CRIMINI NAZIFASCISTI OCCULTATI – 9

a cura di Cornelio Galas

Nona e ultima puntata sui documenti giudiziari (occultati, dimenticati, nascosti) relativi agli eccidi nazifascisti in Italia. Ringrazio anche questa volta quanti hanno dimostrato di apprezzare il lavoro svolto da Televignole. Grazie anche a chi mi ha invitato, senza messi termini, a “smetterla” con questi servizi. Significa, in ogni caso, che non è rimasto indifferente ai temi proposti. Ovviamente la ricerca non è esaustiva. Di sicuro proseguirà solo ed esclusivamente se avrà il sostegno di documenti, testimonianze, prove provate di quello che si scriverà.

In quest’ultima puntata ho lasciato tali e quali alcune annotazioni, diciamo così, burocratiche. Cioè numeri di registri, protocolli, faldoni e altri riferimenti che magari rallenteranno, annoieranno il lettore. Perché l’ho fatto? Per due motivi. Il primo: confermare l’esistenza di questi atti giudiziari. Il secondo: evidenziare il contrasto tra questi freddi elenchi e le tragedie cui si riferiscono. Buona lettura.

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Rilevato– seppur sommariamente – nelle precedenti puntate, il contenuto dei fascicoli trovati nel cosiddetto “armadio della vergogna”, a Palazzo Cesi di Roma, è doveroso riportare gli esiti giudiziari comunicati dalle singole Procure.

PROCURA MILITARE DI PALERMO

Presso detto Ufficio, dopo il 1944, sono stati iscritti due soli procedimenti penali, entrambi a carico di ignoti militari tedeschi. Entrambi tali procedimenti sono stati conclusi con decreti di archiviazione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale militare di Palermo, per essere rimasti ignoti gli autori del reato. La prima vicenda processuale, i cui atti sono stati trasmessi alla Procura militare di Palermo dalla Procura generale militare della Repubblica presso la Corte militare di Appello, in data 21 settembre 1995, è relativa ai delitti di:

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  • a) violenza continuata mediante omicidio di trenta civili italiani che non prendevano parte alle operazioni militari, avvenuto nella provincia di Catania nel mese di agosto 1943;
  • b) saccheggio continuato commesso nei mesi luglio-agosto 1943, in particolare nella abitazione di FEDERICO Grazia il 4 agosto 1943 in San Giovanni Galerno;
  • c) distruzione continuata di edifici, avvenuta in Catania nei mesi di luglio-agosto 1943. Le generalità delle persone offese dai reati sono indicate, in parte, nel decreto in data 8 maggio 1996 del GIP di Palermo che ha disposto l’archiviazione del procedimento per essere rimasti ignoti gli autori dei reati.

La seconda vicenda processuale, i cui atti sono stati trasmessi alla Procura militare di Palermo dalla Procura generale militare in data 6 febbraio 1996, è relativa ai delitti di:

  • a) violenza proditoria continuata in concorso, ad opera di ignoti militari tedeschi il 14 agosto 1943 in Contrada Chiusa Gesso (Messina), in relazione alla uccisione di un civile e sei carabinieri ed al ferimento di altro carabiniere;
  • b) saccheggio commesso da ignoti militari tedeschi il 14 agosto 1943 nella abitazione di D’Agostino Matteo in Contrada Chiusa Gesso (Messina). Le generalità delle persone offese dai reati sono indicate nel decreto in data 24 luglio 1996 del GIP di Palermo che ha disposto l’archiviazione del procedimento per essere rimasti ignoti gli autori.

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PROCURA MILITARE DI BARI

 A detta Procura militare sono pervenuti, dalla Procura generale militare della Repubblica presso la Corte militare di Appello di Roma, i seguenti atti:

