TRENTINI FAMOSI, MA NON TROPPO – 11

NEPOMUCENO BOLOGNINI

Pinzolo, 24 marzo 1823 – Milano, 18 luglio 1900

Nepomuceno bolognini

Nepomuceno Bolognini

a cura di Cornelio Galas

Di Nepomucemo Bolognini abbiamo già parlato nelle puntate sul “Risorgimento nel Trentino”. Val la pena comunque ricordare altri particolari, forse meno noti, della sua biografia. Bolognini nacque il 24 marzo del 1824 da Vigilio e da Perpetua De Benvenuti a Pinzolo in Val Rendena (Trento), dove la famiglia gestiva una vetreria. La sua casa a Pinzolo era presso la chiesa di San Lorenzo.

Panoramica di Pinzolo: al centro la chiesa di S. Lorenzo

Panoramica di Pinzolo, con al centro la chiesa di San Lorenzo

Aveva due fratelli: Delaito e Francesco. Suo padre aveva una fonderia all’imbocco della Val Genova. Era – quella fonderia – lo stabilimento vetrario che Vigilio Bolognini, il padre, sorretto dalla partecipazione finanziaria del conte rivano Antonio Moscardini, aveva ideato e fatto costruire – intorno al 1805 – all’estremo limite della piana di Carisolo.

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Vecchia vetreria

Per molte stagioni, con il fratello Giovanni, Vigilio Bolognini aveva gestito a Riva del Garda un negozio di cristallerie rifornendosi, quanto a lastre di vetro e a manufatti generici, presso l’azienda Bormioli in Val d’Algone, trascorsi alcuni anni, forse per il miraggio del quarzo che abbondava in Val Rendena o forse per l’ambizione di realizzare anche a Pinzolo quei cristalli che allora solo la Boemia poneva sul mercato, Vigilio Bolognini (ai piedi del dosso che da Carisolo saliva in Val Genova) aveva coraggiosamente voluto la più moderna industria di cristalli dell’epoca in Trentino.

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Dopo aver studiato nel ginnasio di Trento dal 1835 al ’42, si trasferì a quello di Verona e, l’anno seguente, a quello di Cremona; in questa città s’iscrisse alla Giovine Italia. L’impresa dei Bandiera e le notizie dell’insurrezione in Romagna lo commossero tanto da indurlo a tentare di accorrere clandestinamente tra gli insorti.

Nepomuceno Bolognini

Nepomuceno Bolognini

Ricondotto a casa, si iscrisse all’università di Pavia, dove partecipò ai moti studenteschi e, il 9 febbraio 1848, alla sollevazione dei cittadini contro gli Austriaci. Alle prime avvisaglie militari della guerra lasciò Pinzolo, dove si trovava, e corse in Lombardia per arruolarsi nei corpi franchi, partecipando nelle loro file all’invasione delle Giudicarie, della Val di Sole e della Valle di Non.

Nella compagnia di Paride Ciolli, Bolognini assistette al combattimento di Malé in cui gli Italiani furono sconfitti e costretti ad abbandonare l’impresa. Verso gli ultimi di aprile raggiunse assieme ai compagni la Lombardia e riparò a Brescia.

PARIDE CIOLLI

PARIDE CIOLLI

Da qui, organizzata la Legione trentina, nella quale si arruolarono subito settecento volontari, specie delle Giudicarie e della Val di Sole, e il cui comando venne affidato al Ciolli, Bolognini partì con l’avanguardia, il 15 giugno 1848, alla volta del Caffaro. Il 25 luglio la sconfitta di Custoza mise fine al tentativo di riprendere la via del Trentino.

PONTE CAFFARO

PONTE CAFFARO

Sottotenente nella Legione, non essendo stata riconosciuta questa dal governo sardo, fu aggregato con altri pochi volontari trentini al 7º battaglione bersaglieri. Così, alla ripresa della guerra, prima della sconfitta di Novara combatté nella zona di Mezzana Corti, della Cava, di Cascina Mandella e di Casteggio.

