I “SEGRETI” DEL FASCISMO – 7

a cura di Cornelio Galas

Lettera di Dino Grandi a Galeazzo Ciano

  Rapporti diplomatici italo-inglese – luglio

CHI ERA DINO GRANDI ?

  • i documenti raccolti da Enzo Antonio Cicchino

N. 2911. 12 Luglio 1937-XV

Caro Galeazzo,
Sarà a Roma da mercoledì a sabato p. v. (14-17 luglio) l’Avv. Adriano Dingli, Consulente legale di questa Ambasciata.

Dingli è un patriota maltese che si è battuto sempre per la causa dell’italianità di Malta, al nostro fianco e con molta lealtà. Egli gode di solido prestigio tra i “barristers” londinesi, forse ricorderai il suo nome in connessione con la recente causa tra Banca d’Egitto e la pseudo Banca d’Etiopia, causa da lui condotta e che si èrisolta in una brillante, completa vittoria per noi.

Dino Grandi

Da molti anni Dingli è socio del Carlton Club che – come Tu sai – è per così dire il Club ufficiale del Partito Conservatore, e che novera tra i suoi membri tutti gli alti e bassi papaveri dell’attuale Governo. Ed al Carlton Club Dingli si è costituito un’utile cerchia di amici politici, tra i quali gode simpatia e rispetto, ed un particolare prestigio derivante dalle sue note relazioni con l’Ambasciata d’Italia.

Ho fatto questa premessa per illustrare quanto sto ora per dirTi.

Qualche giorno fa Dingli – il quale già durante il periodo del conflitto italo-abissino ha avuto occasione di renderci utili servigi di sondaggio ed informazione – è stato avvicinato da Sir Joseph Ball, Capo dell’Organizzazione di Propaganda del Governo Nazionale, Capo Amministrativo e Consulente politico (“Chief Adviser on Policy”) del Partito Conservatore, e intimo amico di Chamberlain.

Adriano Dingli e Dino Grandi (a destra)

Ball ha tenuto a Dingli un lungo discorso sul sincero desiderio di Chamberlain di venire ad una completa e definitiva chiarificazione dei rapporti anglo-italiani, ed ha in sostanza chiesto a Dingli se egli sarebbe stato disposto ad assumere il compito di una missione a Roma per “accertare in via non ufficiale quale potrebbe essere il terreno migliore sul quale lavorare verso il ristabilimento di relazioni cordiali tra i due Paesi, prima di iniziare passi ufficiali”.

Chamberlain – ha precisato Ball – è assolutamente deciso a cercare la strada per una riconciliazione con l’Italia, “su basi permanenti”, ma vuole prima sondare il terreno al di fuori del tramite ufficiale del Foreign Office. Ball ha aggiunto che l’Ambasciatore d’Italia a Londra doveva essere naturalmente messo ai corrente preventivamente della cosa e richiesto confidenzialmente della sua assistenza.

In un successivo colloquio Ball avrebbe confermato a Dingli in termini abbastanza precisi che Chamberlain era al corrente dell’iniziativa. Pur insistendo sul carattere assolutamente non-ufficiale della missione, Ball ha tuttavia precisato che Dingli avrebbe dovuto cercare di “vedere il Ministro degli Affari Esteri Conte Ciano”.

Dino Grandi

A questo riguardo Ball ha dato a Dingli una lista degli argomenti sui quali doveva eventualmente tener parola al Conte Ciano, e che riassumo brevemente nei seguenti punti: possibilità di una estensione a tutto il campo delle relazioni italo-inglesi della “détente” nella campagna radio da una parte e dall’altra (Ball ha tenuto a insistere con Dingli sulla ottima impressione che nei circoli conservatori ha provocato l’assicurazione data dal Duce nei riguardi delle radiodiffusioni della Stazione di Bari).

