LUIGI NEGRELLI
Fiera di Primiero, 23 gennaio 1979 â Vienna, 1 ottobre 1858
a  cura di Cornelio Galas
Preceduto da cinque femmine e seguito da quattro maschi e una femmina, Luigi Negrelli nacque il 23 gennaio 1799 alla Pieve, sobborgo di Fiera di Primiero nellâarea italiana del Tirolo (odierna provincia di Trento), dal genovese Angelo Michele e dalla tedesca Elisabeth Wirtemberg.
La fedeltĂ della famiglia alla casa dâAustria durante le guerre napoleoniche provocò la carcerazione di Angelo Michele â titolare di diverse cariche pubbliche nella valle nonchĂŠ proprietario di boschi e terreni e commerciante in legname â e gravi difficoltĂ finanziarie.

I genitori di Luigi Negrelli
Dopo i primi studi col maestro Serafino Pastorini, fu affidato assieme al fratello Nicola a uno zio che risiedeva a Valstagna e nel 1813, grazie allâaiuto economico dellâimperatore Francesco Giuseppe, i fratelli poterono essere iscritti al ginnasio vescovile di Feltre. Conseguita la licenza, superò tra il 1821 e il 1824 gli esami di Stato in diversi rami dellâingegneria al Politecnico di Innsbruck e, dopo un periodo di prova sotto la guida dellâingegnere idraulico Giuseppe Duile, iniziò a lavorare presso la direzione dei Lavori pubblici dello Stato del Vorarlberg nel campo delle costruzioni idrauliche e stradali.
Nel 1824 si trasferÏ a Vienna per perfezionarsi nella costruzione dei ponti e approfondire le nuove tecnologie che utilizzavano ferro; in seguito ottenne il permesso di espatriare in Svizzera, dove si dedicò al rinnovamento della rete stradale in funzione delle necessità di sviluppo agricolo, industriale e commerciale del paese.
Il 31 maggio 1829 si unÏ in matrimonio con Amalie Marie von Pirkenau, che tra il 1830 e il 1836 gli dette quattro figli e morÏ prematuramente nel 1840. Il 1° giugno 1847 in seconde nozze Negrelli sposò a Vienna Karoline Weiss von Starkenfels, dalla quale ebbe altri figli.
Dal 1835 al 1839 visse a Zurigo: ingegnere capo della locale Kaufmannschaft (la Camera di commercio), contribuĂŹ alla riqualificazione urbana, allâorigine del conferimento della cittadinanza onoraria, e progettò la prima ferrovia nazionale Zurigo-Baden (nel cantone dellâArgovia).
Nellâestate del 1836, su incarico della Camera di commercio, intraprese un lungo viaggio di studio in Francia, Inghilterra, Belgio e Germania per conoscere da vicino le strade ferrate, al termine del quale redasse una relazione ufficiale ricca di osservazioni utili alla conoscenza dei problemi ferroviari su scala europea.
Rientrato in Austria, oltre a riprendere gli studi sul problema del canale di Suez iniziati nel 1837, accettò lâincarico di ispettore regionale delle Ferrovie Nord – Imperatore Ferdinando, elaborando un progetto generale per il WĂźrttemberg e gli allacciamenti con le ferrovie della Baviera e del Granducato di Baden. Al contempo, accettò il compito di dirigere lâesecuzione tecnica delle linee Vienna-Praga e Vienna-Trieste, e di occuparsi della progettazione e la costruzione di nuove linee dirette ai confini della Polonia e della Russia.
Nel giugno 1845 â mentre lavorava a Vienna e otteneva dal governo del Baden lâapprovazione al collegamento delle ferrovie austriache con quelle della Svizzera settentrionale â lâingegnere Prospero Enfantin, allora direttore della ferrovia Parigi – Lione, pubblicò a Parigi una relazione indirizzata a eminenti personalitĂ della politica, della finanza e della tecnica di diversi paesi per sensibilizzarle al progetto del taglio dellâistmo di Suez.

Prospero Enfantin
Dietro indicazione dellâindustriale di Lipsia, Albert Dufour-FĂŠronce, Negrelli fu coinvolto nel progetto e ufficialmente invitato a partecipare alla fondazione della SocietĂ di studi per il canale, creata il 30 novembre 1846.