Heinrich Schendel

Heinrich Schendel

  • nota datata 30 novembre 1994, con la quale è stato trasmesso il fascicolo 1200 RG della Procura generale militare della Repubblica – Ufficio procedimenti contro criminali di guerra tedeschi, a carico di Schulemburg von, Maggiore della Divisione “Hermann Goering” e ignoti militari tedeschi, per i reati di violenza con omicidio, e lesioni gravissime. Negli atti sono indicate le seguenti parti lese: Frangione Michele, Zigarelli Pasquale, Frangione Salvatore, Orofino Antonio, Farina Michele, Tataranni Pietroantonio, Farina, Greco Mario, Semeraro Raimondo, Speciale Tommaso, Lecce Francesco, Ing. Mirko Cairota. I fatti sono avvenuti in Matera il 21.09.1943. A seguito della ricezione del procedimento, la Procura militare di Bari ha iscritto il proc. n. 1577/1994/RNR a carico di von Schulemburg e ignoti militari tedeschi per i reati di: a) violenza con omicidio; b) lesioni gravissime.
  • nota pervenuta il 30 giugno 1995, con la quale è stato trasmesso il fascicolo 2024 RG della Procura generale militare della Repubblica – Ufficio procedimenti contro criminali di guerra tedeschi a carico di Graf von Der Schulemberg, Maggiore, Schmidl, Tenente e ignoti militari tedeschi del 1° reggimento paracadutisti, per il reato di violenza con omicidio e parti lese civili italiani. I fatti sono avvenuti a Matera il 21.09.1943. A seguito della ricezione degli atti, la Procura ha iscritto il procedimento n. 1178/95/RNR a carico del Maggiore Graf von Der Schulemberg – poi identificato in Magg. Graf von Der Schulemburg (e non Schulemberg) nato il 14/09/1899 in Muskau, deceduto in azione il 14/07/1944 nei pressi della località di Les Champs del Losque, Francia – Tenente Schmidl, ed altri per il reato di violenza con omicidio. Il suddetto procedimento, in data 18 gennaio 1996, è stato unito al procedimento n. 1577/94/RNR. Le persone offese per i fatti avvenuti in Matera il 21 settembre 1943, nell’ex caserma della Milizia, distrutta con esplosivo da truppe tedesche, sono: Farina Francesco fu Natale di anni 44, Farina Natale di Francesco di anni 19, Guida Eustachio fu Domenico di anni 43, Luisi Vincenzo di Cosimo di anni 16, Greco Mario di Raffaele di anni 37, Di Lecce Francesco fu Angelo di anni 36, Catarannì Pietroantonio di Angelo Michele di anni 29, Speciale Francesco fu Giovanni di anni 34, Semeraro Edmondo di Vincenzo di anni 37, Nocera Antonio di Giovanni di anni 37, De Vito Pietro di Pasquale di anni 25, Sebastiano Cairo, tutti deceduti, e Calderaro Giuseppe di anni 21 sopravvissuto.
  • Deceduti in Matera il 21 marzo 1943 per i fatti avvenuti presso la sede della Società Elettrica e a seguito di mitragliamenti da parte di truppe tedesche: Papini Raul fu Eraldo di anni 47, Francione Michele di Salvatore di anni 19, Zigarelli Pasquale fu Giuseppe di anni 40, Francione Salvatore fu Michele di anni 46. Ferito, nelle stesse circostanze, Mirko Cairota. I predetti procedimenti penali sono stati archiviati con decreto del Gip presso il Tribunale militare di Bari emesso in data 16/01/1997.
  • Con nota del 13 luglio 1995 sono stati trasmessi atti rinvenuti presso l’Archivio dei Tribunali militari di guerra soppressi. Carteggio vario, iscritto dall’Ufficio al procedimento n. 773/95/RNR. A seguito di accertamenti condotti, il predetto procedimento è stato iscritto a carico di ignoti militari tedeschi per i reati di: a) violenza con omicidio; b) violenza con tentato omicidio e lesioni personali gravissime per fatti avvenuti in Barletta il 12.9.1943. All’esito delle indagini condotte per identificare gli autori, è stato iscritto il procedimento penale n. 201/2001/RNR a carico di GROSCHKE Walter Paul Kurt, nato a Berlino-Charlottenburg il 17/07/1907, per i reati di: a) violenza con omicidio; b) violenza con tentato omicidio e lesioni personali gravissime per fatti avvenuti in Barletta il 12 settembre 1943 e con riguardo all’uccisione di vigili urbani e netturbini, nonché al tentato omicidio e alle lesioni personali gravissime riportate da Falconetti Francesco Paolo.
  • Generalità delle persone decedute: Del Re Pasquale fu Nicola nato a Barletta il 21/2/1898, Falconetti Antonio fu Giacinto nato a Barletta il 5/1/1898, Forte Michele fu Michele nato a Barletta il 13/2/1898, Gallo Luigi fu Giovanni nato a Barletta il 5/1/1904, Gazia Francesco fu Raggiere nato a Barletta il 7/1/1906, Guaglione Pasquale fu Emanuele nato a Barletta il 31/3/1894, Monteverde Savino fu Giuseppe nato a Barletta il 2/1/1920, Paolillo Vincenzo fu Giuseppe nato a Barletta il 8/3/1910, Spera Michele fu Giuseppe nato a Barletta il 31/8/1898, Torre Gioacchino fu Pasquale nato a Barletta il 12/1/1921, Cassatella Nicola fu Michele nato a Barletta il 4/3/1911, Iurillo Luigi fu Giovanni nato a Barletta il 25/9/1907. Il procedimento penale è stato definito con decreto di archiviazione emesso dal Gup in data 15 settembre 2001.
  • Con nota del 6 febbraio 1996, sono stati trasmessi atti rinvenuti presso l’Archivio dei Tribunali militari di guerra soppressi. Carteggio vario. Per essi, è stato iscritto il proc. n. 150/96, riguardante violenze commesse da militari tedeschi in Vieste il 16 settembre 1943, persona offesa Valeri Vittorio di Francesco e il 24 settembre 1943, persona offesa Lobascio Michele. Il procedimento è stato definito con decreto di archiviazione emesso dal Gip presso il Tribunale militare di Bari il 25/09/1996.
Anton Galler

Anton Galler

PROCURA MILITARE DI LA SPEZIA

Presso la Procura militare di La Spezia sono pervenuti 214 dei 695 rinvenuti a Palazzo Cesi e da questi ne sono stati generati molti altri a seguito di provvedimenti di separazione e di stralcio degli atti, dovuti alla circostanza che spesso in un fascicolo erano contenuti più fatti di reato riguardanti situazioni diverse.