Analoga “détente” per quanto concerne la stampa; possibilità di negoziare un patto regionale di non aggressione (Chamberlain – ha dichiarato Ball – è particolarmente favorevole alla stipulazione di patti regionali) nel Mediterraneo tra Inghilterra, Italia e Francia; preparare il terreno per il riconoscimento ufficiale della conquista italiana in Abissinia; situazione in Spagna.

Dino Grandi

Ball ha concluso insistendo sui fatto che è Chamberlain il quale oggi guida la politica estera brittannica, e pregando Dingli di dare alla sua eventuale missione carattere di una certa urgenza.

Tu sai che io sono contrario in genere alle cosidette missioni private, le quali sono quasi sempre frutto della fantasia, della vanità o della presunzione di qualche individuo. Anche per questa cosidetta missione di Dingli io non sono proprio sicuro che essa rappresenti qualcosa di effettivamente serio. Anzi, dai primi controlli che ho fatto attraverso altre persone vicine a Chamberlain, non ritengo che l’iniziativa del Ball abbia, nello stadio attuale, quella effettiva importanza che l’ottimo Dingli ad essa attribuisce.

Ciò a prescindere dal fatto che i “punti” indicati dal Ball, sopratutto quello relativo ai Patto Regionale Mediterraneo, è cosa vecchia, stantia che il Duce – come Chamberlain sa benissimo – ha rigettato da tempo e sulla quale né Chamberlain né altri possono farsi illusioni, oggi assai meno che ieri.

Sir Joseph Ball

Se io Ti prego di ricevere il Dingli, il quale è indubbiamente una persona seria, seppure modesta, e un sincero amico nostro, è soltanto perché ritengo utile – nel momento attuale – che egli possa tornare a Londra per riferire al Ball, e per esso ai Comitato Direttivo del Partito Conservatore, che Tu l’hai ricevuto e che nella Tua responsabilità di Ministro degli Esteri, lo hai incoraggiato a continuare nella sua opera di propaganda per il chiarimento dei rapporti itaio-brittannici, confermando ancora una volta, sia pure in modo generico, la volontà del Duce e Tua di una conciliazione definitiva e permanente coll’Inghilterra.

Questo a me serve, non presso Chamberlain personalmente, il quale sa benissimo quello che noi vogliamo e col quale ho stabilito contatti diretti e indiretti attraverso persone di calibro e di influenza ben maggiore di Ball e di Dingli, ma presso il Comitato Direttivo del Partito Conservatore. Per facilitare a Chamberlain il compito, bisogna anzitutto convincere e “catechizzare” coloro che gli stanno vicino.

Chamberlain con Mussolini

È già molto, nell’attuale situazione, che Chamberlain lasci fare. Qualche giorno fa Lord Stonehaven, che è stato sino a qualche mese fa per tutto il periodo Baldwin il vice-capo del Partito Conservatore, è venuto a trovarmi per ringraziare a nome di Chamberlain di quanto il Duce ha fatto per la stazione radio di Bari (la qual cosa, ha detto Stonehaven, ha “aiutato moltissimo il Primo Ministro”), e confermarmi direttamente da parte di Chamberlain la sua volontà ferma di chiarire in modo definitivo i rapporti coll’Italia, e per domandarmi di aiutarlo direttamente e indirettamente a preparare una situazione fra Roma e Londra, di fronte alla quale “i vecchi e i nuovi” che stanno ai Foreign Office non “possano far nulla” (sono le sue parole) e ad essi non rimanga che prendere atto del fatto compiuto.

Dingli e Ball non sono quindi che elementi di un complesso e vasto servizio di pattuglie stabilito attorno a Chamberlain, ma che possono – essi pure come gli altri – essere assai utili. A tutti questi diversi amici di Chamberlain io dò naturalmente l’impressione che essi “sono i soli i quali possano ecc. ecc. e i solidi cui io abbia fiducia ecc. ecc.”.

