra me e te, si sa, non c’è feeling, Lo so. Lo sappiamo. Tra me e te c’è un’atavica guerra. Lo so.  Lo sappiamo. E così, quando capita d’incontrarsi, ognuno cerca – chissà perché, forse un gesto meccanico? – la pistola nella fondina, Non ci sono mai, dopo, duelli all’ultima pallottola. Tu mi guardi fisso negli occhi. Io ti guardo fisso negli occhi. Pochi passi, lenti, verso il bar. Ci sediamo, sì ci sediamo insieme, nessuno abbassa il sedere prima dell’altro. Un cenno al cameriere. Che porterà la solita schifezza alcolica. Tu finirai il bicchiere in un decimo di secondo. Giù. Io ci metterà qualcosa in più. Proprio per vedere se quella tua sfida non avrà conseguenze: tosse, torcicollo, malesseri celati. Tu dirai: “Beh?” Io risponderò: “Mah”. Resteremo in silenzio. Fino al secondo giro di rhum. Fino al terzo. Fino al quarto. Tu dirai a quel punto: “Beh?” Io risponderò: “Mah”. Arriveranno altri nel locale. Gente che tu conosci. Persone che anch’io conosco. Silenzio. Silenzio. Solo un accenno col movimento dal collo alla faccia: (sottinteso): ti conosco, taci.  E poi? Le storie ad alta tensione non finiscono mai. Ci sarà la seconda puntata. La terza. Tu resterai in attesa della fine. Mentre io e lui continueremo a chiederci che cosa ci fa uno con il microfono, la videocamera e cuffie tra noi …

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