  • 143/95, unito al n. 523/95/RNR (passato a NOTI) 2094 IGNOTI, artt. l3-209-211-219 cpmg. Uccisione di 13 civili italiani. Decreto archiviazione GIP ma unito al n. 523/95/RNR, e collegato al n. 128/04/RNR.
  • 155/95, collegato al n. 267/96/ignoti, n. 88/96/ignoti, n. 72/04/ignoti, n. 347/04/RNR 2080 IGNOTI, Artt. 13 – 185 cpmg 61 n. 1 e 4 c.p. Violenza con omicidio aggravato e art 575 c.p. Uccisione di civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 347/04/RNR.
  • 284/95, unito al 149/96/ignoti, al 301/96/ignoti, passato a NOTI (n. 498/00/RNR), 2163 IGNOTI, Artt. 13-176-185-187-194 co. 1,2 e 3 cpmg. Uccisione di circa 560 civili italiani. Decreto archiviazione GIP ma poi riapertura indagini per 1 indagato sentenza condanna in 1^ grado.
  • 149/96, unito al 284/95/ignoti, al 301/96/ignoti. Passato a NOTI (n. 498/00/RNR), 869 IGNOTI, Artt. 13-185-187 cpmg. Uccisione di circa 560 civili italiani. Decreto archiviazione GIP, ma poi riapertura indagini per 1 indagato sentenza condanna in 1^ grado.
  • 180/96 unito al n. 378/96/ignoti e ai n. 211/96/ignoti e collegato ai n. 279/00/ignoti (già 224/96/ignoti), n. 45/02/RNR, n. 13/03/RNR, n. l30/03/RNR, 209/03/RNR, [unito al 284/96/ignoti] 1990, IGNOTI. Art. 61 – 81 cpv. 110 c.p. artt. 13-185-187. Uccisione di numerosi civili italiani (369) e incendio di numerose case di abitazione. Decreto archiviazione GIP e collegato al 209/03/RNR. – n. 211/96, unito al n. l80/96/ignoti e al n. 378/96/ignoti e collegato al n. 279/00/ignoti (già 224/96/ignoti), n. 45/02/RNR, n. 13/03/RNR n. l30/03/RNR e n. 209/03/RNR [unito al 284/96/ignoti], 1957. IGNOTI, Art. 61-81 cpv. 110 c.p. arti. 13-185-187 cpmg e 47 cpmp. Uccisione di numerosi civili italiani (369) e incendio di numerose case di abitazione. Decreto archiviazione GIP e collegato al 209/03/RNR (stesso fatto attualmente in fase di indagini).
  • 222/96 IGNOTI artt. 185 – 13 cpmg. Violenza con omicidio aggr – art. 61 n. 1 e 4 cp. Uccisione di 180 civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 283/96/ignoti al n. 312/96/ignoti, al n. 309/96/ignoti e al 346/04/RNR.
  • 224/96 prende il n. 279/00/ignoti a seguito di restituzione di copia atti (in precedenza trasmessi) da PM/Napoli. Collegato al n. 180/96, n. 211/96, n. 378/96 ignoti, n. 45/05/RNR, n. 13/03/RNR n. 30/03/RNR e n. 209/03/RNR 1989 IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg. a) Uccisione di 11 partigiani italiani, 1 civile e un numero imprecisato di prigionieri americani. b) numerosi civili italiani non belligeranti. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 209/03/RNR.
  • 61/02/RNR, n. 171/02/ignoti (unito al 200/04/RNR) al n. 200/04/RNR.
  • 267/96, collegato ai n. 155/95/ignoti, 188/96/ignoti, 72/04/ignoti, 347/04/RNR, IGNOTI. Artt. 13 – 185 cpmg. 61 n. 1 e 4 c.p. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di 54 civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 347/04/RNR.
  • 279/96, unito al n. 226/02/RNR (passaggio a NOTI) IGNOTI artt. 13 – 185 cpmg. 61 n. 1 e 4 c.p. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di 12 civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 438/04/RNR.
  • 283/96, IGNOTI. Artt. 185 – 13 cpmg. Violenza con omicidio aggravato, art. 61 n. 1 e 4 c.p. Uccisione di oltre un centinaio di civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 309/96/ignoti, al n. 312/96/ignoti al n. 222/96/ignoti e al 346/04/RNR.
  • 284/96, unito al n. 209/03/RNR (passato a NOTI) IGNOTI. Artt. 13-185-211 cpmg. 61 n. 1 e 4 c.p. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di civili italiani attualmente in fase di indagini.
  • 297/96, abbinato al 1993 IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg 61- 110-575- 577 c.p. 81 cpv. Uccisione di circa 65 civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 366/96/ignoti al 331/03/RNR e al 261/04/RNR.
  • 298/96, collegato al n. 551/02/RNR, n. 36/03/RNR. IGNOTI. Artt. 13-85 cpmg. 61 n. 1 e 4 c.p. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di 10 civili italiani. Decreto archiviazione GIP ma collegato al 551/02/RNR.
  • 301/96, unito al 285/95/ignoti al 149/96/ignoti. Passato a NOTI (n. 498/00/RNR) 1976 IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg. Uccisione di circa 560 civili italiani. Decreto archiviazione GIP ma poi riapertura indagini per 1 indagato sentenza condanna in 1^ grado.
  • 309/96 (abbinato al n. 23 RG) IGNOTI. Passato a NOTI n. 346/04/RNR, a) Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg 61 -575-577. b) incendio. Uccisione di oltre un centinaio di civili italiani. Procedimento in fase di indagine.
  • 312/96. IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio aggravato e art. 13 cpmg, 61 cp, 47 cpmp. Uccisione di oltre un centinaio di civili italiani. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 309/96/ignoti al n. 222/96/ignoti, al n. 283/96/ignoti e al n. 346/04/RNR.
  • 316/96. IGNOTI, passato a NOTI dopo l’autorizzazione alla riapertura delle indagini del GIP (proc. n. 41/05/RNR). Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg 81 cpv 61-110-575-577 cp. Uccisione di 4 civili italiani (proc. n. 41/05/RNR).