Albert Dufour-FĂŠronce
Incaricato della livellazione della costa mediterranea dellâistmo, della rilevazione del piano della stessa costa, dei sondaggi del fondo marino, della progettazione del molo e del porto atti ad assicurare un ingresso sicuro e agevole allâimbocco del canale in ogni stagione si mise al lavoro con grande impegno. Continuò a lavorare al progetto anche quando, tra il 1848 e il 1854, lâimpresa ebbe unâinterruzione a causa delle vicende politiche europee ed egiziane.
Nel giugno 1848, intanto, fu nominato direttore generale del sistema ferroviario del nuovo ministero dei Lavori pubblici austriaco, mentre nellâottobre 1849 gli fu affidata la direzione superiore delle pubbliche costruzioni del Lombardo-Veneto, per completare il ripristino delle strade e delle linee ferroviarie danneggiate dagli eventi bellici e provvedere alla riattivazione delle vie di comunicazione fra province italiane e tedesche.
Malgrado i profondi contrasti esistenti fra i ceti dirigenti, specialmente fra comandi militari e alcuni esponenti governativi, seppe portare avanti il compito con buoni risultati operando con energia e rapidità . In particolare riattivò la linea ferroviaria Milano-Venezia e progettò quella del Brennero tra Verona e Bolzano.
Nel 1850 fu insignito dallâimperatore del titolo di cavaliere dellâImpero, col predicato von Moldelbe (ÂŤdi MoldelbaÂť), da aggiungere al cognome quale espresso richiamo ad una serie di progetti da lui predisposti in Boemia, fra cui un canale tra la Moldava e lâElba e un ponte alla confluenza dei due fiumi.
Ottenne la presidenza della Commissione internazionale per la navigazione del Po nel 1850 e nel 1852 il ruolo di rappresentante dellâAustria e di presidente della Commissione internazionale della Ferrovia centrale dellâItalia media.

Luigi Negrelli
LâattivitĂ svolta nellâespletamento di tali incarichi lasciò tracce durevoli: la rete ferroviaria del Lombardo-Veneto, le reti telegrafiche collegate con la rete svizzera allora in costruzione, stazioni ferroviarie (Verona e Brescia fra le altre), grandi strade di montagna (come quella della Valtellina) e, non ultimo, la ricostruzione di numerosi monumenti.
Tuttavia, a seguito di unâinchiesta ordinata dallâimperatore al feldmaresciallo Von Tratten per appurare la veridicitĂ delle voci su una difettosa conduzione e su pretesi inconvenienti e malversazioni nei lavori delle ferrovie (con particolare riferimento a Verona), nel settembre 1855 Negrelli fu rimosso da tutte le cariche con lâaccusa di essere venuto meno alla âfedeltĂ politicaâ assumendo funzionari di sentimenti antiaustriaci e danneggiando volontariamente lâerario austriaco con spese eccessive e immotivate per lâesecuzione di costruzioni stradali e ferroviarie.

Luigi Negrelli
Forse anche per reagire alla dolorosa vicenda, riprese con rinnovato impegno lo studio per il progetto del canale di Suez. Nel 1854 Mohammed Said PasciĂ , succeduto ad Abbas PasciĂ quale vicerĂŠ dâEgitto, affrancandosi dallâinfluenza inglese, diede mandato a Ferdinand de Lesseps, che aveva vissuto a lungo nel paese dapprima come viceconsole e poi come console generale del governo francese, di costituire la SocietĂ di esecuzione del canale di Suez.
Il progetto potĂŠ dunque ripartire, preceduto dalla creazione di una Commissione scientifica internazionale, riunita per la prima volta a Parigi il 30 ottobre 1855, e assunse come punto di partenza gli studi di Negrelli. Questi, nel novembre 1855, partĂŹ per lâEgitto assieme ad altri quattro membri della Commissione, viaggiando per 15 giorni nellâAlto Egitto, e dedicandosi poi allâesplorazione scientifica dellâistmo fino a Pelusio.
Al ritorno fu invitato dallâimperatore Francesco Giuseppe a riprendere servizio al ministero del Commercio con funzioni di ispettore generale delle ferrovie dellâImpero austro-ungarico, compito che non gli impedĂŹ di mobilitarsi con articoli e conferenze per far conoscere le ragioni a sostegno di una facile realizzabilitĂ del canale e a diffondere, al tempo stesso, notizie e dati riguardanti il territorio sul quale sarebbe stato costruito.
Le sue idee, recepite dalla Commissione scientifica convocata il 15 giugno 1856, prevedevano una linea diretta da Suez al Mediterraneo, senza la deviazione a Oriente contemplata dal progetto preliminare egiziano, in parte coincidente col ripristino dellâantica comunicazione marittima. Riteneva infatti che per scavare il canale fosse sufficiente restituire allâantica funzione la depressione dellâistmo, un tempo invasa dalle acque e poi colmata nel corso dei millenni dagli insabbiamenti.
Tuttavia, nonostante i verbali delle sedute della Commissione provino in maniera inconfutabile lâabbandono del progetto inizialmente adottato come base dei lavori (noto come Linant-Mougel dai nomi dei proponenti Maurice Linant de Bellefonds ed Eugène Mougel) e la scelta del progetto Negrelli, lâequivoco sulla paternitĂ intellettuale â indotto dal tentativo di creare confusione tra lâingegnere meritevole di aver pensato ed elaborato il progetto e il tecnico esecutore (Aristide-Jean-Pierre-Hippolyte Lieussou) incaricato degli accertamenti pratici effettuati per completare quelli fatti eseguire otto anni prima da Negrelli â iniziò con lui ancora vivo e si alimentò a lungo dopo la sua scomparsa, tra molte polemiche.

