CIAO UMBERTO,
Ho letto tutti i tuoi libri. E quando leggi un libro che ti piace, che ti prende, è inevitabile: finisci per ringraziare – in segreto, tacitamente – chi l’ha scritto, chi ti ha dato quelle emozioni. Ho imparato da te tante cose, per la scrittura. Perché tu non eri solo uno scrittore, ma anche un docente, per chi, come me, come tanti credo, credeva e crede ancora nell’evoluzione dei modi d’espressione. Nei “giochi” con l’alfabeto. Nei sogni da mettere nero su bianco. O bianco su nero. Ti devo tantissimo Umberto. Rileggerò quello che hai scritto come si accarezza la barba bianca del padre prima che sia chiusa la bara. Come si bacia per l’ultima volta, sulla fronte, chi parte per un viaggio del quale, purtroppo, non potrà più raccontare.