Aggiungi che nel campo dei conservatori di destra non c’è più da raccogliere che poco o nulla. Li abbiamo strizzati per tutto quanto potevano dare durante l’anti-sanzionismo. Adesso sono diventati tutti dei bisbetici impossibili e si ritengono burlati e beffati, dopo l’Asse Roma-Berlino e le faccende di Spagna. Ti ho riferito a lungo di essi in numerose occasioni.

Chamberlain

È tra i Conservatori del centro e di sinistra fra cui sto lavorando e bisogna lavorare adesso. Essi rappresentavano ieri il blocco che sosteneva il binario Baldwin-Eden. Oggi essi costituiscono il blocco sul quale poggia oggi la forza di Chamberlain, il quale non intende affatto di dividere a mezzadria con Eden il potere, come faceva Baldwin. Bisogna quindi incunearsi nella “frattura” incipiente fra Eden e Chamberlain e allargarla più che si può.

È quello che sto cercando di fare.

Non vi è dubbio che dal giorno che Chamberlain è diventato Primo Ministro molte cose nuove stanno muovendosi attorno e dentro al Foreign Office. C’è come un’atmosfera di malessere attorno alla persona di Eden e di Vansittart, malessere determinato dalla sempre più chiara intenzione di Chamberlain di prendere gradatamente in mano la politica estera brittannica.

Ciano, Mussolini e Chamberlain

Però Chamberlain è estremamente prudente in quanto che non vuole offrire a Eden il facile pretesto di qualche uscita di carattere clamoroso sulla base di interferenze nella sua responsabilità di Segretario di Stato.

L’indirizzo decisamente favorevole ad un riavvicinamento colla Germania è opera personale di Chamberlain. Questo indirizzo ha, come puoi immaginare, reso estremamente delicata, per non dire precaria, la posizione di Vansittart, la cui barca sta facendo piuttosto acqua.

Eden, che è un politicante di una volubilità addirittura camaleontica, ha subito messo acqua sul suo vino antitedesco e cerca di seguire come può il nuovo indirizzo dato da Chamberlain. Però la sua astiosità anti-tedesca e anti-italiana e la sua collusione ai cento per cento coi francesi mostrano visibilmente con quanta goffa fatica egli si lasci rimorchiare da Chamberlain, che non è Baldwin. Aggiungi che, mentre molti Membri del Gabinetto considerano il riavvicinamento colla Germania in funzione anti-italiana, Chamberlain ha un piano più vasto e comprensivo.

Da sinistra: Ciano, Mussolini e Chamberlain

Chamberlain desidera il riavvicinamento colla Germania e contemporaneamente il riavvicinamento coll’Italia. Solo nel caso che quest’ultimo fallisca, il riavvicinamento colla Germania dovrebbe assumere una specie di contro garanzia e di contro assicurazione nei riguardi dell’Italia. Insomma, la personalità di Chamberlain si sta sviluppando a poco a poco e credo valga la pena di accompagnare questi sviluppi con estrema diligenza, incoraggiandoli ogni qual volta è necessario.

Ritengo che il momento si avvicini in cui noi potremo giocare nei confronti diretti del Primo Ministro qualche carta grossa, superando sostanzialmente la persona di Eden e anche la mentalità di Vansittart, il quale, pur essendo orientato in un senso favorevole ad un’intesa coll’Italia, è cristallizzato nella vecchia mentalità anti-tedesca, e insiste ancora a considerare un’intesa anglo-italiana in funzione del suo piano di accerchiamento militare o politico della Germania.

Tutti questi punti saranno ripresi e sviluppati in un prossimo rapporto che io Ti invierò prossimamente. La situazione è, Ti ripeto, allo stato di crisalide, e non manca di elementi interessanti.

Per ora Ti sarei grato di rimandarmi indietro Dingli a Londra caricato a dovere. Poi vedremo.

Tuo, con affettuosa amicizia.
Dino Grandi

A Sua Eccellenza il Conte
Galeazzo Ciano di Cortellazzo
Ministro degli Affari Esteri

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