Aristide-Jean-Pierre-Hippolyte Lieussou
Lâimportanza del contributo di Negrelli, tenacemente rivendicato dalla figlia Maria attraverso unâinstancabile opera di documentazione contro la Compagnia del canale, si evince anche dal ruolo dâindiscusso rilievo tecnico-gerarchico nelle successive fasi di attuazione riconosciutogli a fine lavori dalla Commissione.
Non solo gli fu infatti accordato lâonore dovuto ai progettisti e la soprintendenza esecutiva dellâopera ideata, ma il vicerĂŠ lo nominò ispettore generale dei lavori del canale e in questa veste avrebbe dovuto recarsi in Egitto, assieme a Ferdinand Lesseps, ma ne fu impedito dalle condizioni di salute. La corrispondenza del periodo prova però il rilievo e il peso dalla sua figura alla quale, non per caso, tutti avrebbero continuato a fare riferimento: per la competenza, il prestigio e lâinfluenza esercitata.

Ferdinand de Lesseps
Nel corso del 1857 fu molto attivo nel campo delle costruzioni, con una tecnica pionieristica di ponti in ferro e nelle sue funzioni di direttore generale delle ferrovie dellâImpero: per questi motivi si recò piĂš volte nel Lombardo-Veneto e a Trieste, in Ungheria, Galizia e Svizzera. Si occupò inoltre del riordino della rete stradale austriaca e a Vienna ricostruĂŹ o abbellĂŹ alcune parti della cittĂ .
Le sue cagionevoli condizioni di salute lo spinsero, su suggerimento del medico di famiglia, a soggiornare sul mare del Nord, a Dusternbrook, nei pressi di Kiel; nonostante le poco brillanti condizioni decise di anticipare il rientro per riprendere la sua attivitĂ e riallacciare i contatti con quanti allora si interessavano al canale.
Malgrado lâostilitĂ del governo inglese, risoluto a impedire la ratifica per il progetto del taglio dellâistmo nel convincimento che sarebbero stati colpiti i propri interessi nellâoceano Indiano â allâorigine delle vibrate risposte di Negrelli allâingegnere Robert Stephenson â lâultimo mese di vita fu caratterizzato dalla consueta energica attivitĂ .
Ancora nel settembre 1858 partecipò, nelle vesti di rappresentante delle ferrovie austriache, allâassemblea generale delle amministrazioni ferroviarie a Trieste. Al rientro a Vienna, pur provato dalla fatica del viaggio e dallâintenso lavoro, trovò la forza di sollecitare la pubblicazione della sua seconda risposta a Stephenson, scritta in agosto a Primiero, e pubblicata pochi giorni prima della sua scomparsa.

Robert Stephenson
MorÏ la mattina del 1° ottobre 1858 ad Alsergrund (Vienna), assistito dalla moglie Karoline, dai figli e dal fratello monsignor Nicola. Fu sepolto due giorni dopo nel cimitero di S. Massimo a Vienna alla presenza di una folla di autorità , parenti e amici.
Circa due settimane dopo, il fratello della moglie, Vittorio Weiss, ritirò fra le carte di Negrelli quelle relative allâistmo di Suez, che consegnò pochi giorni dopo a Trieste a un commissario di polizia, stretto parente della vedova, futuro cotutore dei figli e difensore degli interessi di questi.
Le carte comprendevano disegni, calcoli tecnici, piani relativi al canale e una ricca corrispondenza con numerose personalitĂ di diversi paesi, nonchĂŠ i titoli e le prove dei diritti di ÂŤfondatoreÂť dellâimpero che il vicerĂŠ Said gli aveva riconosciuto, trasmissibili agli eredi, e che per decenni furono ostinatamente rivendicati dalla figlia Maria Negrelli Grois. Unâaltra figlia, Maddalena Negrelli Formenti progettò una macchina per la filatura delle fibre del gelso, meritando una menzione onorevole dallâImperial Regio governo del Lombardo Veneto.