  • 357/96. IGNOTI. Artt. 13 – 185 cpmg., 61 n. 1 e 4 cp. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di civili italiani. – n. 365/96, unito al n. 62/02/RNR (passato a NOTI) e al 76/99/ignoti e collegato al n. 188/00/ignoti deriva da provvedimento di stralcio del GIP 9/8/1996 in fasc. n. 206/95/ignoti (carteggio vario senza numero di Palazzo Cesi). IGNOTI. Artt. 13 – 185 cpmg. (Violenza con omicidio) artt. 81 cpv 61 -575 -577 cp. – n. 366/96. Unito al n. 331/03/RNR (passato a NOTI), collegato al n. 297/96/ignoti e al n. 261/04/RNR deriva da provv. di stralcio del GIP 9/8/1996, in fasc. n. 206/95/ignoti (carteggio vario senza numero di Palazzo Cesi). IGNOTI. Artt. 13-185 cpmg., 61 n. 1 e 4 cp. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di 65 civili italiani. Decreto archiviazione GIP e collegato al n. 297/96/ignoti o al n. 261/04/RNR..
  • 370/96 (passato a NOTI 61/02/RNR) collegato al 226/96/ignoti e al 171/02/ignoti (a sua volta unito al n. 200/04/RNR) deriva da provv. stralcio del GIP 9/8/1996 in fasc. n. 206/95/ignoti (carteggio vario senza numero di Palazzo Cesi). IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg. Uccisione di almeno 14 civili italiani unito al n. 61/02/RNR (passato a NOTI) e archiviato, e collegato al 200/04/RNR.
  • 373/96, passato a noti il 09/04/2002 (n. 151/02/RNR). IGNOTI. Artt. 13 – 185 cpmg, 61 n. 1 e 4 cp. Violenza con omicidio aggravato. Uccisione di civili italiani. Attualmente pendente nella fase del giudizio a seguito di rinvio a giudizio disposto dal GUP.
  • 378/96, unito al n. l80/96/ignoti e al n. 211/96/ignoti e collegato al n. 279/00/ignoti (già n. 224/96/ignoti), n. 45/02/RNR, n. 13/03/RNR, n. 130/03/RNR e n. 209/03/RNR [unito al 284/96/ignoti], già stralcio dal fasc. n. 1957/RG Palazzo Cesi. IGNOTI. Art. 61 – 81 cpv., 110 cp. artt. 13-185-187 cpmg e 47 cpmp. Uccisione di numerosi civili italiani (369) e incendio di numerose case di abitazione. Decreto archiviazione GIP e collegato al 209/03/RNR.
  • 279/00, già proc. n. 224/96/ignoti collegato al n. 180/96, n. 211/96, n. 378/96 ignoti, n. 45/02/RNR, n. 13/03/RNR, n. 130/03/RNR e n. 209/03/RNR [unito al 284/96/ignoti], stralcio dal fasc. n. 989/RG Palazzo Cesi. IGNOTI. Art. 185 – 187 cpmg. Violenza con omicidio e art 13 cpmg. a) Uccisione di 11 partigiani italiani, 1 civile e un numero imprecisato di prigionieri americani, b) numerosi civili italiani non belligeranti. Decreto archiviazione GIP, e collegato al n. 209/03/RNR.
  • 59/03, deriva dal n. 288/96/ignoti stralcio dal proc. 288/96/ignoti IGNOTI. Art. 185 cpmg. Violenza con omicidio e art. 13 cpmg, 61 cp., 47 cpmp. Uccisione di 11 civili italiani. – fascicolo a cui non è stato assegnato un n° di registro generale in quanto duplicato del fasc. n. 94/48/RG, già definito 1996, Serg. FLORD Sf Eduard, Artt. 13 – 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 61 – 81 – cpv. cp. Uccisione di numerosi civili italiani religiosi. Sentenza TMT/La Spezia n. 419 del 16/12/1948.
  • 523/95 unito al n. 143/95/ignoti 1991 Cap. SCHMID Manfred, Magg. LOOS Helmut, Gen. SMON Max. Artt. 13 – 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 61-81 – cpv., cp. Uccisione di 13 civili italiani. Decreto archiviazione GIP e unito al n. 143/95/ignoti e collegato al n. 349/05/RNR.
  • 498/00, unito al n. 285/95/ignoti, al n. 149/96/ignoti, al n. 301/96/ignoti, da cui deriva (passaggio a NOTI), 2163, 1976 e 869 Palazzo Cesi. GALLER Anton, RICHTER Horst, LOHMANN Alfred, LEFFISSLE Alfred, SASSE Theodore. Artt. 13-185 cpmg. Violenza con omicidio e art 61 nn. 1 e 4-81 –cpv cp. Uccisione di circa 500 civili italiani non belligeranti fra cui donne, vecchi e bambini. Decreto archiviazione GIP e poi riapertura indagini per 1 indagato sentenza condanna in 1^ grado. – n. 62/02 (passaggio a NOTI dal 76/99/ignoti, collegato al n. 188/00/ignoti, deriva da provv. stralcio del GIP 9/8/1996 in fasc. n. 206/95/ignoti (carteggio vario senza numero di Palazzo Cesi). 1) HUMBERT Gustav, 2) KLEINE Sextro Franz Josef, 3) GRON Werner, 4) MOLDENHAUER Otto, 5) BARZ Heinz, 6) DEUSSEN Johann, 7) STOLLEISEN Karl, 8) MATTHES Rolf Richard, 9) ROHL Erwin, 10) LINDEMANN Hermann, 11) MILDE Max Josef, 12) ZICKNER Paul, 13) POETTER Horst, 14) FLACHBERGER Hubert, 15) MATTHES Wilfried, 16) BOTTCHER Siegfried. Artt. 13 – 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 61 nn. 1 e 4-81 – cpv. cp. Uccisione di circa 200 civili italiani non belligeranti fra cui donne, vecchi e bambini. Decreto di archiviazione per alcuni indagati e richiesta di rinvio a giudizio per altri. – n. 89/02, deriva dal 498/00/RNR (a sua volta unito al 285/95/ignoti al 149/96/ignoti al 301/96/ignoti). BRUSS Werner, CONCINA Alfred, GORING Ludwig, GROPLER Karl, RAUCH Georg, RICHTER Horst, SCHENDEL Heinrich, SCHONEBERG Alfred, SOMMER Gerhard, SONNTAGL Heinrich. 13 – 185 cpmg. Violenza con omicidio e art 61 nn. 1 e 4-81 cpv. cp. Uccisione di circa 500 civili italiani non belligeranti fra cui donne, vecchi e bambini. Sentenza di condanna in 1^ grado.
  • 226/02. Unito al 279/96 (passaggio a NOTI), collegato al n. 438/04/RNR n. 2020 bis. KUHNE Martin, GRUNDMANN Max. Art. 185, 13 cpmp. Violenza con omicidio e art 81-61 cpv., 110 cp. Uccisione di 12 civili italiani. Decreto archivi azione GIP, e collegato al n. 438/04/RNR.
  • 551/02 unito al n. 36/03/RNR, collegato (passato a NOTI) al n. 298/96/ignoti. GUTTMACHER Friedrich, NORDHORN Heinrich, DANIEL Werner. Art. 185 13 cpmp, Violenza con omicidio e art 81 – 61 cpv 110 cp. Uccisione di 12 civili italiani.
Kurt Gröschke

