ANDAR (E SVENIR) PER FUNGHI

Andar per funghi. Diverso da andare a funghi. Perché in questo secondo caso vorrebbe dire che avete una macchina tipo biogas e che nel serbatoio ci mettere, con quel che costano anche durante la stagione di raccolta, brise, finferli e mazze de tambur.

Comunque andar per funghi – aspettate però, è presto adesso – è un’arte che in Trentino ci si tramanda da generazione a generazione. C’è sempre il tipo che una domenica mattina vi farà alzare dal letto all’alba per queste escursioni tutt’altro che no profit. Perché chiaramente il risotto con porcini pronto in busta non è paragonabile a quello fatto dalla moglie del fongarolo alla quale in cambio, dopo la levataccia per guadagnarvi l’invito, dovrete portare sempre due bottiglie di quello buono. L’equivalente insomma di porcini comprati al mercato rionale.
Torniamo al fongarolo. Di solito a casa ha sul comodino solo due libri: tutto sui funghi e topolino. A volte scambia uno per l’altro senza accorgersene. Tanto guarda le figure. Però quando è nel bosco il fongarolo dà sfogo alla sua cultura micologica.
“Ecco, questo è un lactarius vaccae trifolatis. Commestibile, ma solo se prima lo si porta a bollitura. Questo invece è un boletus boletus della famiglia dei boletus. Un fungo comune. E quest’altro è uno schizoidis psicantropus, ma lassa star che l’è en fonc mat”.
C’è poi una serie di sottospecie dello stesso fungo. La brisa del lumaz, la brisa del muscio, la brisa dela volp. La brisa che…sbrissia. Te l’avevo dit. Tutte uguali. Ma il fongarolo riesce a capirne la differenza da dettagli che solo lui evidentemente nota. Che ne so, un gambo che lui definisce di colore bianco sporco. E ti credo, è in mezzo alla terra. Però è diverso dal bianco calcina. E ti credo, se qualcuno ha svuotato lì vicino la latta dell’imbianchino.
Stessa storia per la differenza tra russole mangiabili, immangiabili, così così, velenose e buone per la suocera.
“La russola buona deve avere alla base una specie di imbuto. E deve essere tra il verde e il fulvo. Se è rossa peperone vuol dire che non è affatto buona e s’incazza spesso.
I prataioli sono detti in trentino anche mazze de tambur. Sono quelle che impanate sono spacciate ai turisti sul Garda come cotolette. Così quando gli stessi turisti vengono d’inverno si lamentano sempre del fatto che le cotolette dell’estate erano più morbide…
La differenza tra finferli e finferle? Le finferle hanno le gambe lunghe e sono buone per il risotto. I finferli hanno la testa di cazzo e cercano sempre la polenta.
Abbiamo provato a mettere in crisi il fongarolo esperto. Con due porcini finti rubati da un tavolo in esposizione all’Ikea. Li abbiamo messi in mezzo al bosco. E toh, guarda, due brise. Lui arriva, li analizza bene, li guarda in controluce ed emette la sentenza: se andavate alla Lidl li pagavate di meno.

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