TRENTINI FAMOSI, MA NON TROPPO – 4

a cura di Cornelio Galas

FRANCESCO AMBROSI

Borgo in Valsugana (Trento), 17 novembre 1821- Trento, 9 aprile 1897

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Appassionato di scienze naturali e autodidatta. Fino a 43 anni dimorò nel paese nativo. La sua istruzione fu ostacolata non tanto dai genitori – Giuseppe Ambrosi, contadino benestante, e Camilla Steiner – quanto dal cugino paterno, il sacerdote Lorenzo Ambrosi, che fino alla morte (1844) detenne il potere amministrativo, economico e psicologico della famiglia: pretendeva che Francesco diventasse o agricoltore o prete, mentre Ambrosi, già da bambino, «sentì fortemente il bisogno di dedicarsi a liberi studi».

Pertanto, non potendo pagarsi un’istruzione né in patria né all’estero, studiò da solo grazie soprattutto all’aiuto gratuito dei libri e dei consigli fornitigli dai sacerdoti Francesco Dall’Orsola e Camillo Terzi d’Alzano.

Francesco Ambrosi

Francesco Ambrosi

Attratto in particolare dalle scienze naturali e in special modo dalla botanica (ebbe al riguardo molti ausili e incitamenti dal suo concittadino Casimiro Sartorelli, ma soprattutto da Francesco Facchini, esplorò diligentemente con fini geografici, turistici, geologici, zoologici e botanici tutta la Valsugana, raccogliendo «grandissima messe di notizie, di animali e di piante che gli vennero rapite da un infaustissimo incendio».

Nel 1853 si sposò con Elisa Zanollo, dalla quale ebbe otto figli: cinque morirono ancora bambini, Emilia Camilla Vittoria nata nel 1860 morì nel 1875, Camilla Maria nata nel 1862 si spense nel 1871 e Carlo Vittorio nato a Trento nel 1867 morì in prigione a Morburg nel 1917.

Francesco Angelo Facchini

Francesco Angelo Facchini

Nel 1864 si trasferì a Trento, il cui municipio – a conoscenza del suo valore e delle sue insolite attitudini letterarie, storiche e naturalistiche, caldeggiate dal consigliere comunale Carlo Dordi originario di Borgo in Valsugana – lo aveva invitato a dirigere la Biblioteca e il Museo (di antichità, di archeologia, di scienze naturali) della città: e qui visse per 33 anni, tra i circa 40 mila libri da lui ordinati e catalogati.

L’attività bibliologica stimolò i suoi assopiti interessi umanistici. Pertanto, abbandonò quasi del tutto la botanica (rispetto alla quale l’attrattiva per la geologia e la zoologia era stata sempre secondaria) e si dedicò a ricerche storiche, geografiche, biografiche e antropologiche, con una breve divagazioni nel campo della malacologia.

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Nel 1865, nell’ambito della Dieta provinciale della Contea del Tirolo, venne eletto deputato per i distretti di Borgo, di Levico e di Strigno. Nel 1867 promosse, presso la Biblioteca Civica, la creazione di una pubblica cattedra popolare per l’insegnamento della storia e della letteratura italiana.

Italianista e irredentista convinto e dichiarato, nel 1881 sostenne caldamente la fondazione dell’Archivio storico trentino e battezzò la rivista della biblioteca da lui diretta Archivio storico per l’Istria, Trieste e Trento. Avendo conservato nella Biblioteca Civica il libro Il diritto storico dell’Austria di V. Zatelli, sequestrato dalle autorità asburgiche, fu processato «per contravvenzione alla Legge sulla Stampa».

Nel 1896 lasciò il lavoro a causa della malattia cardiovascolare che dopo qualche mese lo avrebbe ucciso.

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Con il civezzanese Stefano Bertolini (1832-1904), entomologo dilettante e impiegato di tribunale, Pietro Guarinoni, Leonardo Liebner, Agostino e Carlo Perini, G. L. Santoni e Michele de Sardagna fu il fondatore (1858) della Società del Museo di Storia Naturale in Trento da cui nacque (1922) l’attuale Museo Tridentino di Scienze Naturali.

Agostino Perini

Agostino Perini

Non era di ingegno originale e non era neppure dotato di doti logistiche, ma aveva una «mente chiara e ordinata, uno spirito colto e illuminato» e soprattutto «un cuore d’oro». Strinse rapporti di vera amicizia con alcuni dei più famosi naturalisti, dilettanti e professionisti, del suo tempo, oltre che con numerosi letterati, sia italiani che stranieri. Inoltre fu socio di molte istituzioni scientifiche pubbliche italiane ed estere.

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La sua attività di studioso eccelle soprattutto come storico e botanico. Ebbe modo di avvicinarsi anche all’erpetologia regionale, ma soprattutto fu il depositario, spirituale e testamentario, di moltissimi ricercatori di cui annotava diligentemente le ricerche, le confidenze, le considerazioni.

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