Kurt Gröschke

PROCURA MILITARE DI VERONA

 Tutti i procedimenti pervenuti presso detto Ufficio sono stati conclusi mediante provvedimenti di archiviazione da parte del Giudice per le indagini preliminari, per prescrizione del reato o per accertato decesso degli indagati o per mancata individuazione degli stessi o per infondatezza della notizia di reato. Da uno di tali procedimenti (nr. 383/96 R.g.n.r. della Procura militare di Verona, a carico di TITHO Karl e HAAGE Hans, corrispondente al proc. nr. 1250 del Ruolo generale) è originato poi il procedimento nr. 227/99 R.g.n.r. nei confronti del caporale SS Michael SEIFERT, concluso con sentenza di condanna all’ergastolo. La maggior parte dei citati decreti di archiviazione è stata redatta direttamente sulla copertina del fascicolo utilizzando la motivazione prestampata (“[…] Visto che sono rimasti ignoti gli autori del reato; Visti gli arti. 549, 409 c.p.p., DICHIARA non doversi promuovere l’azione penale e dispone la restituzione degli atti al P.M.”), in qualche caso aggiungendo succinti motivi.

Engel

Siegfried Engel

Nell’estate del 2002 sono inoltre pervenuti alla Procura militare di Verona, dalla Procura generale militare della Repubblica presso la Corte di Cassazione, dieci fascicoli contenenti pochi fogli, relativi a procedimenti per crimini di guerra che erano stati già trasmessi nell’immediato dopoguerra all’autorità giudiziaria ordinaria per diretta competenza.

Nove di tali fascicoli furono iscritti nel Registro mod. 45 della Procura di Verona (concernente gli atti non costituenti reato militare) e sono quindi stati direttamente archiviati con provvedimenti del pubblico ministero. Il decimo fascicolo – trasmesso tramite la Procura militare di Roma, alla quale era stato erroneamente trasmesso – è stato iscritto al Registro Ignoti, precisamente al nr. 121/2002 del Reg. mod. 44, ed è stato concluso con decreto di archiviazione del G.I.P..

 PROCURA MILITARE DI ROMA

Fritz Schulenberg

Fritz von Schulemburg

Presso la Procura militare della Repubblica di Roma – a seguito della trasmissione degli atti da parte della Procura generale presso la Corte militare d’Appello- sono stati iscritti procedimenti nel registro “mod. 21” (riguardante le iscrizioni nei confronti di persone note) e “mod. 44” (riguardante le iscrizioni nei confronti di persone ignote) negli anni 1994, 1995 e 1996.

Tutti detti procedimenti si sono conclusi con decreto di archiviazione emesso dal GIP di Roma. Alla Procura militare di Roma sono poi pervenuti dei carteggi residuali, che non hanno dato luogo ad iscrizioni nei registri “mod. 21” o “mod. 44”; taluni sono stati iscritti nel registro “mod. 45” (riguardante le iscrizione per fatti non costituenti notizia di reato) e sono stati definiti con la cosiddetta “archiviazione diretta”. Vi sono poi stati due casi di riapertura delle indagini, relativi alle vicende Priebke, numero 712/A/94, e Andorfer, numero 632/A/02.

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PROCURA MILITARE DI PADOVA

I procedimenti iscritti presso la Procura militare di Padova, a seguito della trasmissione degli atti relativi all’archivio di Palazzo Cesi sono stati definiti, per la quasi totalità con provvedimento di archivi azione o di proscioglimento per prescrizione, per essere rimasti ignoti gli autori del fatto criminoso o per morte del reo e per infondatezza della notizia di reato.

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PROCURA MILITARE DI TORINO

I procedimenti iscritti presso la Procura militare di Torino, a seguito della trasmissione degli atti relativi all’archivio di Palazzo Cesi sono stati definiti, per la quasi totalità con provvedimento di archivi azione o di proscioglimento per prescrizione, per essere rimasti ignoti gli autori del fatto criminoso o per morte del reo e per infondatezza della notizia di reato. Fanno eccezione i procedimenti di seguito indicati:

