FORSE, NELL’IGNOTO

FORSE, NELL’IGNOTO

di Cornelio Galas

 

Miele diventato duro, duro
nel vasetto lasciato aperto,
e quella nausea di mattina,
cercando una soluzione.

 

Risacche che danno nostalgia,
venti liberi dimenticati,
foglie secche non raccolte,
fotografie un po’ sfocate.

 

Vien voglia, ora, di gridare …
solo per sentire la tua voce,
solo per capire lo sfogo
di quel momento, unico.

 

E poi correre alla fontana,
dove l’acqua scende sempre,
fresca, buona, non si paga
quella piena soddisfazione.

 

Tu mi guardi, indaghi, scruti,
cercando in me l’anormalità
di quell’stante così normale
che diventa straordinario …

 

Butterai dal tuo davanzale,
che stà proprio sopra il mio,
i rifiuti di una vita non vissuta,
sperando che mi tornino utili.

 

Non avrei mai pensato , mai,
di sfidare, da vicino, la morte,
di accoglierla come un’amica,
solo per vedere l’effetto che fa.

 

Quando un giorno non ci sarò,
vorrei inviare messaggi,
per dire cosa c’è altrove,
per suggerire delle verità.

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