a cura di Cornelio Galas
Curon è un comune della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino Alto Adige. Poco distante da questo si trova il lago di Resia, di natura artificiale, creato per sostenere una centrale a energia idroelettrica. Proprio la creazione di questo lago, avvenuta nel 1950, portò alla scomparsa di quella che oggi è conosciuta come Curon Vecchia (insieme a oltre 500 ettari di terreno e 150 case), cioè l’antico borgo che venne poi ricostruito più a monte.
Decine di famiglie tra quelle di Curon e quelle di Resia, furono costrette a lasciare le loro case per spostarsi nel borgo ricostruito. Questa sorte ricorda molto da vicino la stessa accorsa a Fabbriche di Careggine, in Toscana.
Ora, di Curon Vecchia, spunta dal lago di Resia il campanile romanico della chiesa, risalente al XIV secolo, salvato perché sotto tutela storico-artistica. C’è tra l’altro una leggenda su questo campanile: narra che in certi giorni ancora oggi si possano udire le campane che risuonano dal fondo del lago.
Ma veniamo alla storia di Curon. Ecco quanto scrive Kurt Ziernhöld (Resia 1995):
Non posso raccontarvi la storia del campanile nel lago in una sola frase, perchè si legge quasi come un “giallo”, è però la storia di una catastrofe. Prendetevi un pò di tempo per leggervi quest’avvenimento inimmaginabile. Premessa: l’alta Val Venosta era già nel secolo scorso, con i suoi tre laghi naturali, un suggerimento riservato per i turisti.
La nuova storia di questo campanile, risalente al 14° secolo, è iniziata quando, l’ingegnere Josef Duile di Curon, alla metà dello secolo IXX ha attuato il suo progetto, cioè abbassando il “Mittersee” (anche noto come Lago di Curon) sanando lo sbocco del Rio Carlino, e contemporaneamente ricavando del nuovo terreno agricolo.
Questo progetto é stato poi sospeso a causa di una catastrofe naturale avvenuta nel 1855 quando con il crollo della cateratta del “Mittersee” furono devastati i paesi di Burgusio, Clusio, Laudes e Glorenza, e quindi il progetto poté essere ripreso e realizzato solamente nel 1858. La storia contemporanea Tutto però si sviluppò in modo completamente diverso.
Un bacino artificiale per la produzione di energia elettrica era il progetto successivo ancora sotto l’impero austro – ungarico. Il governo italiano (dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, il Tirolo è stato diviso col patto pacifico di St. Germain, e l’Alto Adige annesso dall’Italia) nel 1920 ha ripreso il progetto e ha concesso una elevazione del livello d’acqua fino a 5 metri.
La dimensione di questo progetto non era tanto preoccupante perché non aveva un immediato pericolo per i paesi Curon e Resia. Nel 1939 lo Stato concesse al consorzio “Montecatini” la costruzione di una diga in basso al “Mittersee”, la quale doveva permettere un ristagno d’acqua fino a 22 metri. La popolazione di Curon e Resia veniva totalmente trascurata.
Con l’inizio della seconda guerra mondiale il progetto fu temporaneamente abbandonato. Gli abitanti dell’alta Val Venosta credettero che il progetto del bacino artificiale fosse sepolto per sempre. Nel 1947 peró, sbalordendo le popolazioni dei due paesi, la “Montecatini” annunció l’immediato proseguimento della costruzione del lago artificiale.
La popolazione di Curon e Resia, in testa il parroco Alfred Rieper, hanno cercato di azionare tutte le leve politiche possibili per impedire una prosecuzione dei lavori. Persino un colloquio con il Papa Pio XII a Roma, per ottenere un ripensamento del governo italiano rimase al pari senza esito, come lo fu la rivolta avanti all’ufficio della “Montecatini” a Resia.
Disperatamente la popolazione dovette assistere alla cacciata senza riguardi della loro terra, casa e fattoria. Nel estate del 1950 la fine. Le cateratte vengono chiuse e l’acqua del lago sale giorno dopo giorno. 677 ettari di terra vengono immersi nell’acqua, 150 famiglie circa sono state rubate della loro esistenza, di cui la metà costrette ad emigrare.
I risarcimenti per tutto questo danno erano molto modesti. Gli abitanti di Curon furono provvisoriamente allocati in baracche all’uscita della Vallelunga, costruite agli estremi. Il successivo inverno portò ancora più tristezza e dolore ed anche odio verso i responsabili; si ricordi che la gente fu privata della loro base di esistenza.
Non meno di 411 ettari di terreno fertile furono sommersi solo a Curon. A Resia vennero costruite velocemente delle case, prima del insorgere dell’inverno, dove alcune famiglie anche di Curon trovarono rifugio. Un aspetto terribile per la gente del posto che doveva assistere come sono state distrutte le proprie case, le chiese, l’intero bene culturale, tutto mandato all’aria.
Quel che non fu in grado di distruggere la guerra, lo fece un gruppo di personaggi avidi, i quali senza scrupoli sfruttarono la posizione di una minoranza all’epoca oppressa. Molto dura divenne la ripresa per la gente di Curon e Resia.
Oggi é qui, il campanile in mezzo al lago, come un accusatore muto, un monumento per dei dolori causati ingiustamente. L’unico pezzo rimasto in vita, per ricordare il pittoresco paesino di Curon. Il campanile è stato messo sotto la protezione delle belle arti ed è divenuto il simbolo del comune di Curon.
Un piccolo ristorno ambientale è stato fatto solamente 25 anni dopo l’ingorgo, con un piano di risanamento delle rive e la conseguente riconquista di alcuni ettari di terreno agricolo. Oggi quasi 50 anni dopo ci sono ancora delle ferite non pienamente guarite, anche se l’alta Val Venosta è ritornata un centro turistico.
LA LEGGENDA
Appena, in piena estate, la piena d’acqua copre le cicatrici del bacino, per i turisti si presenta un’ambiente pittoresco. I campi pieni di fiori, il clima fresco d’estate attira tutt’ora, come una volta, una massa di turisti. In inverno, data la sicurazza della neve e le piste ben preparate, l’alta Val Venosta è sempre più una meta per le ferie.
Il bacino artificiale. Dimensioni: 6.8 km quadrati, lungo 6.5 km, largo 1.5 km, capienza 116 milioni di metri cubi, produzione d’energia: 250 milioni di kwh, diga: lunga 470 metri alta 30, larga 200 alla base e 7 alla cima.
Cronologia
- 1852 – 55 abbassamento del lago di Curon
- 1855 straripamento del lago
- 1858 compimento del progetto di abbassamento
- 1920 il governo italiano ha ripreso un progetto per un bacino artificiale
- 1939 viene presentato un progetto per un ristagnamento dell’acqua fino a 22 m
- 1940 inizio delle costruzioni
- 1943 sospensione per la guerra mondiale
- 1947 ripresa delle costruzioni del lago e compimento nel 1950
- 1950 primo ingorgo Distruzione e devastazione 677 ettari di terreno, dei quali 523 agricolo, e 163 case sono state sommerse (107 edifici a Curon, 47 a Resia e 9 a San Valentino); circa 1000 persone colpite, 150 famiglie contadine private delle loro basi di esistenza, la metá di questi dovette emigrare
- 1951 un pullman con 23 persone finisce nel lago, solo una persona sopravvive
- 1976 primo risanamento della riva a Curon; dal 1976 ad oggi sono ricavati in tutto circa 35 ettari di terreno agricolo.