  • 139/92 art. 185 c.p.m.g.; GEIGER Hans, GOERING Heinrich; 18/03/05 riapertura indagini (n. 983/00) reato continuato di violenza con omicidio da parte di militari nemici contro SCHUBERT Heinric, ALBERTO Assunta, GIRAUDI Maria, ELLENA Giacomo, GRAMONDI Margherita, MUSSO Maria, BAUDINO Amalia, GIORGN Giovanna, MAURO Margherita;
  • 620/03 art. 185 c.p.m.g., art. 185 c.p.m.g., DOSSE Gerard, IGNOTI MILITARI; contro ABBO Germana, ALESSANDRI Luigi, FERRARI Alessandro, FERRARI Erminia, LEONCELLI Alice, MORESCO Giuseppe, NAVONE Gerolamo, ROSELLA Leandro, SCRIGNA Bartolomeo, TOMATIS Adolfo, VASILE Pietro, VIAGGIO Iginio, richiesta archiviazione non accolta;
  • 2046/96 reato continuato di violenza in concorso con omicidio in danno di cittadini italiani; ENGEL Siegfried, KAESS Otto; P.O. cinquantanove cittadini italiani di cui quarantadue prigionieri politici rinchiusi alla IV sezione del carcere di Marassi e 17 partigiani catturati nel rastrellamento della benedicta; centoquarantasette cittadini italiani catturati nel rastrellamento della benedicta; ventidue cittadini italiani; venti cittadini italiani rastrellati in località Cravasco (Genova): – per ENGEL: sentenza del 15/11/99; ergastolo irrevocabile il 30/03/2000; – per KAESS: sentenza del 08/10/98 n.l.p. per morte del reo irrevocabile il 23/11/1998.

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Considerazioni conclusive

La Commissione d’inchiesta parlamentare ha appurato un comportamento di negligenza e superficialità da parte dei vertici della magistratura militare che si è prolungato per oltre un cinquantennio. Questo giudizio non riguarda l’Istituzione nel suo complesso, ma si riferisce alle responsabilità individuali di alcuni Procuratori generali militari specificamente quelli che hanno gestito l’archivio di Palazzo Cesi senza inviare alle procure territorialmente competenti i fascicoli sui crimini di guerra.

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Questo comportamento omissivo, che ha violato la direttiva assunta dal Governo Parri nella riunione tenuta presso la Presidenza del consiglio il 20 agosto 1945, infatti, ha impedito l’esercizio dell’azione penale in capo ai soggetti competenti secondo l’ordinamento vigente. Infondata si è rivelata l’ipotesi di legare la mancata celebrazione dei processi ai criminali di guerra tedeschi, all’intenzione di tutelare da richieste speculari di estradizione e di perseguibilità giudiziaria gli italiani accusati di crimini di guerra, avanzate soprattutto dalla Jugoslavia.

Mappa delle stragi nazifasciste in Italia

Mappa delle stragi nazifasciste in Italia

Infatti, sulla base della documentazione raccolta e delle audizioni svolte, la Commissione ha accertato l’esistenza di una linea politica condivisa da tutti i partiti politici antifascisti (compreso il partito comunista italiano, pure ideologicamente affine ed alleato sul piano internazionale di Tito) contraria ad avallare richieste di estradizione di imputati, non supportate da elementi probanti e provenienti da un paese incapace di fornire qualsiasi garanzia giuridica agli stessi.

La Commissione invece ha ravvisato difficoltà oggettive nella possibilità di svolgere indagini ed istruire processi, relativamente alla ricostituzione politica della Germania occidentale come Repubblica Federale Tedesca, avvenuta nel 1949.

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Gli ostacoli giuridici posti, da quel momento, alle richieste di estradizione di cittadini tedeschi, avrebbero comunque consentito, nei casi di identificazione certa degli imputati, di istituire rapporti processuali in contumacia, secondo quanto previsto dal nostro ordinamento, ma questa scelta non è stata operata. Inoltre, rispetto a questo quadro di grave inerzia, si registra l’antigiuridica ed abnorme archiviazione provvisoria, disposta dal Procuratore Generale Enrico Santacroce il 14 gennaio 1960, che tende a legittimare l’indebito trattenimento dei fascicoli sui crimini di guerra a Palazzo Cesi.

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A parziale spiegazione dell’archiviazione provvisoria decisa da Santacroce, nell’assenza di accertati input di natura politica legati alla “guerra fredda” e al riarmo tedesco, (ipotizzati invece nelle precedenti indagini del CMM e della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nella XIII legislatura) va ricordata la sua totale contrarietà alla celebrazione di processi in contumacia.

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È opportuno precisare peraltro che si rimane nel campo delle ipotesi e che comunque queste motivazioni non attenuano in alcun modo la gravità delle deliberazioni assunte dal Procuratore Generale Militare Santacroce. Nonostante il successivo invio in Germania di una ventina di fascicoli (con gli abbinati 24) sollecitato da parte tedesca in relazione all’approssimarsi della scadenza del limite di prescrizione ventennale per la perseguibilità di crimini di guerra (1965) e la trasmissione e definizione di 1265 fascicoli contro ignoti alle procure territorialmente competenti nel periodo 1965-68, centinaia di fascicoli rimangono a Palazzo Cesi fino al rinvenimento del 1994.

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Dei “695 fascicoli” (ma, come visto in precedenza, in base al computo effettuato dalla Commissione, il numero dei fascicoli risulta pari a 709) oltre a circa un centinaio di carteggi vari, alcune centinaia sono stati rubricati quali procedimenti nei confronti di ignoti: nella maggior parte militari tedeschi, ed in alcuni casi militi della guardia nazionale repubblicana.

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I rimanenti, invece, sono relativi a militari identificati per lo più appartenenti alle forze armate tedesche, ed in misura molto marginale alle milizie della Repubblica Sociale Italiana. Dalle audizioni e dalla stessa visione dei documenti e dei fascicoli (che si è già trattato in un prospetto analitico complessivo del contenuto dei fascicoli ritrovati nel 1994 a Palazzo Cesi) sembrerebbe che 68 (sessantotto) fossero già inviati e/o comunicati alle procure competenti negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale; 4 (quattro) sembrerebbero già stati inviati alle procure competenti negli anni 65-66; 2 (due) fascicoli facevano riferimento a soggetti già processati da Tribunali Alleati; 3 (tre) fascicoli pervenuti direttamente all’autorità giudiziaria; 5 (cinque) fascicoli con il carteggio relativo ai responsabili italiani erano stati inviati all’autorità giudiziaria.

