QUANTO CI COSTA QUELLA CARTUCCIA?

di Cornelio Galas

Mi sono preso la briga di andare su Google per sapere quanto può costare una cartuccia “narcotizzante”, come quella che ha addormentato per sempre l’orsa Daniza. Ora, non vorrei aver fatto confusione, ma mi sembra di capire che una confezione da dieci costa 35 euro. Quindi parliamo di 3 euro e 50 centesimi cadauna. Ma metti pure che il costo sia di 35 euro “solo” per una pallottola di questo tipo. Beh, non mi sembra una cifra al di fuori delle disponibilità della ricca (fino a quando?) Provincia Autonoma di Trento. E allora? E allora, se non fossimo davanti ad un fatto del quale ormai parla quasi tutto il mondo, ad un caso che ha investito come una valanga l’amministrazione provinciale, verrebbe da sorridere pensando al notevole divario tra gli investimenti milionari in fatto di promozione turistica e una cifra irrisoria che di colpo porta il Trentino su tutte le prime pagine dei giornali, in tutti i telegiornali. E chissà per quanto tempo. Certo, me lo hanno sempre detto, anche ai corsi di giornalismo: fa più notizia un uomo che morsica un cane che l’azione contraria. Qui però, credo, ci sia stata tanta superficialità nella gestione di un problema che non solo era delicato, da affrontare con la massima attenzione, ma anche una sorta di esame di maturità per i vertici della Provincia (politica), per i gestori del progetto “Life Ursus”, per la stessa organizzazione tecnico-burocratica dell’istituzione provinciale. E non solo quella “addetta alla fauna”. Dicono che è stato un incidente. Impossibile da prevedere. Altri (Sabelli Fioretti) ironizzano: la colpa non è di nessuno, l’orsa si è suicidata. Ci sarà l’autopsia. Che – scommettiamo? – dirà tutto e niente. Anche perché non siamo di fronte ad un omicidio. Il luminol non serve. E le testimonianze dei cuccioli non potranno essere verbalizzate. Magari qualcuno dirà anche che Daniza era ormai vecchia (19 anni) e sarebbe comunque morta nel sonno del letargo. Il resto lo faranno i commenti al bar (Ma dai, dai…basta parlare di quest’orsa, perché non c’è stata la stessa mobilitazione sulla questione dei vitalizi?), le notizie che giorno dopo giorno mangiano se stesse, come cannibali assetati di qualcosa di nuovo. Il giornale con la notizia in prima pagina dell’uccisione di Daniza tra qualche mese sarà sotto la scala di un imbianchino: “Oscia, che è vegnù fora dopo? Come mai no i parla pu de l’orsa? Passeme l’acendìn valà….ah, ocio che sul canton l’è ancora fresche l color”. Resta, per farla breve, a prescindere dalle minacce di boicottaggio del Trentino, l’impressione che con 35 euro (per una o dieci cartucce) il Trentino è riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo. Nel peggiore dei modi. Non basterà il Bayern in ritiro nell’Alto Garda, non basteranno le Dolomiti patrimonio dell’Unesco, i tuffi di Dallapè e Cagnotto, lo stand a Expo 2015, non basteranno milioni di euro, paginate su riviste patinate, preziosi minuti di promozione sulle maggiori reti televisive e nemmeno Terence Hill che galoppa nei boschi a Braies, i set in piazza Duomo e tutte le altre iniziative a cancellare l’immagine di un’orsa uccisa perché difendeva i propri cuccioli. Un poster da 35 euro… per milioni di fatturato “contro” il Trentino. Non male come investimento.

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