CAMPAGNE MILITARI
di Cornelio Galas
Quanto sangue finito su quei prati,
battaglioni in fila, come ora le vigne,
baionette affilate, come le spine,
corpi morti avvinghiati al fucile.
Squilli di tromba per la carica,
soffi umidi di cavalli al galoppo,
che continuano la corsa
anche senza i loro cavalieri.
Bandiere lacerate nel vento,
e il fumo e le grida e i lamenti,
ufficiali con i cannocchiali,
osservano muti dalla radura.
Tocca ai fanti adesso, avanzare,
statuine mosse dalla tattica,
ubriachi per non aver paura,
tonfi di passi, senza guardare.
C’è una sciabola che trapassa,
chi voleva fingersi morto,
archibugi, polvere da sparo,
i cannoni contro le carni.
C’è chi scappa, c’è chi piange,
chi chiama forte la mamma,
e cerca l’uomo tra i fantasmi,
tra le felci diventate rosse.
“Siamo qui per la storia, avanti”
non può finire tutto qui, ora,
c’è mia moglie che mi aspetta
ha già tre figli da sfamare.
“Avrete i soldi e vino e donne,
seguitemi, all’attacco … “.
Resterà ai generali l’onore,
noi saremo sotto terra.