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All’interno dei fascicoli ritrovati vi sono anche i suddetti 20 (con gli abbinati ventiquattro) fascicoli che erano stati inviati in data 12 luglio 1966 – per il tramite del Ministero degli Esteri – all’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e i 18 (diciotto) inviati – tramite il Ministero degli Affari Esteri – alle Nazioni Unite. Di ulteriori 2 (due) fascicoli risulterebbe che per il fascicolo RG n. 536 la Repubblica della Germania avesse aperto un inchiesta dopo l’invio avvenuto nel marzo del 1965, e del fascicolo RG n. 1186 che la Procura di Osnabruck avesse processato i militari tedeschi responsabili della strage di Meina sul Lago Maggiore.

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Inoltre, dei predetti fascicoli ritrovati 353 (trecentocinquantatre) risultano ignoti gli autori del reato (di questi poi un numero notevole hanno le stesse parti lese ignote). Vi sono inoltre ulteriori 59 (cinquantanove) fascicoli contenenti gli estremi del reato e dell’autore di siffatto crimine risultando invece ignote le parti lese, il che lascia alquanto perplessi atteso che fascicoli analoghi (come abbiamo visto) ben 1265 erano già stati inviati nel 1965 alle procure competenti.

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Da una ricerca condotta sui rimanenti fascicoli si è rilevato che ulteriori 56 (cinquantasei) di questi sono aperti nei confronti di soggetti resisi responsabili di reati (seppur gravi) che non hanno cagionato la morte di soldati e civili. Il fascicolo 21 a carico di un maggiore tedesco venne poi archiviato nel 1960 dal dott. Santacroce perché l’indiziato era deceduto, lo stesso dicasi per il fascicolo 2183.

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Di queste carte, che nel 1971 sono contenute in un armadio, si perde successivamente memoria nella documentazione della Procura Generale militare, fino al ritrovamento del 1994. I fascicoli, diversamente dalle incongruenti versioni fornite nell’ambito dell’indagine del CMM del 1996-99, sono stati rinvenuti in scaffalature (non in un armadio), nel piano rialzato di Palazzo Cesi, nell’ambito dei locali di pertinenza, dal 1991, della Corte militare d’appello. E’ stato appurato come i fascicoli si trovassero in un vero e proprio archivio (del quale del resto vi è traccia nella documentazione della Procura Generale almeno fino al 1971), situato in locali tutt’altro che inaccessibili o poco frequentati.

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Peraltro, neanche in seguito al rinvenimento, il comportamento di alcuni esponenti della magistratura militare circa gli atti sui crimini di guerra, è risultato esente da ulteriori leggerezze e più gravi negligenze. È stato ampiamente certificato dall’inchiesta come la commissione mista formata in seno alla giustizia militare per vagliare il contenuto dell’archivio dei crimini di guerra abbia avuto una genesi che esulava da qualsiasi previsione procedurale e ordinamentale.

Il suo carattere anomalo è stato confermato del resto, dalle archiviazioni disposte dalla Procura ordinaria di Roma, sulla base dei doverosi rilievi mossi attraverso un esposto della Commissione parlamentare di inchiesta. Le motivazioni delle due archiviazioni, infatti, pur escludendo ogni ipotesi penalmente rilevante, hanno però chiaramente sottolineato l’anomalia della genesi e dell’operato della commissione mista.

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Su quest’ultimo profilo, del resto, è tornato anche il CMM con una delibera del 26 luglio 2005 a completamento dell’indagine del 1996-1999, statuendo le non secondarie incongruenze che hanno caratterizzato l’azione della commissione mista relativamente a 273 fascicoli, ed in particolare alle cosiddette 71 “copertine vuote”.

Peraltro, l’indagine svolta ha rilevato l’impossibilità di individuare dietro alla complessiva vicenda dell’occultamento, un disegno precostituito, una strategia complessiva o una regia sotterranea che consapevolmente avrebbe prodotto tali conseguenze. In proposito la Commissione ha verificato l’assoluta estraneità da questa vicenda, diversamente dalle conclusioni formulate dal Consiglio della Magistratura militare nel 1999, delle forze politiche.

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Il riscontro puntuale delle fonti ha smontato qualsiasi ipotesi non solo di impulso, ma di consapevolezza da parte delle forze politiche, di governo e di opposizione, circa l’indebita perpetuazione dell’archivio di Palazzo Cesi. La mancanza di un intervento politico, a contrario, è testimoniata anche dal fatto che l’incuria palesata nel trattamento dei fascicoli da parte dei vertici della Procura militare è continuata anche successivamente alla riforma ordinamentale del 1981, che ha rescisso ogni ipotetico legame formale o sostanziale tra magistratura militare e potere politico, conferendo alla prima tutte le autonomie, costituzionalmente previste per le altre magistrature.

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Anzi, la politica, ha dimostrato grande senso di responsabilità e coscienza del proprio ruolo di garante dell’impegno per una memoria storica condivisa, e delle sue responsabilità di salvaguardia della verità e della crescita civile del paese, nell’istituire e portare avanti fino al risultato conclusivo questa Commissione d’inchiesta.

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La Commissione ha cercato esclusivamente, durante l’intero arco dei lavori di comprendere cosa fosse realmente accaduto, evitando di aderire, aprioristicamente, a tesi precostituite. In questo modo, il potere politico – attraverso le risultanze pur provvisorie e parziali di un’ampia massa documentale – ha determinato le condizioni per illuminare una pagina tragica e dolorosa della nostra storia su cui il lungo tempo trascorso aveva addensato le ombre del sospetto.