Nepomuceno Bolognini

Nepomuceno Bolognini

Dopo l’armistizio si dimise da ufficiale e ritornò a Pavia, dove si laureò in legge. Rientrato a Trento, dal 1851 al 1854 fece pratica in uno studio legale, ma, non potendo esercitare la professione per motivi politici, si ritirò a Pinzolo, dove diresse la vetreria Pernici e Bolognini.

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Scoppiata la guerra del 1859, Bolognini corse in Piemonte ad arruolarsi e combatté a Seriate. Passò poi, come semplice soldato, tra i cacciatori delle Alpi agli ordini di Garibaldi, cui il poeta Giovanni Prati lo aveva raccomandato con una lettera il 26 maggio. Combatté a San Fermo, meritandosi il grado di brigadiere.

GIOVANNI PRATI

GIOVANNI PRATI

Finita la guerra, si stabilì a Milano; ma per poco, perché, arruolatosi di nuovo, raggiunse avventurosamente con il secondo convoglio, sul vapore Utile, la Sicilia e partecipò alla battaglia di Milazzo (20 luglio). Nominato capitano del 64º reggimento di fanteria 23 compagnia, nella battaglia del Volturno, a Cajazzo, meritò una medaglia d’argento al valore militare e il 24 ottobre fu promosso maggiore. Due mesi dopo si dimise dal grado e dall’esercito.

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Ritiratosi di nuovo a Milano, fu tra i volontari che parteciparono allo sfortunato tentativo di Sarnico. Riprese il suo grado di maggiore arruolandosi, per la guerra del 1866, nel 5º reggimento Volontari italiani. Durante la battaglia di Bezzecca (21 luglio), morto il tenente colonnello Chiassi, Bolognini lo sostituì nel comando del reggimento ottenendo, sul campo, il grado di colonnello, che però il governo non volle riconoscergli.

Prospero Marchetti (1822 - 1884)

Prospero Marchetti (1822 – 1884)

Abbandonato l’esercito e tornato a Trento, si dedicò alla difesa dell’italianità della regione. Nel 1872, con Prospero Marchetti, fondò la Società alpina del Trentino che, sciolta dall’Austria nel 1876, risorse l’anno dopo col nome di Società degli alpinisti tridentini. L’associazione aveva impronta patriottica a sfondo irredentistico. Agli Annuari della Società Bolognini collaborò con vari articoli, firmati anche con lo pseudonimo “Nescio”, e con saggi sul folclore e sul dialetto del Trentino.

La battaglia di Bezzecca: il quadro è al Museo del Risorgimento di Milano

La battaglia di Bezzecca: il quadro è al Museo del Risorgimento di Milano

Di questa sua produzione si ricordano in particolare gli articoli Fiabe e leggende della Rendena (1880), Saggio di proverbi e modi proverbiali tridentini (1881), Usi e costumi del Trentino,Le leggende del Trentino (1883, 1884, 1885, 1886, 1888, 1891); i Proverbi furono stampati anche in volume a parte (Rovereto 1882) e ristampati, nelle parti essenziali, a Trento e Bolzano.

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Nel 1885, rimasto senza mezzi sufficienti di sostentamento, vinse a Milano il posto di segretario della Società di esplorazione commerciale in Africa, e nel 1886 divenne redattore capo del periodico mensile L’Esplorazione commerciale, giornale di viaggi e geografia commerciale, edito dalla Società e fondato qualche anno prima, col titolo L’Esploratore, dal capitano Camperio. Nel 1894 si ritirava però dalla redazione e, nel 1898, lasciava anche la carica di segretario della società. Morì a Milano il 19 luglio 1900.

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Lasciò, incompleti, parecchi appunti autobiografici, che furono consultati da Brentari ma sono oggi irreperibili. Nell’Archivio di Stato di Trento il nome del Bolognini appare frequentemente negli indici degli Atti riservati del Commissariato di Polizia, 1853 e 1859.

Una sua brevissima biografia è nell’opuscolo Alla società Pro Patria,nell’occasione del suo Terzo Congresso Generale, omaggio di alcuni studenti tridentini.

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