Proposte

La Commissione ha avvertito e sente l’esigenza di ricordare ogni vittima degli eccidi relativi ai fascicoli rinvenuti nel 1994 a Palazzo Cesi. Sarebbe pertanto auspicabile predisporre un elenco riepilogativo che potrà essere allegato al presente documento. Tale scelta intende rappresentare un riconoscimento vivo, seppure postumo e tardivo, da parte della Commissione, del Parlamento e delle Istituzioni, alla memoria di ciascuna Vittima di quei crimini, ai loro congiunti e alle loro comunità. Inoltre sarebbe auspicabile predisporre un elenco dettagliato delle località, sia italiane che estere, ove si verificarono gli eccidi.

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Si richiede, altresì, come segno di trasparenza, la piena liberalizzazione di tutto il materiale acquisito e nella disponibilità della Commissione con la creazione di un apposito link di collegamento sul sito internet del Parlamento, al fine di offrire a tutti i cittadini la consultazione dei documenti e lo studio della carte acquisite.

La Commissione ritiene di avere assolto ai suoi compiti istituzionali contribuendo ad una operazione di verità nel segno di una memoria storica libera da condizionamenti e contrapposizioni, superando quel malessere diffuso prodotto da vicende drammatiche che il trascorrere del tempo non può né scalfire né cancellare.

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La Commissione ha avvertito e sente l’esigenza di ricordare le generalità di ciascuna delle vittime dei crimini di guerra relativi ai fascicoli rinvenuti nel 1994 a Palazzo Cesi. Sarebbe pertanto auspicabile predisporre un elenco, suddiviso per eccidi e formato seguendo l’ordine alfabetico delle singole vittime, che potrebbe essere allegato – quale parte integrante – alla presente Relazione ed intenderebbe rappresentare una sorta di riconoscimento, seppur postumo e tardivo, da parte della Commissione e, dunque, dell’intero Parlamento, alla memoria di ciascuna vittima di quei crimini, ai loro congiunti e alle loro comunità, chiarendo che ciascun cittadino deve considerarsi come una vera e propria persona offesa da ognuno di quei crimini.

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L’elenco potrebbe poi contenere le generalità delle vittime, il titolo del reato, il luogo dell’eccidio, l’indicazione degli esiti giudiziari e dei dati attraverso i quali poter reperire ulteriori elementi (es. numero del registro generale che contrassegna quel fascicolo e luogo ed autorità ove poterlo reperire); inoltre esso potrebbe, a cura della Commissione, essere messo a disposizione, nelle forme ritenute più opportune, delle Autorità locali dei luoghi ove si verificarono quei crimini, nonché ad Associazioni nazionali e locali interessate.

Carlo Azeglio Ciampi

Carlo Azeglio Ciampi

La Commissione, infatti, ha sempre tenuto presente, nel corso dei lavori, il monito del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, sul valore della Memoria in occasione della commemorazione sulla strage di Cefalonia e considera opportuno richiamarlo:

“Ai giovani di oggi, educati nello spirito di libertà e di concordia fra le nazioni europee, eventi come quelli che commemoriamo sembrano appartenere a un passato remoto, difficilmente comprensibile. Possa rimanere vivo, nel loro animo, il ricordo dei loro padri, che diedero la vita perché rinascesse l’Italia, perché nascesse l’Europa di libertà e di pace. Ai giovani italiani, ai giovani greci e di tutte le nazioni sorelle dell’Unione Europea, dico: non dimenticate”.

L’importanza della piena conoscenza e del ricordo, quali strumenti di superamento del passato non è stata per niente trascurata dalla Commissione, che non ha mancato di intraprendere iniziative, quale quella dinanzi richiamata.

Pierferdinando Casini

Pierferdinando Casini

Riportando le espressioni pronunciate dal Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, infatti, è chiaro che “Ai giovani dobbiamo invece insegnare che la memoria della storia ha bisogno di tempo: il tempo della riflessione, della discussione, della verifica; il tempo della coscienza e delle scelte consapevoli. Occasioni come quella odierna sono dunque preziose, perché rispondono proprio a questa esigenza pressante: indurre il nostro pensiero a fermarsi su quei fatti lontani, perché essi continuino a vivere in tutti noi nella loro forza originaria ed a renderci, giorno dopo giorno, uomini e cittadini migliori“.

Palmiro Togliatti

Palmiro Togliatti

Valori sempre avvertiti nel tempo, persino all’indomani di quei tragici “fatti lontani”, come testimoniato dall’allora Guardasigilli, On. Palmiro Togliatti nella Relazione al Presidente del consiglio sul Decreto presidenziale 22 giugno 1946, n. 4, concernente amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari, dove era stata ritenuta “giusta e profondamente sentita […] la necessità di un rapido avviamento del Paese a condizioni di pace politica e sociale […]” e “la Repubblica […] non può non dare soddisfazione a questa necessità, presentandosi così sin dai primi suoi passi, come il regime della pacificazione e riconciliazione di tutti i buoni italiani […]” con “l’atto di clemenza che certamente contribuirà a creare nel Paese quel nuovo clima di unità e di concordia che è il più favorevole alla ricostruzione politica ed economica”.

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Nondimeno, si ritiene utile, per una prima disamina, allegare alla presente relazione un elenco dettagliato predisposto con grande cura dai finanzieri addetti all’archivio della Commissione e contenente le località ove si svolsero i fatti di cui ai fascicoli ritrovati ed avvenuti sia in Italia sia all’estero.

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